Gatti: perché cadono sempre in piedi, su quattro zampe?
Un'abilità davvero straordinaria: ecco come fanno i gatti a cadere sempre sulle loro zampe, e perché ci riescono quasi sempre.
Una delle caratteristiche che accomunano tutti i gatti è la loro capacità di ridurre l’impatto di cadute anche gravi atterrando sempre sulle loro zampe. Ma vi siete mai chiesti perché ci riescono? Se non avete una risposta vi basterà leggere questo articolo.
I gatti sono dotati del cosiddetto “riflesso verticale” che permette loro di orientare la posizione del loro corpo mentre sono in aria e di atterrare sulle zampe. Si tratta di un’abilità che è stata oggetto di studio da parte degli scienziati sin dal XIX secolo: nel 1894 fu Etienne-Jules Marey a scoprire come avveniva questo processo, catturando 60 rapide immagini della caduta di un micio per poi riguardarle con calma e osservare attentamente la serie di movimenti che eseguiva.
Ma come fanno questi animali ad eseguire proprio questi movimenti? La risposta è ovviamente da ricercare nella loro particolare anatomia: l’apparato vestibolare presente nel loro orecchio interno viene usato per regolare equilibrio e orientamento del corpo, e questo permette loro di capire immediatamente dov’è il sopra e dov’è il sotto, in modo da agire di conseguenza.
A questo si aggiunge il fatto che essi non sono provvisti di clavicola, ma hanno una colonna vertebrale estremamente flessibile composta da 30 vertebre. Ciò consente ai gatti di correggere la propria postura in tempi rapidissimi nel corso di una caduta: la schiena si inarca, le zampe ruotano sotto il corpo e con l’estremità vicino al viso, per proteggerlo.
I gatti sviluppano il riflesso verticale molto presto ed è già possibile notarlo nei gattini di appena 3 settimane di vita, anche se ne hanno completa padronanza solo dopo le 7 settimane.
Uno studio effettuato nel 1987 a New York ha analizzato una serie di referti medici di gatti che erano caduti da edifici di più piani, e ha registrato delle statistiche sorprendenti: molti di loro erano atterrati su una superficie in cemento, eppure il 90% dei gatti studiati era sopravvissuto e solo il 37% aveva avuto bisogno di cure di emergenza.
Era ovviamente anche la differenza di altezza a influenzare l’esito di queste cadute: i gatti che cadevano dal settimo al trentaduesimo piano riportavano meno lesioni, mentre quelli che cadevano dal secondo fino al sesto piano ne riportavano di più. Sorprendentemente, un gatto caduto da 32 piani e atterrato sul cemento era stato riportato a casa dopo sole 48 ore di cure mediche, riportando solo un dente scheggiato e un’emorragia polmonare non grave.
Stando a quanto affermano gli scienziati, maggiore è l’altezza da cui cade un gatto e maggiore sarà il tempo che avrà per assumere la posizione giusta. Essi credono anche che un micio raggiunga una velocità di caduta decisamente minore rispetto agli esseri umani, e che a quel punto cominci a rilassarsi e stendere le zampe verso l’esterno, proprio come fa uno scoiattolo volante; ciò aumenta l’attrito con l’aria, facendolo agire come un piccolo paracadute.
Uno dei fattori che influenzano notevolmente la capacità di un felino di atterrare sulle zampe è anche la loro abitudine di arrampicarsi su alberi e altre superfici. È in questo modo che imparano ad adattarsi a ridurre il danno di ogni caduta: le loro zampe, apparentemente fragili, sono in realtà molto muscolose e riescono a ridurre l’impatto dell’atterraggio e ad assorbire gran parte dello shock, piegandosi in modo da risentirne il meno possibile.
Nonostante questa loro formidabile abilità, è comunque importante assicurarsi che il vostro gatto non rischi di cadere da altezze troppo elevate, soprattutto se sovrappeso. Se vivete ai piani alti di un palazzo potrebbe essere una buona idea installare delle reti di protezione per evitare cadute spiacevoli. Se il vostro gatto dovesse comunque cadere portatelo immediatamente dal veterinario anche se sembra star bene: potrebbe aver riportato delle lesioni interne che non siete capaci di scorgere a prima vista.