Disfunzioni piastriniche nel gatto: quali sono e che cosa bisogna sapere
Le disfunzioni piastriniche nel gatto provocano un difetto della coagulazione del sangue. Ecco di che si tratta e come si curano
Le disfunzioni piastriniche nel gatto, definite anche con il termine trombocitopatie, si verificano quando le piastrine (o trombociti) presenti nel sangue del micio funzionano in modo anomalo. Dagli esami la conta piastrinica risulta del tutto normale, ma in realtà nel sangue non tutto funziona come dovrebbe.
Quando il micio ha delle disfunzioni piastriniche significa che il suo sangue non riesce a coagulare normalmente ed è per questo motivo che sono frequenti episodi di sanguinamenti spontanei, talvolta eccessivi al punto da provocare vere e proprie emorragie. Tanto per fare qualche esempio, può capitare che il micio sanguini dalle mucose del naso oppure da quelle della bocca.
Gli studi dimostrano che questi disturbi della coagulazione non si verificano a un’età specifica e possono colpire tutti i gatti indistintamente. Alcuni casi, però, sono legati a malattie ereditarie tipiche di alcune razze feline in particolare.
Cosa sono le disfunzioni delle piastrine?
Disfunzioni piastriniche, come abbiamo anticipato, è un termine generico con cui si indicano i malfunzionamenti delle piastrine contenute nel sangue del micio. Non c’è un’età di riferimento per i nostri amati felini e tutti i gatti possono averle. In alcuni casi si tratta di disfunzioni acquisite mentre in altri sono ereditarie o congenite, dovute cioè a una patologia legata alla razza del micio.
Qualunque sia la loro causa, le disfunzioni piastriniche nel gatto causano problemi nella coagulazione del sangue. Ciò accade perché le piastrine (o trombociti) svolgono proprio la funzione di bloccare le perdite di sangue in caso di ferite. Questa funzione è chiamata in modo più tecnico emostasi.
Le piastrine fanno parte del sangue insieme ai globuli bianchi e ai globuli rossi, A differenza di questi, però, non sono delle vere e proprie cellule ma svolgono comunque un compito importantissimo. Le piastrine hanno la capacità di aggregarsi e saldarsi l’una con l’altra ed è così che riescono a creare come un sigillo sulle ferite, che smettono di sanguinare.
Le disfunzioni piastriniche non sono tutte uguali e principalmente ne possiamo individuare due tipi differenti. Da una parte c’è la trombocitosi, che si verifica quando i valori delle piastrine nel sangue aumentano. Dall’altra, invece, c’è la trombocitopenia che indica la presenza di valori troppo bassi di piastrine nel sangue.
Come mai le piastrine del micio funzionano male?
Non esiste un unico motivo per cui il gatto manifesta una disfunzione piastrinica. Dipende sempre dal caso specifico e, come abbiamo visto, talvolta si tratta di disfunzioni piastriniche acquisite mentre altre volte di disfunzioni ereditarie. Per spiegarlo in parole semplici, nel primo caso sono provocate da cause esterne quindi le piastrine non funzionano, ad esempio, a causa dell’interazione di un farmaco. Nel secondo caso, invece, dipendono da una malattia congenita del micio, legata il più delle volte alla razza felina.
Le disfunzioni piastriniche acquisite spesso sono una risposta all’utilizzo di alcuni farmaci che in qualche modo creano scompensi al gatto. Tra questi possiamo citare gli antibiotici, gli antinfiammatori non steroidei (FANS), alcuni anestetici e persino gli antidolorifici. Quando parliamo di disfunzioni piastriniche acquisite, però, possiamo riferirci anche ad altre cause come malattie del fegato, malattie epatiche, carenza di vitamina K.
Le disfunzioni piastriniche ereditarie, invece, sono tipiche di alcune razze feline o meglio sono la conseguenza di malattie congenite nei gatti. Tra queste possiamo citare il Deficit congenito del fattore XII, l’emofilia A (carenza di fattore VIII) e l’emofilia B (carenza di fattore IX) tipiche di gatti come il Sacro di Birmania. Poi c’è il caso del Devon Rex che può ereditare una coagulopatia legata a un difetto della vitamina K.
Disfunzioni piastriniche nel gatto: diagnosi del veterinario
Diagnosticare le disfunzioni piastriniche nel gatto richiede uno studio approfondito da parte del veterinario. Per renderlo possibile dobbiamo, innanzi tutto, fornirgli tutte le informazioni in nostro possesso a proposito dei sintomi insorti nel nostro micio.
Per il resto spetta naturalmente a lui completare il lavoro, procedendo con tutti gli esami del caso. I primi sono il profilo biochimico, l’emocromo completo, l’analisi delle urine e il pannello elettrolitico. In particolare grazie all’emocromo completo il veterinario può verificare se il micio sia diventato anemico oppure no in seguito alla continua perdita di sangue. Fare tutti questi esami è molto importante per diagnosticare le disfunzioni piastriniche nel cane perché spesso il valore della conta piastrinica risulta normale anche se c’è un problema di coagulazione.
Dopo questi esami il veterinario procede con dei test più specifici, per capire se il micio soffra di un disturbo ereditario. Non possono mancare, naturalmente, i test di coagulazione che servono a individuare la presenza di coagulopatie distinguendone anche i diversi tipi. Le coagulopatie sono malattie del sangue (congenite) che alterano il naturale processo di coagulazione e hanno lo stesso effetto delle trombocitopatie. L’unica differenza è che non dipendono da un malfunzionamento delle piastrine ma dal deficit di proteine nel sangue.
Trattamento del gatto con disfunzioni piastriniche
Il trattamento del disturbo dipende dalle cause sottostanti, perciò per procedere con le cure appropriate il veterinario deve capire cosa ha provocato la disfunzione piastrinica. Ecco perché la diagnosi è così importante ed è fondamentale che sia accurata.
Le cure di queste disfunzioni non sono semplici perché i gatti con una trombocitopatia sanguinano moltissimo e anche una semplice iniezione potrebbe causare problemi. Per questo motivo il veterinario – per quanto possibile – deve cercare di escludere qualsiasi tipo di procedura invasiva.
In molti casi una soluzione valida è la trasfusione di piastrine, quando il sangue ne sia carente. Sono le stesse trasfusioni che si fanno ai gatti che devono fare un intervento chirurgico e rischiano un’emorragia. Se il micio è anemico, invece, è utile praticare delle trasfusioni di sangue complete.
Nel caso di disfunzioni piastriniche acquisite il discorso cambia e il veterinario deve somministrare il trattamento per curare la malattia di fondo. Eliminando la causa sottostante elimina anche le disfunzioni piastriniche.
Soltanto con la giusta diagnosi il micio può ricevere il trattamento adeguato per contenere gli effetti di questo brutto problema. I gatti con queste disfunzioni devono essere trattati con estrema cura anche a casa. Per questo i padroncini devono stare attenti ed evitare che si facciano male.