Il gatto cambia comportamento invecchiando? Cosa aspettarsi
Così come succede alle persone, anche il gatto cambia comportamento invecchiando. Tra saggezza e acciacchi, tutti i dettagli sulla terza età
Il gatto cambia comportamento invecchiando? La risposta è affermativa e questo può dipendere da fattori tra loro diversi. Innanzitutto bisogna precisare che cambiano le abitudini e anche i bisogno mutano. Durante la vecchiaia chiunque ha bisogno di vedere aumentate le attenzioni rivolte nei propri confronti, e in questo senso i felini non fanno eccezione.
Prendersi cura di un gatto che invecchia è pertanto un nostro dovere, d’altronde avere un peloso in giro per casa è una splendida esperienza, ma anche una grande responsabilità specialmente quando i suoi atteggiamenti e i suoi comportamenti cominciano a mutare. Un felino anziano necessita di attenzioni e di una dieta pensata ad hoc per i suoi bisogni. Proviamo a entrare nel dettaglio.
Il gatto diventa anziano
Il gatto cambia comportamento invecchiando, su questo non ci sono troppi dubbi. D’altronde, così come ci sono delle differenze tra un bambino, una persona adulta e un over 70, allo stesso modo l’approccio alla vita di un cucciolo di micio e di un gatto senior non potrà essere identico. Ci sono delle prospettive e delle capacità, sotto diversi punti di vista, divergenti di cui tenere conto.
Ma quando invecchia un gatto? Risulta opportuno sapere quando questo accade. Un esemplare viene considerato anziano solitamente dopo i dieci anni di vita, per via di un calcolo degli anni che è differente rispetto a quello che viene seguito da noi esseri umani. Un gatto di un anno fisiologicamente si avvicina a un ragazzo di 16 anni, uno di due anni invece a una persona di 21. Gli anni successivi in genere valgono quattro di quelli umani. Un felino di dieci anni, quindi, oscilla intorno ai 55 anni, per cui si avvia ad avvicinarsi alla zona over 60.
Da quel momento l’aspettativa di vita potrà dipendere da diversi fattori e anche dal tipo di comportamento che il nostro amico a quattro zampe per indole oppure opportunamente seguito svilupperà. Uno stile di vita sano, contraddistinto dalla capacità di fare del movimento e di mangiare in modo equilibrato e regolare potranno aumentare le possibilità di vedere ancora a lungo Miao gironzolare per casa pronto a riempirci di amore e attenzioni.
Comportamenti che cambiano
I comportamenti mutano a seconda di quella che è l’indole del gatto, ma anche il carattere e le abitudini possono incidere. A farla da padrone, inevitabilmente, è lo stato di salute che contraddistinguerà il nostro felino dopo la prima decade. Non si tratta di stare lì a osservare con la lente di ingrandimento cosa succederà durante questa seconda parte di esistenza di Micio, semplicemente certi atteggiamenti si manifesteranno in modo assolutamente spontaneo.
E piuttosto che esprimere preoccupazione o far capire al gatto che non condividiamo certi atteggiamenti, sarà più opportuno capirli. E riempire la nostra palla di pelo di attenzioni, amore e affetto. Micio invecchia e noi siamo pronti a stare al suo fianco, come faremmo con un nostro caro. Il nostro arzillo vecchietto saprà apprezzare e ce ne sarà riconoscente.
Non sarà un passaggio immediato ma piuttosto graduale. Il comportamento muterà ma a poco a poco. Potremmo non accorgerci di nessuna differenza tra le abitudini palesate a nove anni e quelle che caratterizzeranno le giornate del nostro amico a quattro zampe quando avrà superato i dodici anni di vita. Tuttavia avere un occhio di riguardo non sarà affatto sbagliato, anzi.
Segnali preoccupanti
Il gatto cambia comportamento invecchiando, d’altronde il tempo passa per tutti e volente o nolente finisce per incidere sulle nostre abitudini. Vale per gli esseri umani, così come per gli animali, siano essi cani, cavalli, uccellini, roditori e appunto gatti. Nel confronto tra Fido e Miao, bisogna sottolineare che l’avanzare della vecchiaia nei gatti è molto più delicata di quanto non lo sia nei cani considerando l’attitudine ad avere un certo grado di autonomia da parte dei felini.
Un fattore che può incidere in modo pesante è l’eventuale presenza di una sindrome da disfunzione cognitiva nei gatti, che non è semplicemente un processo di invecchiamento né è necessariamente legato a esso. Superati i dieci anni, tuttavia, è opportuno prestare attenzione a certi dettagli nei comportamenti di Micio e se cogliamo dei segnali preoccupanti è quanto mai opportuno cercare di approfondire. A tal proposito, potrebbe tornare utile sapere perché fa fatica a camminare.
Il consiglio è sempre quello di rivolgersi al nostro veterinario di fiducia, che conosce eventuali pregressi clinici e le caratteristiche di razza del nostro amato gattino e può indicarci il percorso più opportuno da seguire. Affiancare dei periodici esami di routine può essere utile anche per individuare qualcosa che potrebbe muoversi sotto traccia. Per quanto riguarda la disfunsione cognitiva, va in ogni caso precisato che non è necessariamente correlata all’età. Essa presenta specifici cambiamenti anatomici e fisiologici nel cervello, molto simili all’Alzheimer nell’uomo.
Lo stress non fa bene
Più il tempo passa, più il nostro amico a quattro zampe avrà difficoltà a sopportare il peso emotivo e nervoso di episodi traumatici. Per cui cerchiamo di ridurli al minimo. I suoi comportamenti cambieranno, come abbiamo visto, ma queste novità avverranno per bisogni e scelte sue. Evitiamo di entrare a gamba tesa e di incidere con novità non opportune, non necessarie e non gradite da Micio.
Anche perché il nostro amico a quattro zampe nasce abitudinario e lo sarà fino alla fine dei suoi giorni. Qualsiasi novità o cambiamento non strettamente indispensabile non verrà mai visto con entusiasmo e provocherà stress al gatto. Questa attitudine però si va amplificando quando Miao diventa più grande e comincia anche a dovere fare i conti con gli acciacchi dell’età.
Cerchiamo di garantire al micetto, pertanto, la possibilità di vivere le sue giornate in relax e affrontando solo cambiamenti davvero irrinunciabili. Ovviamente, se notiamo qualsiasi anomalia, è consigliabile rivolgersi tempestivamente al veterinario di fiducia, che valuterà l’ipotesi di una visita di controllo per essere sicuri che tutto proceda per il meglio. A tal proposito, potrebbe tornare utile saperne di più sull’effetto del trasloco sul gatto anziano.
Poca fame, nervosismo
Il gatto cambia comportamento invecchiando e anche il suo appetito è diverso. Il nostro amico a quattro zampe diventa via via meno affamato, un po’ come accade agli esseri umani anziani. Nulla di preoccupante, così come un graduale dimagrimento va messo in conto. Naturalmente, purché non raggiunga livelli di guardia che ci inducano a essere preoccupati e a fare delle valutazioni sulla necessità di qualche controllo di routine.
Anche l’umore va tenuto sotto stretta osservazione. Qualora Miao dovesse palesare improvvisamente atteggiamenti di irritabilità, aggressività o nervosismo, potrebbe esserci qualcosa che non va. Da possibili alterazioni di natura neurologica a qualche problema con l’udito, lo spettro di possibilità è davvero ampio. Sono acciacchi e difficoltà da mettere in conto, non per questo possono essere considerati di minore importanza o trascurati.
E calo della vista
E poi c’è il fattore vista da tenere sotto controllo. Si tratta di un senso molto importante per un gatto e con l’avanzare dell’età può essere messo in difficoltà da fattori quali lesioni, glaucomi, cataratte e in generale da quelle patologie che colpiscono la retina e che non consentono a Miao di avere una vista pienamente funzionante.
Se notiamo un arrossamento oppure un gonfiore attorno agli occhi, se lacrimano come mai prima oppure hanno come una patina opaca a ricoprirli, contattiamo immediatamente il veterinario. Se il problema non può essere risolto, ci sono comunque strumenti in grado di alleviarlo. Non ce ne dimentichiamo.