Gatto adulto che cambia proprietario, come farlo abituare?
Miao è abitudinario e ogni cambiamento non lo vede di buon occhio. È importante sapere come aiutare un gatto adulto che cambia proprietario
Micio porta gioia nelle vite di chi lo adotta, ma prendere un gatto è anche una grande responsabilità, soprattutto se noi siamo i ‘secondi proprietari’. Ecco cosa sapere per essere certi di farcela.
Gli amici a quattro zampe sono molto amorevoli e portano tanta allegria. Portano però anche responsabilità. Abbiamo l’impegno di prenderci cura di un altro essere vivente “finché morte non ci separi” e quando si adotta un gatto che ha un passato, dobbiamo fare i conti con le sue abitudini e le sue paure.
A guardarci sono quegli occhioni ci fanno innamorare ogni volta che li incontriamo, e scatenano il desiderio di portalo a casa con noi. Adottare un felino, però, non è un gioco: bisogna sapere a cosa si va incontro così da non avere ripensamenti e da essere sicuri di essere all’altezza. Inoltre, un gatto adulto che cambia proprietario ha bisogno di essere seguito per gestire gradualmente il cambiamento.
Uno sguardo di insieme
Contrariamente a quanto si possa pensare i gatti soffrono davvero i cambiamenti, e un abbandono non lo superano facilmente. Aiutare un gatto adulto che cambia proprietario, quindi, è fondamentale per non causargli – anche involontariamente – ulteriori traumi.
Il mutamento di padrone potrebbe essere visto come un vero e proprio abbandono, con ansia da separazione annessa. Per noi vuol dire adottare un gatto traumatizzato. Questo perché Miao non ne capisconoo mai le ragioni e passano il resto della loro vita a chiedersi cosa abbiano fatto di male per meritare una tale punizione. Tale situazione si viene a creare, se noi non siamo molto attenti a gestire la situazione e a sentirlo amato come e più di prima.
Miao ce ne sarà grato
Che sia un peloso curato e pettinato o un piccolo randagio col mantello arruffato, lo sguardo è sempre quello, non mente e va dritto al cuore. Analizziamo però insieme cosa comporta un’adozione, oltre a tanto amore e gratificazione.
Il primo quesito da farsi è: perché si vuole prendere un gatto? Qual è la ragione più profonda che ci fa desiderare di avere una piccola palla di pelo per casa? Se l’unico motivo è l’insistenza di un figlio o il capriccio di una sera, meglio evitare. Se invece ci sono ragioni radicate, per le quali non si cambierà mai idea, allora da qualche parte c’è un quadrupede fortunato che ha trovato una famiglia.
Gli amici a quattro zampe sono degli esseri viventi bisognosi di tante cure e attenzioni. Hanno la necessità che gli si dedichi il tempo necessario ogni giorno. Inoltre, aiutare un gatto adulto che cambia proprietario vuol dire fargli superare una vera e propria ferita emotiva.
Necessita, quindi, di giocare e incanalare le proprie energie, di essere nutrito, educato, curato se sta male, ma soprattutto ha bisogno di sentire tutto il nostro affetto, quello di qualcuno che lo ami davvero. Se non possiamo garantirgli tutto questo, allora è meglio evitare di illuderlo un’altra volta (esattamente come è successo con la separazione dal precedente padrone).
I costi di gestione
Aiutare un gatto adulto a cambiare proprietario implica dei costi, e anche qualcuno extra. Prima di prenderlo a casa con noi capiamo bene se siamo in grado di gestire anche economicamente l’arrivo di un altro essere vivente in casa.
Bisogna infatti vaccinarlo, portarlo dal veterinario ogni volta che ha un problema di salute, lavarlo, garantirgli un’alimentazione di qualità, e tanto altro. Tutto questo si traduce in non pochi soldi da destinare alla cura del cane.
Inoltre, dobbiamo garantirgli una casa a misura di quadrupede. Non solo le ciotole con la pappa e l’acqua fresca sempre a disposizione, la cuccia e i giochi stimolanti, ma anche un luogo che possa sentire sicuro, una zona franca che veda come un rifugio. A tal proposito, può tornare utile sapere come abituare il gatto al trasportino affinché non lo veda solo come un mero mezzo di trasporto ma anche come un posto tutto suo.
Siamo davvero pronti?
Ci si deve chiedere se si è davvero pronti e se si ha la consapevolezza di cosa ci aspetta. Un esemplare che ha perso il suo punto di riferimento umano richiede una dose di pazienza in più: deve fare i conti ogni giorno con i traumi del passato e imparare a fidarsi di nuovo. In tal senso, ecco alcuni falsi miti sui gatti che vanno sfatati una volta per tutte.
Se queste considerazioni non ci hanno fatto scappare e la voglia di avere un felino in giro per casa è ancora ben radicata in noi, siamo degli ottimi candidati. Pronti a fare tutto quello che è necessario per far vivere al meglio un altro essere vivente, tenendo conto delle sue esigente, e a ricevere tutto l’amore che è in grado di dare in cambio. Affetto e fedeltà incondizionati sono un ottimo ‘ritorno’.
Non ci resta che andare al rifugio e scegliere o, meglio, farsi scegliere, da due occhioni che non vedono l’ora di affidarsi a qualcuno che si prenda cura di loro. Qualsiasi sia la razza desiderata, chiediamoci se salvare un dolce randagio dalla solitudine e dalla tristezza del gattile possa essere una soluzione che faccia bene al nostro e al suo cuore. Non salviamo solo una vita, infatti, ma due: la sua e la nostra.
Parola d’ordine immedesimazione
A seconda del tipo di gatto e della sua indole bisogna avere una casa più o meno spaziosa, magari anche con uno spazio esterno messo in sicurezza che gli permetta di scorrazzare in lungo e in largo quando ha la necessità di incanalare correttamente le energie in eccesso e di dare retta all’istinto predatorio. I quadrupedi molto vivaci, soprattutto, hanno infatti bisogno di muoversi in libertà per non incorrere in disturbi di ansia e depressione.
I gatti più sedentari, invece, non necessitano della stessa quadratura, ma comunque devono avere modo di muoversi e divertirsi con attività apposite: se non hanno lo spazio sufficiente soffriranno. Sono tutti aspetti che dobbiamo prendere in considerazione.
Se non abbiamo abbastanza tempo ed energie da dedicare al nostro amico a quattro zampe, non adottiamolo. In caso contrario, ci sono diversi motivi per adottare un randagio, soprattutto se è abituato a ricevere l’amore umano e lo ha perso improvvisamente: aiutiamo un gatto adulto che cambia proprietario. Tenendo conto anche che non può vivere in un rifugio e passare le sue giornate in un box un metro per un metro. Nonostante vari luoghi comuni è in grado di essere amato e di amare.
Cosa non può mancare
Se ha un carattere sedentario il gatto non è il pet più indicato. Come appena detto, ha tanta energia da canalizzare per evitare di stare male. Prendere un gatto implica fare tante sessioni di gioco in compagnia e tanta attività fisica: sono alla base della cura consapevole e responsabile di un amico a quattro zampe.
Quando si sceglie di prendere con sé una piccola palla di pelo, bisogna capire quale sia la più idonea alle nostre esigenze e se noi siamo i proprietari migliori per le sue. Per esempio, se apparteniamo a una famiglia con pargoli, dobbiamo pensare alla convivenza con loro e scegliere tra le razze di gatti adatte ai bambini.
Infine, è bene anche chiedersi quanto sia facile educarlo e valutare eventuali corsi di socializzazione per cuccioli tenuti da etologi esperti in comportamento felino. Per qualsiasi dubbio o incertezza, rivolgiamoci al veterinario di fiducia e lasciamoci guidare dai suoi consigli da esperto in materia, soprattutto se non abbiamo dimestichezza con traumi da abbandono.