I gatti odiano l’acqua, perché e come possiamo rimediare
L'equilibrio psicofisico di Miao è una priorità, i gatti odiano l'acqua per delle ragioni che dobbiamo conoscere per evitare di metterli in difficoltà
Non è una situazione rara, lo è semmai quella opposta. Il bagno a mare è una prerogativa di Fido, vedere un micetto nuotatore è davvero un’impresa.
Non ci dobbiamo stupire, non è raro che accada e le ragioni possono essere tantissime, a cominciare da eventuali traumi pregressi e mai superati.
I gatti odiano l’acqua. Si tratta di una questione atavica legata al loro mantello. Il nostro obiettivo è approfondire una questione su cui c’è tantissima confusione e che mette a disagio la nostra piccola palla di pelo.
Le cause principali
I gatti odiano l’acqua perché la loro pelliccia, quando si bagna, non si asciuga molto facilmente e la sensazione consequenziale non piace a Micio. Oltretutto, non dimentichiamo che siamo di fronte ad animali che sono estremamente puliti per natura. Per loro la questione igienica non è di poco conto. Quando si leccano rilasciano degli odori che servono a comunicare con gli altri animali e un eventuale lavaggio potrebbe far saltare i loro piani.
Il nostro amico a quattro zampe marca il territorio in questo modo e, di contro, annusa dappertutto quando si trova in un nuovo ambiente per reperire informazioni importantissime sui suoi simili e su ciò che lo circonda. È presto detto, infatti, che qualsiasi liquido che alteri questi equilibri così funzionali non fa gli interessi della nostra piccola palla di pelo. Inoltre, i felini sono famosi per essere maniaci del controllo, preferiscono di gran lunga quindi le superfici solide, che avere a che fare con i liquidi che tendono a ‘sfuggire’.
Le esperienze passate, come incidono
Se i gatti odiano l’acqua, potrebbero avere avuto un’esperienza negativa legata proprio a questo elemento o avere avuto qualche problema durante la fase di socializzazione. Un periodo importantissimo in cui impara a interagire con il mondo che lo circonda nel rispetto di tutti gli attori in gioco.
Se questo lasso di tempo, che coincide con i primi mesi di vita, passa senza che ci sia un addestramento, è molto più facile che Miao abbia problemi relazionali e di adattamento. Le paure e le fobie potrebbero essere davvero tante, e non sempre semplici da gestire.
Soprattutto se decidiamo di adottare un gatto traumatizzato, magari che ha vissuto per strada o all’interno di un gattile, dobbiamo avere un po’ di pazienza in più. Sicuramente gli diamo l’opportunità di una vita che possa essere chiamata tale, è una delle esperienze più catartiche che esistano: non cambia l’esistenza solo del fortunato quattro zampe, ma anche la nostra (che finalmente sapremo cosa sia l’amore realmente incondizionato). Ha bisogno di cure e attenzioni extra, dedicate. Ma vediamo quali sono gli errori più comuni commessi quando Miao dimostra di non amare particolarmente l’acqua:
- Obbligarlo a entrare a contatto con l’acqua;
- Rimproveri associati a questo particolare elemento;
- Patologie che l’acqua provoca o acuisce (una fra tutte l’otite);
- Incidente avvenuto in acqua o nelle sue vicinanze:
- Malattie dolorose che provocano insicurezze;
- Bagno in acqua troppo fredda, calda o profonda.
Tutte queste situazioni, e molte altre, possono creare un blocco emotivo nel nostro amico a quattro zampe. Consultiamoci con un esperto in comportamento, allora, per cercare di trovare il rimedio che fa al caso del nostro peloso. Ma non allarmiamoci se questo odio atavico persiste. Micio non ha bisogno di fare il bagnetto come il cane, pensa da solo alla propria igiene e l’unica acqua di cui non può fare a meno e quella da bere, che deve essere sempre pulita e fresca (lui ci tiene a certi dettagli).
Fobia e paura, differenze
Prima di tutto, dobbiamo capire se i gatti odiano l’acqua perché sono gatti o se hanno subito dei traumi. C’è differenza tra fobia e paura. A volte, infatti, capita che si tratti di un semplice rifiuto dovuto a un fastidio: nulla di più.
Un felino che prova paura farà di tutto per scappare da ciò che lo intimorisce, anche arrivando a mordere e graffiare se pensa possa essere necessario alla risoluzione del problema. Un sintomo inequivocabile è l’immobilità di fronte a uno specchio d’acqua.
Tutt’altra cosa, invece è la fobia: si tratta infatti di un malessere che provoca una reazione spropositata e che si manifesterà con ansia e sintomi di disagio molto evidenti. Siamo di fronte a una vera e propria fonte di debolezza, che rende Micio più incline a patologie e disturbi di vario tipo. A tal proposito, può tornare utile sapere come gestire l’ansia del gatto. Dato che è del benessere del nostro felino che stiamo parlando, intervenire non è una possibilità ma un dovere. In questo caso più che in altri è saggio farsi aiutare da un professionista certificato e che sappia il fatto proprio.
Come aiutare Miao
Se i gatti odiano l’acqua ma riescono a vivere serenamente non c’è molto da fare. Rispettiamo la loro natura ed evitiamo di metterli in condizioni di disagio. Se invece siamo di fronte a una vera e propria fobia che gli condiziona la vita, un addestramento mirato è la strada da percorrere. Sicuramente c’è una serie di cose da non fare:
- Esporlo alla sua più grande paura (o fobia) senza che venga tenuto sotto controllo;
- Rimproverarlo e/o punirlo;
- Obbligarlo a fare qualcosa contro la sua volontà;
- Rinforzare comportamenti errati (graffiare, piangere o mordere).
Invece, è meglio farsi vedere tranquilli per spingerlo a non stare in pena: complimenti, carezze e rinforzi positivi sono consentiti. I sentimenti possono essere rafforzati o tenuti alla larga attraverso le azioni.
La distanza di sicurezza
Una soluzione è cercare di capire entro quale raggio il nostro amico a quattro zampe è sereno anche se c’è dell’acqua nei paraggi. La distanza di sicurezza entro la quale i gatti che odiano l’acqua si sentono al sicuro. In un punto tranquillo, organizziamo un searching del cibo con l’ausilio di alcuni giochi. In questo caso specifico, la durata dell’allenamento deve essere di cinque minuti circa. Ripetiamo l’esercizio fino a quando non verrà automatizzato.
Anche se abbiamo il supporto di un professionista, il nostro ruolo è prioritario: è quello di far associare l’acqua a qualcosa di positivo (la pappa, per esempio). Non sottovalutiamo le cose da non fare: in questo modo non faremmo altro che alimentare i sentimenti e gli atteggiamenti negativi. In percorsi come questo è indispensabile mantenere o instaurare un rapporto tra bipede e quadrupede basato sulla fiducia e profondo.