FIV o sindrome da immunodeficienza virale: cause, sintomi e che cosa si può fare
La FIV o sindrome da immunodeficienza virale è una grave malattia che può colpire tutti i gatti indistintamente. Ecco cosa sapere
Comunemente chiamata “AIDS felina”, la FIV è una malattia che colpisce spesso i gatti domestici ed è causata dal virus dell’immunodeficienza felina da cui prende il nome.
FIV, infatti, è l’acronimo di Feline Immunodeficiency Virus, un virus che appartiene alla famiglia dei retrovirus e che causa nel gatto la sindrome da immunodeficienza virale.
L’accostamento all’AIDS non è casuale e si deve alla somiglianza con la sindrome da immunodeficienza acquisita che colpisce l’uomo, ma i gatti non possono trasmettere la FIV alle persone.
La FIV è stata scoperta negli anni Ottanta, poco dopo il virus HIV, ed è una malattia molto grave attualmente incurabile e purtroppo, spesso, resta asintomatica per moltissimo tempo.
I sintomi cominciano a far capolino quando ormai la situazione è irrecuperabile e il sistema immunitario del micio è completamente deteriorato. Il gatto, in sostanza, muore perché è esposto alle infezioni a cui il suo organismo compromesso non riesce a far fronte.
FIV: un virus pericolosissimo per i gatti
Chiunque accudisca un gatto sa bene quanto possa far paura la parola FIV. E in effetti c’è da stare all’erta con una malattia del genere che si rivela pericolosa e mortale per i nostri amati felini.
La sindrome da immunodeficienza virale rende il gatto completamente esposto al rischio di contrarre infezioni secondarie perché il suo sistema immunitario è debole e compromesso al punto tale da essere completamente inefficace.
Parliamo di un virus presente in tutti i gatti domestici del mondo, quindi la malattia non ha una corrispondenza geografica precisa e non dipende da fattori come l’età o la razza.
Gli studi hanno dimostrato che la FIV infetta anche altri felini selvatici come il leopardo delle nevi, il leone, la tigre, il giaguaro e persino la lince rossa.
Questo terribile virus è stato isolato per la prima volta nel 1987 ma gli scienziati sono concordi nell’affermare che esisteva già da prima.
Secondo le statistiche, inoltre, la FIV è molto più comune nei gatti randagi perché per questi è molto più facile essere morsi da un animale infetto. Inoltre a quanto pare sarebbe più frequente nei maschi rispetto alle femmine.
Il ciclo virale della sindrome da immunodeficienza felina
La FIV che colpisce i gatti ha molto in comune con l’AIDS, ovvero la sindrome da immunodeficienza acquisita causata dall’HIV nelle persone.
Ricordiamo ancora una volta, però, che i gatti non possono trasmettere in alcun modo la FIV all’essere umano.
Proprio come l’infezione da HIV, la FIV felina ha un ciclo virale che si può suddividere in tre diversi stadi: iniziale o acuto, latente e terminale.
Nel primo stadio, detto acuto, il gatto presenta sintomi come febbre e linfonodi gonfi e inizia ad avere infezioni della pelle o intestinali. Tali sintomi, però, non compaiono subito ma solo dalle 4 alle 6 settimane dopo che il micio ha contratto il virus.
Il secondo stadio è quello latente e probabilmente è il più pericoloso, perché vuol dire che il micio anche per moltissimi anni potrebbe non mostrare alcun sintomo della malattia. Quindi il suo sistema immunitario viene lentamente compromesso senza che neanche ce ne accorgiamo.
L’ultimo stadio, quello terminale, è il più grave e in genere riguarda i gatti dai 5 anni di età in su.
A questo punto il gatto non ha più un sistema immunitario funzionante perché il virus lo ha completamente distrutto ed è perciò impossibile fronteggiare anche la minima infezione.
I gatti allo stadio terminale della FIV sono predisposti a qualsiasi tipo di infezione, soprattutto quelle croniche, che possono essere provocate da batteri, funghi o parassiti, anche da quelli che in genere non danno troppi problemi.
Come si trasmette la FIV
La principale causa di trasmissione della FIV è il morso dei gatti, per questo motivo nella maggior parte dei casi la sindrome da immunodeficienza virale colpisce i gatti randagi, che non sono sterilizzati e anche più aggressivi.
Ciò non vuol dire che i gatti domestici siano completamente fuori pericolo, specialmente se hanno la possibilità di uscire e di incontrare animali infetti!
La FIV non si trasmette soltanto con la saliva ma in generale con lo scambio di fluidi corporei, perciò oltre al morso anche l’accoppiamento può trasmettere il virus.
Al contrario è molto improbabile che i gatti si contagino attraverso ciotole e lettiere oppure perché semplicemente giocano o dormono insieme.
Può capitare che sia la mamma gatta a trasmettere il virus ai gattini ma solo se viene infettata durante la gestazione o l’allattamento. Tuttavia si tratta di casi davvero molto rari e in genere da una mamma gatta con la FIV nascono comunque gattini sani.
Sindrome da immunodeficienza felina: i sintomi
I sintomi della FIV o sindrome da immunodeficienza virale sono molto simili a quelli della FeLV e in un primo momento sono piuttosto generici:
- Apatia;
- Inappetenza;
- Febbre;
- Linfoadenopatia (linfonodi ingrossati);
- Perdita di peso.
In stadio avanzato, invece, i sintomi nei gatti diventano specifici in base al tipo di infezione o infezioni che contraggono.
- Infezioni orali: dolore al muso, difficoltà a deglutire, inappetenza, alito cattivo;
- Malattie respiratorie: frequenti starnuti, scolo nasale, tosse, difficoltà respiratorie, polmonite (infezioni croniche da herpesvirus felino o calicivirus);
- Malattie gastrointestinali: diarrea cronica (neoplasie, infezioni batteriche, infestazioni parassitarie;
- Infezioni della cute e dell’orecchio: perdita di pelo, prurito, pustole, rogna demodettica e notoedrica, infestazioni da acari delle orecchie, lesioni da tigna, ascessi cronici;
- Malattie oculari: infezione delle vie aeree superiori, arrossamento degli occhi, scolo, intorbidamento della cornea, glaucoma;
- Malattie renali: incontinenza, muco o sangue nelle urine;
- Disturbi neurologici: cambiamenti nel comportamento, demenza (infestazioni parassitarie e micotiche);
- Linfoadenopatia: linfonodi nell’addome e in altre parti del corpo ingrossati;
- Anemia;
- Neoplasia: sviluppo di linfomi e leucemia.
Per diagnosticare l’infezione da FIV è necessario che il veterinario effettui una serie di test che indicano se il micio ha sviluppato gli anticorpi per questa malattia. I risultati sono attendibili sono dopo 3 o 6 settimane dopo il contagio.
Anche anemia, diminuzione dei globuli bianchi e livelli elevati di globulina indicano la presenza di FIV.
Gatto con la FIV: cosa fare
Di solito i gatti con la sindrome da immunodeficienza virale vivono molti anni prima di mostrare dei sintomi gravi e sviluppare infezioni. In media il gatto con la FIV vive cinque anni, ma dipende ovviamente dal singolo caso.
Se vogliamo assicurare al nostro micio una vita dignitosa, anche se per un breve tempo, dobbiamo prendere delle semplici quanto importantissime precauzioni:
- Evitiamo che il micio immunodepresso abbia contatti con altri gatti per scongiurare il rischio che possa contrarre delle infezioni;
- Se ancora non lo abbiamo fatto, sterilizziamo il micio infetto per evitare i comportamenti aggressivi e che quindi possa mordere altri gatti, infettandoli;
- Osserviamo attentamente anche il minimo cambiamento nel suo comportamento e l’eventuale presenza di nuovi sintomi e, se accade, portiamolo subito dal veterinario;
- Programmiamo delle visite dal veterinario almeno ogni sei mesi per monitorare le sue condizioni di salute e fare tutti i test e gli esami del caso;
- Evitiamo di dare al gatto cibi crudi, veicolo di possibili agenti patogeni.
Oltre a tutto ciò non possiamo far altro che dare al nostro povero micio tutto il nostro amore e le nostre attenzioni, evitando che si stressi e creando per lui un ambiente sano e felice.