Gatti litigano tra loro: quando e come intervenire per separarli ed evitare incidenti
Non sempre le convivenze filano lisce come l'olio. I gatti che litigano tra loro, però, possono farsi male e vanno divisi prima possibile
I gatti litigano tra loro, lo fanno quelli che vivono in strada e anche quelli che hanno la fortuna di avere un tetto sulla testa. Le ragioni sottostanti possono essere molteplici, ma si tratta comunque di una dinamica diffusa. Il papà o la mamma umani ne sono testimoni ogni volta, o quasi. Se non ci si vuole perdere nessun momento di divergenza, installiamo una videocamera da collegare direttamente con lo smartphone.
Il litigio rientra nella comunicazione felina di ogni giorno, ma ci sono dei limiti che non vanno varcati se non vogliamo che la loro incolumità venga messa a rischio.
Uno sguardo d’insieme
I gatti che litigano tra loro sono protagonisti di un confronto senza mezzi termini, diretto e schietto. Per comprendere sino in fondo cosa li spinge ad agire in questo modo, e non continuare con le insane antropomorfizzazioni ed eventuali supposizioni, è meglio imparare a interpretare il linguaggio del corpo, a intercettare correttamente i segnali che – in maniera più o meno consapevole – mandano.
Seppur anni e anni a stretto contatto con l’uomo abbiano contribuito a un’evoluzione che ha ridotto un gap comunicativo inevitabile tra due specie così diverse, ci sono ancora degli aspetti che non riusciamo a comprendere sino in fondo.
Le ragioni possono essere molte e tutte differenti fra loro, possono coinvolgere entrambi i sessi: sia femminucce che maschietti. Si tratta di una lotta tipica in natura. Ma vediamo di concentrarsi su tutte le cause possibili, o almeno le più frequenti.
Le cause più frequenti che innescano una lite
Le cause principali che spingono i nostri amici a quattro zampe l’uno verso l’altro, quelle che danno il via allo scontro, spesso sono legate a una questione di territorialità. Il possesso della preda (o del cibo, se non si è randagi), dei propri giochi preferiti, degli accessori di tutti i giorni provocano delle divergenze non di poco conto. E poi c’è ancora chi crede che bipedi e quadrupedi siano profondamente diversi.
Anche l’introduzione di una new entry in casa può essere motivo di litigio. Non dimentichiamo che la nostra piccola palla di pelo è estremamente abitudinaria. Qualsiasi cambiamento è motivo di stress e di ansia. A tal proposito, per gestire l’ansia nel gatto potrebbe tornare utile sapere come introdurre un gattino in una casa in cui vive un gatto adulto.
Una questione di istinto
I gatti litigano tra loro, è una mera questione di istinto per la lotta. Fa parte del dna dei felini, che non si sottraggono mai al confronto (anche e soprattutto se è ‘particolarmente animato’). Altro non è che un dialogo, probabilmente un po’ irruento, che ha il fine di stabilire una gerarchia. Sì, perché i ruoli ci sono anche all’interno delle mura domestiche. Si tratta di priorità esistenziali, qualcosa che – lo dice l’aggettivo – non può essere lasciata lì in un angolo: ne va della loro vita.
Non tutti gli scontri sono negativi, ma spesso è il caso di intromettersi per evitare il peggio. Ovviamente deve essere un intervento fatto con una certa ratio, se non vogliamo peggiorare la situazione. Si tratta di un comportamento naturale, istintivo; ma può avere delle spiacevoli conseguenze, e noi dobbiamo essere pronti a procedere in caso di necessità.
Il linguaggio felino
È molto importante comprendere il linguaggio del gatto, lo abbiamo già detto. Dobbiamo sapere quando è tranquillo, triste, pensieroso, aggressivo. E capire anche il motivo per cui sta vivendo un determinato stato d’animo. A tal proposito, attenzione all’aggressività possessiva, spesso siamo noi la ragione del contendere. Può trattarsi anche di una questione di confini territoriali, con tanto di agguati, salti, soffiate, imboscate, zampate e minacce fisiche di ogni ordine e grado.
Il soggetto più scontroso potrebbe condizionare gli accessi in determinate aree della casa al suo coinquilino quadrupede. Grave è se off limits diventano la lettiera e le ciotole con acqua e cibo. Se i maschi si affrontano per semplice competizione e sull’onda degli stravolgimenti ormonali, le femmine appaiono più determinate e incisive perché alla ricerca del predominio casalingo e quindi territoriale.
Una scena già vista
La scena è sempre la medesima: uno dei due esemplari si pone in posizione di sfida fissando il nemico negli occhi, inarcando la schiena con tanto di pelo rizzato: è pronto ad attaccare. A tal proposito, potrebbe tornare utile sapere il motivo per cui il gatto non distoglie lo sguardo.
Potrebbe anche mostrare un atteggiamento aggressivo ma remissivo, con coda la tra le gambe, le orecchie piegate all’indietro, le zampe sotto il corpo e la posa laterale di difesa. È auspicabile non provocarlo avvicinando la mano oppure il corpo (potremmo doverne pagare le conseguenze).
Il più delle volte, i gatti litigano tra loro per l’accoppiamento e per conquistare il possibile compagno, anticipando il confronto fisico con miagolii, versi, spesso strilli feroci e movimenti violenti messi in atto con la coda. Ecco allora che possiamo prevenire ed evitare un eventuale scontro di un certo livello.
Possibili soluzioni
Intromettersi in prima persona, lo abbiamo appena detto, non è fra le strategie più sicure. Il tipo di approccio che possiamo mettere in atto è di distrazione. Introduciamo un elemento che gli faccia dimenticare il motivo del litigio. Anche battere le mani o urlare può essere efficace, ma in merito ci sono diverse scuole di pensiero. Alcuni credono che mostrarsi nervosi non faccia altro che alimentare uno stato d’animo simile.
Se l’esito è risultato positivo, è meglio relazionarsi con ognuno degli attori in gioco singolarmente. Cerchiamo di trasmettere loro sicurezza e tranquillità. Aspettiamo qualche minuto prima di dare loro da mangiare, altrimenti potrebbero fare associazioni nocive in un’ottica di socializzazione. Invece premiamoli quando si comportano bene, in questo modo incoraggeremo gli atteggiamenti cordiali.
Noi compagni di avventura bipedi abbiamo il compito di intermediari, di pacieri. Dovremo anche essere in grado di arginare eventuali scontri futuri. Nella fattispecie, in seguito a un lungo periodo di ansie e tensioni.
Meglio non rimproverare, piuttosto creiamo uno spazio neutrale e condivisibile. Con dei giochi e degli elementi distensivi. Una volta ristabilita la calma, non dimentichiamo l’importanza delle coccole e delle attenzioni di cui solo noi possiamo essere artefici. L’amore è l’approccio migliore.