Gatto Burmese, quali sono le malattie più comuni e come evitarle
Adottare un peloso vuol dire accudirlo a 360 gradi. Nel caso del Gatto Burmese, ecco le malattie a cui può essere maggiormente soggetto
Adottare un quattro zampe significa prendersi cura di lui completamente. Il Gatto Burmese ha delle malattie più comuni di altre che è bene conoscere per prevenirle o curarle per tempo. Fondamentale è saperne riconoscere i sintomi.
Non si tratta solo di coccole e momenti di armonia, ma anche fare in modo che stia al meglio delle proprie possibilità. Ecco allora che non saltare mai i controlli periodici dal veterinario, fare sempre i richiami dei vaccini e applicare l’antiparassitario con regolarità diventano pratiche fondamentali.
Conoscere la genetica e la predisposizione del proprio esemplare è fondamentale. Tutte le razze, infatti, hanno delle patologie a cui sono maggiormente soggette. Sapere a cosa si può andare incontro è un atto di responsabilità nei confronti di chi dipende in tutto e per tutto da noi.
Indice
Gatto Burmese, aspettative di vita
Gatto Burmese e malattie più comuni
Altre malattie
Molte persone ci hanno chiesto anche
Gatto Burmese, aspettative di vita
Di solito, la salute di questo amico a quattro zampe è buona. Soprattutto se viene accudito come si deve sin dai primi mesi di vita, è probabile che la sua aspettativa di vita sia di tutto rispetto. Infatti, può vivere in media sino a 15 anni.
Purtroppo, però, ci sono delle questioni che hanno a che fare con la genetica e le probabilità che è bene conoscere. Più si è preparati al Gatto Burmese e alle sue malattie comuni, e si seguono i consigli del veterinario di fiducia, più è facile arginare e prevenire eventuali disagi psicofisici.
Gatto Burmese e malattie più comuni
Il peso dei maschi si aggira attorno ai 5,5/6,8 chili mentre quello della femmina varia dai 3,1 ai 4 chili. L’altezza è pressoché identica per entrambi e, misurata alla spalla, è compresa tra i 25 e i 30 centimetri.
Cardiomiopatia ipertrofica
Il Gatto Burmese, fra le malattie comuni, purtroppo ha questa. È una patologia che, come è facilmente intuibile, colpisce il cuore del nostro amico a quattro zampe. Di norma, i primi sintomi compaiono fra i quattro e i sette anni di vita. La sua insorgenza dipende da una o più mutazioni genetiche.
Non è altro che un ispessimento della parete ventricolare cardiaca del gatto. Questa, però, non è l’unica causa di questa situazione. È fondamentale, quindi, che lo specialista escluda altre condizioni facilmente confondibili. Fra queste:
- Pressione alta nel gatto cronica;
- Stenosi della valvola aortica;
- Ipertiroidismo.
Arrivare a una diagnosi è particolarmente difficile, perché spesso si tratta di una malattia priva di sintomi. Fra le soluzioni per individuarla tempestivamente c’è quella di faere un’ecografia al gatto. In questo modo si può comprendere lo stato del muscolo cardiaco e se c’è bisogno di un intervento o se sia tutto nella norma. Per risolvere il veterinario dovrà intervenire sulle cause primarie.
Obesità nel Gatto Burmese
L’obesità nel gatto è una condizione che può mettere a dura prova molti organi vitali. Insomma, non è certo una situazione da sottovalutare. Fondamentale è che, indipendentemente dal fatto che si opti per un’alimentazione naturale del gatto o meno, Miao segua una dieta sana, bilanciata e idonea a età, stato di salute e stile di vita che conduce. Inoltre è importante che faccia una corretta attività fisica. Non serve solo a incanalare correttamente le energie e a salvaguardare un buono stato di salute mentale, ma serve anche a tenere sotto controllo il peso.
Altre malattie
Il Gatto Burmese può soffrire anche di malattie quali la miopatia ipokaliemica. Si tratta di un disturbo che interessa l’apparato locomotore dell’animale e che compromette la salute muscolare del nostro amico a quattro zampe.
La causa principale è la carenza di potassio, sostanza importantissima nel meccanismo biochimico che permette la contrazione e il movimento dei muscoli. In questo caso, a incidere sono i geni di questa particolare razza. Se notiamo uno o più di questi segnali, è bene chiamare lo specialista:
- Apatia e stanchezza;
- Paralisi periodiche;
- Affaticamento muscolare;
- Difficoltà di movimento;
- Algie;
- Andatura anomala e zoppia.
Le cure per questa patologia prevedono la somministrazione di potassio, così da fare rientrare i valori nella norma. Tuttavia è importante non ricorrere al fai da te o al sentito dire, la terapia la deve prescrivere lo specialista e nessun altro.
Un’altra patologia da tenere a bada in esemplari di questa razza è la gangliosidosi GM2. Anche questa è ereditaria e dipende da una concentrazione elevata di lipidi nell’organismo. Nello specifico, viene interessato il sistema nervoso e periferico dell’animale, compromettendo la funzione delle cellule. È data dalla mancanza degli enzimi beta-esosaminidasi A e B. Andiamo dal veterinario in caso di:
- Nistagmo;
- Atassia;
- Fegato ingrossato (che si vede attraverso un’ecografia al gatto);
- Tremori;
- Inappetenza.
Purtroppo non c’è una cura specifica, l’unica strada percorribile è monitorare i livelli di glicemia nel sangue e mantenere il gatto idratato così da garantirgli la migliore qualità della vita possibile.
Molte persone ci hanno chiesto anche
Chi adotta con senso di responsabilità, vuole vedere il Gatto Burmese lontano dalle sue malattie più comuni e in una salute psicofisica ottimale. Ecco allora che ci sono dei dubbi e delle domande più frequenti di altri.
Come accudire al meglio il Gatto Burmese?
Il Gatto Burmese può avere una salute di ferro, ma ha anche bisogno di attenzioni superiori alla media. Oltre alle visite veterinarie di routine, che servono a tenere d’occhio il benessere fisico, dobbiamo occuparci anche dell’equilibrio psicologico.
Ogni cura pratica – dall’alimentazione alle gite fuoriporta in sicurezza (se il carattere lo consente) e alla condivisione di parte del letto – si può tradurre in una coccola emotiva. Se Miao vede che ci preoccupiamo per lui, capisce senza dubbio di essere amato.
Quando andare dal veterinario?
Al primo segnale fisico o comportamentale più o meno chiaro, è bene contattare lo specialista telefonicamente ed esporgli le nostre perplessità. Una anamnesi il più possibile dettagliata riesce ad aiutare il medico a farsi un quadro generale completo.
Sarà lui a dirci se è opportuno fare una visita e a consigliarci gli step successivi, in base agli esiti. Il consiglio è sempre quello di non ricorrere al fai da te o al sentito dire, ma di avvalersi di un parere autorevole.