Gatto aggredisce una persona in particolare, cosa fare?
Perché il gatto aggredisce una persona? Cosa lo spinge a graffiarla e morderla? Una ragione c'è sempre, vediamo le più comuni
L’aggressività nei gatti non è rara perciò non è così inusuale vedere un gatto che aggredisce una persona. Ma non dobbiamo dimenticare che è insolito che un micio attacchi qualcuno senza motivo e che la situazione sia grave al punto tale da cercare l’aiuto di un professionista.
Tutto dipende sempre dal contesto, perciò da bravi gattari dobbiamo imparare a conoscere a fondo il comportamento di Micio e il suo linguaggio. Solo così potremo capire le ragioni delle sue azioni e reazioni nei confronti di qualcuno (spesso degli stessi padroncini).
Quando il gatto aggredisce una persona, sempre e solo quella e mai le altre è evidente che c’è qualcosa che non va. Spesso non ci rendiamo conto che certi comportamenti dipendono in larga parte dal nostro modo di reagire. Inconsapevolmente diciamo al gatto che quel che fa è giusto, perciò continua a farlo. Ma vediamo nel dettaglio.
Gioco sbagliato
Se il gatto aggredisce una persona in particolare, c’è sempre un motivo fondato. L’aggressività, salvo i casi di tipo “patologico” che richiedono l’intervento del veterinario, non è mai casuale e per capirne le ragioni dobbiamo essere accorti e aguzzare la vista.
Nella maggior parte dei casi noterete che il gatto aggredisce quella persona mentre giocano. Si instaura un meccanismo per cui da puro e semplice divertimento quel momento trascorso insieme si trasforma in un vero incubo. E allora vai con graffi e morsi, il gatto attacca le caviglie e i piedi e il povero malcapitato non riesce a fermarlo.
Forse non lo sa, ma probabilmente la colpa è proprio sua. Per giocare correttamente col gatto dobbiamo seguire delle specifiche regole di comportamento, che ci consentono di controllare in qualche modo le sue reazioni. Il gioco deve essere piacevole, mica una tortura, e soprattutto ripete sempre lo schema preda-cacciatore.
Ed ecco dove sta l’inghippo: la preda non deve essere la persona. Perciò se qualcuno gioca sempre col micio agitandogli le mani e le dita davanti al muso, automaticamente diventa la vittima. E il gatto a lungo andare si abitua a giocare in questo modo, facendogli del male. Vedete come l’aggressività spesso è indotta senza che neanche ce ne rendiamo conto?
Gatto improvvisamente aggressivo
L’aggressività legata alle carezze è frustrante e – ammettiamolo – fa paura. Siamo lì, accoccolati con Micio e ci stiamo facendo un sacco di coccole quando ecco che all’improvviso “impazzisce”. Graffia, morde, poi inizia ad agitarsi e scappa correndo a destra e a sinistra. Vi ci rivedete?
Se il gatto aggredisce in questo modo una persona c’è un problema. È assolutamente giusto coccolare il micio, accarezzarlo dolcemente e goderci il momento in cui fa le fusa in quel modo tanto tenero, ma sovrastimolarlo può essere controproducente. E in più se una persona lo accarezza dove non dovrebbe mai farlo, ecco che il danno è fatto.
Pensiamo però anche a un’altra eventualità, quella in cui l’aggressività del gatto è determinata dal dolore o da una malattia. I mici che stanno male non possono esprimerlo come faremmo noi umani. Se noi diciamo “ahi” e comunichiamo la nostra sofferenza a voce, Micio non ha altra possibilità per farlo se non reagendo fisicamente al dolore. E in più è un animale che tende a celarlo, motivo per cui spesso ci accorgiamo che sta male quando la malattia o il disturbo sono in stadio più avanzato e diventano evidenti.
E se fosse paura?
Spesso il gatto aggredisce una persona semplicemente perché ne ha paura e, come ben sappiamo, questa emozione può influire moltissimo sul suo comportamento. Basti pensare alla situazione più classica: la visita dal veterinario. Ci sono volte in cui il medico ha difficoltà anche solo a controllare il micio, perché si dimena e si agita e alla fine mostra i denti e tenta di attaccarlo.
Il gatto è un predatore solitario e in quanto tale ha sviluppato nel tempo un istinto specifico, che lo spinge a sopravvivere sempre e in qualunque tipo di situazione. Per questo motivo di fronte a un pericolo usa l’attacco come arma di difesa. È molto difficile vedere un micio che fugge di fronte a un pericolo e in ogni caso prima di scappare via lascia sempre un “regalino”, graffio o morso che sia.
Possiamo spiegare tutto questo anche in modo strettamente scientifico. Il sistema nervoso simpatico di Micio entra in azione con il riflesso “combatti o fuggi”. Perciò se non c’è un posto in cui fuggire, l’unica opzione è combattere. Ecco perché quando un gatto aggredisce una persona per paura c’è poco da star tranquilli: in quel momento entra in modalità sopravvivenza e può diventare estremamente pericoloso!
Come calmare i gatti aggressivi
L’aggressività felina non è uno scherzo, soprattutto se minaccia la casa o la vita del gatto. È molto più semplice e utile risolvere il problema prima, anziché lasciarlo scorrere per tanto tempo. Non dobbiamo limitarci a “sopportare” il fatto che il gatto aggredisca una persona, perché ciò porta a radicare in lui questo comportamento. E a quel punto è praticamente impossibile fare qualcosa.
L’aggressività da gatto a uomo dipende quasi sempre dalla persona, non dal felino. I gatti che da cuccioli sono stati maneggiati in modo approssimativo da una o più persone che non capivano il loro comportamento né il loro linguaggio, sono inconsapevolmente portati all’aggressività. Non è l’unica ragione, ma fa sempre bene ricordare che crescere un micio non è uno scherzo e dobbiamo sempre rispettare la sua natura e incentivare i buoni comportamenti.
È utile stabilire una routine di gioco che preveda attività mirate ad alleviare lo stress e l’ansia, ma anche all’apprendimento. E ciò vale soprattutto per la persona che il gatto aggredisce, non il contrario! Non basta tagliare le unghie al gatto per evitare i graffi, dobbiamo risolvere il problema alla radice.
Se il gatto inizia a mostrare segni di aggressività è importante restare calmi e controllati. Evitiamo qualsiasi reazione esagerata come urlare, spingerlo via o peggio cercare di costringerlo a stare fermo. E se non basta ciò che facciamo, rivolgiamoci a un bravo veterinario o a un comportamentista felino per cercare di risalire alla radice del problema.