Gadget per gatti comprato su Temu: donna svizzera rischia di andare in prigione
Una donna svizzera aveva acquistato quello che sembrava un innocuo gadget per gatti sulla piattaforma low cost Temu. Ha rischiato, però, di finire in prigione...
Ogni tanto capita di voler fare un regalino ai nostri amici a quattro zampe. C’è chi si rivolge ai negozi specializzati o al reparto dedicato ai pets dei supermercati. Chi, invece, non vuole o non può spendere tanto si rivolge alla rete, in particolare ai siti di vendite low cost. Attenzione, però, a quello che comprate. Una donna rischia di andare in prigione per un gadget per gatti che ha comprato su Temu.
Patricia è una donna che vive in Svizzera. Aveva deciso di comprare un giochino per intrattenere in casa il suo adorabile micio. Aveva scelto di fare il suo acquisto su Temu, la nota piattaforma di e-commerce cinese che vende di tutto e a basso costo, anche se le sue pratiche sono oggetto di discussione in tutto il mondo. Patricia pensava di aver comprato un normalissimo gadget, una di quelle lucine laser che i felini amano giocare (anche se veterinari ed esperti ne sconsigliano a prescindere l’acquisto). L’amara sorpresa è arrivata quando ha capito che rischiava di andare in prigione per il suo shopping online.
Ancora prima che il pacco arrivasse a casa sua, la dogana svizzera ha eseguito un controllo, scoprendo che all’interno c’era un laser che, per la legge svizzera, è considerato un’arma. Secondo la normativa vigente nel paese europeo, infatti, sono autorizzati solo i laser di categoria 1, che hanno potenza massima di 0,39 milliwatt. Se si supera questo limite si è fuori legge: i laser più potenti sono pericolosi se direzionati verso gli occhi di qualcuno. Possono causare, infatti, cecità e in alcuni casi anche ustioni. Lei l’aveva comprato su una piattaforma cinese che non può conoscere tutte le leggi del mondo.
“I doganieri hanno trattenuto l’oggetto e hanno informato il pubblico ministero. Mi indigna ordinare un semplice oggetto su Internet e ritrovarmi con una denuncia, il rischio di una multa e precedenti penali”. La donna ha contattato anche Temu, che però ha incolpato i venditori, dal momento che la piattaforma vende prodotti terzi, come se fosse un intermediario.