Gatto che soffoca, come intervenire
Il gatto che soffoca è un rischio che va prevenuto il più possibile. Usando la bocca come metodo di ricerca e scoperta è molto più frequente che succeda
La salute del nostro amico a quattro zampe va preservata con delle corrette abitudini. Soprattutto se siamo alla prima esperienza, chiediamo il parere del veterinario di fiducia e di professionisti esperti del settore.
Il nostro peloso, se è in difficoltà, emette dei segnali inconfondibili. Inizia a tossire in maniera continuata, si agita, si muove in maniera scoordinata, ha un respiro affannato e piange.
Questi sono tutti i sintomi tipici di un gatto che soffoca. In caso di emergenza, la tempestività fa la differenza fra la vita e la morte. Corriamo alla clinica veterinaria più vicina e allertiamo gli specialisti di turno.
Cosa fare?
Prima di tutto, è consigliabile togliere l’eventuale collare al gatto che soffoca per cercare di favorire il passaggio di più aria. In questo modo potrà respirare meglio. Controlliamo scrupolosamente la bocca e proviamo a vedere se riusciamo a localizzare l’ostruzione. Se non troppo in fondo, cerchiamo di rimuoverlo con le mani o con l’ausilio di una pinzetta.
Proviamo a prendere Miao per le zampe posteriori e a sollevatelo. Scuotiamolo per cercare di farlo liberare attraverso la forza di gravità, anche provando a dargli qualche colpo sulla schiena. Come succede a noi esseri umani, anche i gatti possono essere salvati attraverso la manovra di salvataggio tipica: la manovra di Heimlich. Nel caso del nostro amico a quattro zampe, va preso cercando di posizionare le braccia tra lo stomaco e le zampe posteriori. Sulle costole, in modo tale da poter fare delle pressioni rapide fino a quando non fuoriesce l’oggetto responsabile dell’ostruzione.
Rcp gatto
Sapere come rianimare un felino è importante: può fare la differenza tra la vita e la morte. Infatti, è bene essere sempre pronti a ogni eventualità, la rianimazione cardiopolmonare per il nostro adorato Miao, ma vale per qualsiasi altro essere vivente, deve avvenire tempestivamente, ogni secondo perso può compromettere la salvezza del nostro amico a quattro zampe.
È una di quelle pratiche che speriamo non debbano servire mai, ma che è caldamente consigliato conoscere per affrontare al meglio un’eventuale emergenza. E farsi trovare preparati è indispensabile. Ecco allora che dobbiamo essere addestrati per fronteggiare quante più situazioni di pericolo possibile. Non si tratta solo di conoscere le manovre, ma anche di saper gestire l’emotività.
Ogni fase della vita prevede degli approcci leggermente diversi. Ci si deve adattare alla fisionomia e alle condizioni di salute generale. Rianimare un cucciolo richiede un’attenzione e una sensibilità maggiori, visto che il suo organismo è più delicato. Di contro un esemplare ormai vecchietto deve essere coccolato per motivi differenti, ma siamo sempre di fronte a un soggetto debole.
Il gatto sembra tossire
Fermo restando che non bisogna mai improvvisare e pensare che il fai da te o l’approssimazione siano sufficienti per salvare la vita alla nostra piccola palla di pelo, ci sono delle situazioni in cui siamo chiamati ad agire, se non vogliamo assistere al decesso del nostro quadrupede. L’approccio del veterinario, infatti, è sempre preferibile, mai scontato e auspicabile.
Se il nostro amico a quattro zampe, però, ha bisogno di un intervento immediato, perché non respira più e non c’è il tempo materiale di raggiungere lo specialista, non dobbiamo tirarci indietro. Siamo l’ultima spiaggia di Micio e dobbiamo fare tutto il possibile per fare in modo che abbia ancora qualche anno da vivere.
A tal proposito, può tornare utile sapere come funziona la respirazione dei gatti: una problematica potrebbe essere l’anticamera di qualcosa di più serio. Dobbiamo imparare a utilizzare il kit del pronto soccorso e la tecnica più efficace per guadagnare del tempo in attesa di poterlo portare in clinica.
Gatto deglutisce a vuoto
La cosa più importante quando siamo di fronte a un gatto che soffoca è riuscire a tenere sotto controllo la tensione e la paura che non possa farcela. La velocità e la precisione fanno la differenza. Per una manovra corretta ed efficace si devono seguire degli step ben precisi:
- Troviamo un luogo stabile e distendiamolo sul fianco destro;
- Posizioniamo i palmi delle mani in corrispondenza della cassa toracica, dove si trova il muscolo cardiaco (nel punto in cui la zampa anteriore si collega al tronco);
- Comprimiamo sul torace in modo tale che la compressione vada da 1/4 a 1/3 rispetto alla misura del torace;
- 100 o 120 compressioni al minuto. Ogni 30, tenendo la bocca del gatto completamente chiusa, respiriamo nel suo naso per due volte (in alternativa possiamo usare una mascherina);
- Ripetiamo la tecnica fino a quando non torna a essere reattivo.
È importantissimo verificare l’eventuale assenza di battito, in caso contrario infatti non bisogna assolutamente fare il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale.
Tracheite nel gatto
Di fronte a un gatto che soffoca, ricordiamoci sempre che cambia l’approccio a seconda dell’età. Con gli esemplari di piccole dimensioni o i cuccioli, possiamo usare anche una mano sola con la quale avvolgiamo lo sterno e procediamo con le compressioni toraciche. Per il bulldog, o razze simili, per esempio, la rianimazione deve avvenire in posizione supina.
Con i gatti piccoli è meglio premere da un centimetro e mezzo a cinque centimetri al massimo, mentre per un esemplare grande si deve andare da un minimo di due e mezzo a un massimo di sette. Insomma, bisogna allenarsi quando non ci sono emergenze in corso e si ha il tempo di automatizzare il meccanismo.
Qualora, dopo la rianimazione cardiopolmonare, il respiro non dovesse riprendere normalmente, è molto probabile che ci si trovi di fronte a un’ostruzione delle vie respiratorie. In questo caso giriamo il nostro amico a quattro zampe al contrario (con il dorso contro il nostro petto) e incrociamo le mani sotto la gabbia toracica. A questo punto, applichiamo cinque forti pressioni sull’addome.
Successivamente verifichiamo se nella bocca o attraverso le vie respiratorie è presente un corpo estraneo che ostruisce il passaggio dell’ossigeno. Se c’è, rimuoviamolo delicatamente e procediamo con altri due respiri artificiali.
Facciamo attenzione a come procediamo con la rimozione. Un movimento errato potrebbe far sì che l’oggetto scenda ancora più in profondità, non facendo altro che peggiorare la situazione. Nell’eventualità in cui fosse un felino ad aver bisogno di questa tipologia di operazione, la manovra è la stessa di quella per i cani di piccola taglia oppure ancora cuccioli.