Quali sono gli esami necessari per la gatta in gravidanza?
La nascita è una gioia indescrivibile, questo e il momento precedente vanno vissuti consapevolmente. Ecco gli esami necessari per la gatta in gravidanza
Se la nostra palla di pelo è sessualmente matura e non sterilizzata, non vive esclusivamente in appartamento e trova il modo di fuggire, la gravidanza è un’eventualità tutt’altro che remota.
Anche i gatti indoor possono sgattaiolare via ogni tanto, soprattutto quando vanno in calore. E può bastare una sola di queste scappatelle perché il fattaccio venga compiuto. Fondamentale è conoscere i segnali dell’estro e del calore della gatta per correre ai ripari se non vogliamo dei gattini che zampettino per casa.
Sapere qual è il linguaggio del corpo, i sintomi e i comportamenti tipici è fondamentale. Se il veterinario confermerà la dolce attesa ci dirà anche quali sono gli esami per la gatta in gravidanza perché tutto vada per il meglio.
La futura mamma gatta e i suoi comportamenti
Gli esami necessari alla gatta in gravidanza si fanno subito dopo la conferma della diagnosi da parte dello specialista. Fissiamo un appuntamento se notiamo qualcosa di anomalo. Durante le prime due settimane dal concepimento ci saranno pochi indizi di una gravidanza in corso, ma potremmo notare una perdita di peso. A tre settimane, i capezzoli saranno più rosei rispetto alla pelle circostante, si ingrosseranno e diventeranno più rigidi.
Alcune gatte soffrono anche di nausee mattutine per via degli squilibri ormonali in corso nel loro organismo. Episodi di vomito, inappetenza e letargia sono le conseguenze di questa condizione a conclusione del primo mese.
È arrivato il momento dell’ecografia al gatto per accertare la presenza dei cuccioli e anche il loro numero. A tal proposito, può tornare utile sapere quante volte può partorire una gatta.
Al 24esimo giorno sarà possibile distinguere il battito cardiaco dei cuccioli. A questo punto, comunque, il ventre della gatta si sarà ingrossato abbastanza da non lasciare più alcun dubbio sulla sua condizione. Nella seconda metà della gestazione, i sintomi si fanno più marcati. La gatta potrebbe cominciare a leccarsi attorno ai capezzoli per rimuovere il pelo, cosa che li renderà più facili da trovare per i piccoli. Potremmo notare delle perdite di liquido simile al latte.
Maggiore affetto
La gatta potrebbe diventare più affettuosa e desiderosa di ricevere attenzioni da noi bipedi. Allo stesso tempo potrebbe mostrarsi meno tollerante verso altri animali e risultare maggiormente protettiva. Di norma, il è abbastanza autosufficiente, ma cerchiamo di assisterla e di non farci cogliere impreparati in questa fase delicata della sua vita. Teniamo sempre a portata di mano il numero del veterinario di fiducia, da contattare nel caso di imprevisti.
L’ecografia è il primo esame che si fa per confermare la dolce attesa. Questo perché, oltre a essere poco invasiva (e non è un aspetto da sottovalutare data la natura dei pelosi), è anche molto precisa. Non sono contemplate radiazioni, infatti, ma solo ultrasuoni: per la precisione si basa sul principio dell’emissione e della ricezione delle onde ultrasonore, che ‘rimbalzano’ in un modo o in un altro a seconda della tipologia dei tessuti che incontrano.
Gli ultrasuoni sono innocui e non c’è bisogno di nessuna precauzione. Si tratta, infatti, di un esame che può essere eseguito tutte le volte che viene ritenuto opportuno. Non a caso è quello che viene utilizzato per monitorare il feto in gravidanza. A tal proposito, potrebbe tornare utile sapere quanti cuccioli può avere un gatto.
Nelle femminucce si possono visualizzare le ovaie e l’utero, per approfondimenti soprattutto se patologici o con un contenuto sospetto. Insomma, l’area di utilizzo dell’ecografia è davvero molto ampia e va al di là degli esami per la gatta in gravidanza. Il veterinario, poi farà degli esami del sangue. Alcuni valori, infatti, daranno un’ulteriore conferma della nascita imminente dei cuccioli.
Gatta incinta miagola di continuo
Solo dopo aver fatto una visita accurata, il veterinario di fiducia – che conosce eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza – stabilisce se è il caso di procedere con un’ecografia. In questo caso, allora, la gatta viene sdraiata sul lettino in posizione supina o su un fianco attraverso una leggera contenzione. Nei rari casi in cui non si dimostra collaborativa, si procede con la sedazione (ma è meglio evitare se si sospetta una gravidanza).
Il tecnico, dopo aver provveduto alla tosatura e alla pulizia della zona interessata, applica un gel e fa scorrere la sonda sulla cute. Per uno studio accurato può essere necessario cambiare anche la posizione della gatta. La media della durata è di circa mezz’ora, ma può variare a seconda della complessità del quadro clinico e arrivare a durare anche un’ora. Il referto di solito è disponibile nelle successive 48 ore, ma anche in questo caso incide la gravità della situazione. In caso di dolce attesa, la diagnosi è immediata.
Gatta grassa o incinta
Tra gli esami per la gatta in gravidanza, l’ecografia non prevede nessuna preparazione particolare. Sarà comunque lo specialista a dare tutte le indicazioni del caso. L’anestesia diventa necessaria solo se la gatta non si dimostra collaborativa e soprattutto quando si deve analizzare il cuore o l’addome. Eventualmente gliene verrà somministrata una che dura per un lasso di tempo molto limitato e non troppo invasivo.
Nella maggior parte dei casi, la pelliccia della nostra amica a quattro zampe deve essere rasata. Le onde ultrasoniche, infatti, non vengono trasmesse attraverso l’aria, è indispensabile che la sonda manuale sia completamente a contatto con la pelle.
Per la diagnosi di gravidanza, può essere possibile ottenere immagini adeguate inumidendo i peli con l’alcol denaturato e applicando una quantità abbondante di gel per ultrasuoni idrosolubile. Tuttavia, le immagini ecografiche saranno di migliore qualità se l’area da esaminare si rasa in precedenza.
Tra gli esami necessari per la gatta in gravidanza, questo inizialmente ci può sembrare elevato, ma bisogna tenere conto del fatto che gli strumenti utilizzati sono molto costosi. Per non parlare della formazione necessaria per poter leggere quello che lo schermo permette di vedere. Inoltre, una quantità significativa di tempo viene impiegata per lo svolgimento della visita medica. Si tratta, lo ripetiamo, di un esame molto utile in gravidanza. Non dimentichiamo poi il dettaglio non di poco conto: non è un esame invasivo e protegge il benessere della nostra potenziale futura mamma.