Gatta bianca abbandonata nel rifugio “calandola dal cielo”: la storia di Lady Madonna

Lady Madonna è arrivata nella struttura Enpa di Monza in modo decisamente insolito e anche un po’ scenografico. La gatta bianca è stata abbandonata nel rifugio con una modalità che ha lasciato tutti gli operatori senza parole. Chi ha deciso di lasciarla lì l’ha legata a una corda e “semplicemente” l’ha calata dall’altro. Un ingresso ad effetto per Lady Madonna, che ora cerca casa.

Quella che potrebbe sembrare una scena da film comico cela in realtà una vicenda toccante. Al rifugio Enpa di Monza qualcuno ha scelto un metodo tanto insolito quanto discutibile per abbandonare una gatta: calarla con una corda oltre il muro di cinta della struttura. Dentro un trasportino bianco e grigio, legato a una lunga corda gialla, è apparsa Lady Madonna. Durante un normale giro di controllo, i volontari hanno notato il trasportino lasciato accanto al muro del rifugio. All’interno, rannicchiata e con lo sguardo spaventato, c’era una gatta bianca abbandonata al rifugio.

La scena sembrava quasi surreale: qualcuno l’aveva calata dall’alto, lasciandola lì come un ultimo saluto. Dopo il recupero, Lady Madonna è stata visitata e trovata in buone condizioni generali. Però gli esami hanno rivelato un lieve dolore cronico alla schiena, probabilmente di natura muscolare o nervosa. Nulla di grave, e grazie alle cure ricevute la sua salute è in miglioramento. Il trauma dell’abbandono, però, ha richiesto più tempo per essere superato: inizialmente diffidente, ha imparato gradualmente a fidarsi dei volontari. Oggi si mostra affettuosa e giocherellona, anche se non ama troppo essere manipolata, forse proprio a causa del dolore alla schiena.

Ora Lady Madonna è pronta per un nuovo inizio. Cerca una casa tranquilla, magari con un giardino protetto, e persone pazienti che possano offrirle affetto e attenzioni. Chi desidera accoglierla può scrivere alla mail adozioni.gatti@enpamonza.it. . “Nonostante tutto, Lady Madonna non ha perso la sua dolcezza. Merita di trovare una famiglia che sappia apprezzare la sua bellezza e la sua forza”, queste le parole dei volontari che l’hanno avuta in cura fino a oggi. E che sperano di trovare una casa per lei.