Gattino col singhiozzo, c’è da preoccuparsi? Cosa fare e cosa significa
Ci sono casi in cui un fenomeno apparentemente innocuo come il singhiozzo di un gattino dovrebbe destarci preoccupazione? Scopritelo qui.
Avere un gattino a cui a un certo punto viene il singhiozzo è di solito un fenomeno comune e quasi banale, che molte persone trovano anzi divertente. Ma ci sono casi in cui dovremmo invece preoccuparci? Potrebbe trattarsi, in qualche occasione, di uno dei sintomi di un problema di salute, magari riguardante la digestione o la respirazione? C’è una durata massima oltre la quale è il caso di farlo visitare da un medico? A queste e altre domande risponderemo in questo articolo.
Un fenomeno molto comune
Chi non ha mai avuto il singhiozzo? Questo bizzarro fenomeno si verifica solitamente all’improvviso, dando spesso luogo a situazioni divertenti o imbarazzanti a seconda del contesto e del tempismo con cui ci sorprende. Nonostante sia così frequente, tuttavia, poche persone sono in grado di spiegare di cosa si tratti con esattezza, e cosa succeda nel nostro organismo quando ci viene il singhiozzo.
La nostra respirazione è regolata dal diaframma, un muscolo a forma di cupola che separa la cavità toracica da quella addominale; quando inspiriamo esso si contrae, e quando espiriamo si distende. Il singhiozzo si verifica quando il diaframma riceve dal cervello un segnale che lo forza a delle contrazioni ripetute e involontarie, e a un improvviso spostamento in avanti.
Ognuna di queste contrazioni improvvise si conclude con la chiusura dell’epiglottide, una cartilagine posta alla base della lingua che normalmente funge da separatore tra l’apparato respiratorio e quello digerente, e che al momento della deglutizione si abbassa impedendo al cibo di entrare nelle vie aeree. È proprio in seguito a questa chiusura che si verificano quella sorta di sussulto e quel suono a noi familiari in questa occasione e tipici del singhiozzo.
E forse non ne siete a conoscenza, ma stiamo parlando di un fenomeno a cui tutti i mammiferi sono soggetti; e questo include anche i nostri amici felini. Il suono che emettono loro è un po’ diverso rispetto al nostro, decisamente più acuto, e forse è per questo che tendiamo a trovarlo adorabile e a non interrogarci troppo sulle sue origini.
Le cause
In linea di massima, il singhiozzo in un gattino è una cosa assolutamente normale. Va anzi detto che questo processo si verifica spesso e volentieri già da quando il nostro cucciolo è nel ventre materno! Gli studiosi che se ne sono accorti sostengono che in questi casi si tratti del modo in cui l’organismo del piccolo, ancora in via di sviluppo, comincia a esercitare le funzioni respiratorie e l’attività muscolare a esse connessa, inclusa ovviamente quella del diaframma.
Ma quali sono le cause del singhiozzo a cui assistiamo noi? Cosa lo scatena in un gattino già nato e che respira autonomamente e normalmente? A provocare il processo che abbiamo descritto in precedenza, e che si verifica allo stesso modo sia per noi che per un gatto, è l’irritazione del nervo frenico, che appunto regola i movimenti del diaframma.
Esistono tante ragioni per le quali il nervo frenico impartisce questo comando al diaframma, e molto spesso esse hanno a che vedere con l’alimentazione. Un gattino che mangia troppo velocemente tende a non masticare in modo adeguato, e questo lo porta a ingerire aria insieme al cibo che assume: è proprio questo che provoca gli spasmi del diaframma tipici del singhiozzo; la stessa situazione si verifica ovviamente se il micio beve in modo troppo rapido.
In generale è però tutto quello che provoca un aumento della frequenza respiratoria a potersi rendere indirettamente responsabile del singhiozzo: possiamo quindi includere determinati stati d’animo nella lista delle possibili cause, come nervosismo, entusiasmo o ansia.
E non vanno poi dimenticate le palle di pelo: se il nostro piccolo amico a quattro zampe ha dei residui di pelo morto che non riesce a ingerire né a sputare via, potrebbe involontariamente dare origine all’irritazione che provoca il singhiozzo.
Dobbiamo intervenire? Ecco quando e come
Se di tanto in tanto il vostro gattino ha il singhiozzo per qualche minuto, in particolare dopo aver mangiato, evitate quindi di preoccuparvi: si tratta di un fenomeno normale che anzi si andrà verificando sempre più raramente man mano che Miao continua a crescere; ed è probabile che smetta del tutto di verificarsi una volta che avrà raggiunto l’età adulta.
Se, da bravi umani premurosi nei confronti del vostro cucciolo, avete comunque voglia di intervenire per fare in modo che si interrompa, immaginando che per lui non si tratti esattamente di un’esperienza confortevole, sappiate che gran parte dei consigli di esperti e appassionati si basano su varie forme di prevenzione anziché su interventi al momento. In particolare:
- Assicurare al vostro cucciolo una dieta sana ed equilibrata contribuirà non solo a nutrirli ma anche a saziarli, riducendo la foga con cui si avventeranno sul cibo al prossimo pasto;
- Se ciò non dovesse funzionare, aumentate la quantità di pasti riducendo in proporzione la quantità di cibo presente in ognuno di essi. In questo modo il gattino trascorrerà meno tempo senza mangiare e avvertirà molto meno la fame.
- Siate rigorosi con la tolettatura del vostro micio, spazzolandolo con cura e rimuovendo tutti i peli morti che potete dal suo manto. Così facendo contribuirete a prevenire la formazione di boli di pelo.
- Esistono anche degli alimenti pensati appositamente per prevenire le palle di pelo, per i quali potete optare in tutta sicurezza.
- Se notate che il vostro gattino col singhiozzo si mostra nervoso o infastidito, cercate di calmarlo o distrarlo in modo che torni a respirare in modo più regolare.
Quando preoccuparsi
Il singhiozzo è un fenomeno che, anche in un gattino piccolo e anche presentandosi piuttosto di frequente, non dovrebbe durare più di qualche minuto per volta. Se invece esso si protrae per più di un giorno è il caso di portarlo dal veterinario, poiché potrebbe essere sintomo di un problema di salute.
Anche in questo caso potrebbe non trattarsi di nulla di grave, ma è meglio essere prudenti: tra le patologie interessate troviamo l’asma felino, problemi cardiaci e respiratori o infestazioni da parassiti. Potrebbe anche trattarsi di una forma di allergia alimentare.