Crescere insieme al gatto: perché i bambini possono trarne solo beneficio
Amore incondizionato e lo sviluppo di importanti capacità di interazione. Per i più piccoli crescere insieme al gatto può rappresentare un’opportunità
Creare un legame che nella maggior parte dei casi è destinato a diventare indissolubile e che può rivelarsi una vera e propria opportunità. Crescere insieme al gatto per un bambino può essere una marcia in più da spendere anche nella vita da adulto. Sono diverse le ricerche che confermano quanto sia importante il contatto diretto tra cuccioli di uomo e mici. Per il bambino avere un proprio animale e prendersene cura può diventare un’insospettabile fonte di apprendimento. Il bimbo, infatti, ha la possibilità di imparare a prendersi cura degli altri, a interagire, a osservare, a rispettare i tempi degli altri. Ad acquisire, in una sola parola, empatia.
Senza considerare la pet terapy, come noto utilizzata nel caso di patologie quali l’autismo, i disturbo dello sviluppo, la depressione infantile, le difficoltà di adattamento, i problemi motori, i disturbi neurologici o dell’apprendimento. Voler bene a un animale può aiutare a voler bene agli altri e noi stessi: un insegnamento fondamentale per un bambino.
Il contatto fisico tra bambino e gatto
Uno degli aspetti più importanti del crescere insieme al gatto per un bambino è il contatto fisico con l’amico a quattro zampe. Accarezzare il micio può avere degli effetti positivi sulla capacità di rilassarsi del piccolo e influisce in maniera determinate anche sull’accrescimento della fiducia in se stesso. Agire sull’aspetto dell’autostima sin da piccoli può rappresentare una marcia in più per i bimbi e il modo in cui affronteranno la vita da adulti.
Secondo alcuni studi, un bambino che sta a contatto con il proprio animale riesce a sviluppare meglio le proprie difese immunitarie e diminuisce il rischio di trovarsi alle prese con possibili allergie.
Inoltre il micetto può rappresentare un ottimo personal trainer: giocando, infatti, il cucciolo di uomo svolge, di fatto, attività fisica e in questo modo riesce a scaricare anche eventuale stress accumulato.
Il gatto è un insospettabile insegnante
Vivere a stretto contatto con un gatto può rappresentare un’utilissima occasione per il bambino di imparare dinamiche che, presto o tardi, ritroverà nella vita di tutti i giorni. Dall’alimentazione, basti pensare alla necessità di nutrirsi e idratarsi, al riposo, passando per malattie e, nel caso di micio già in età avanzata, morte.
Proprio quest’ultimo può rivelarsi un capitolo difficile da affrontare per ogni genitore. Un distacco dovuto alla scomparsa del proprio animale può essere una lezione capace di preparare il bambino ad altre perdite che sarà inevitabilmente costretto ad affrontare con il trascorrere del tempo.
Quale gatto per il bambino
Per un bambino, quindi, crescere insieme al gatto è un’opportunità. Ma quale micio è più indicato affiancare al piccolo? Non esiste una tipologia ideale né un’età, la scelta spetta ai genitori. Si può puntare su un cucciolo di gatto, così da far crescere le due creature quasi come due coetanei, oppure affidare il bimbo alle cure di un gatto esperto, magari già presente in casa. A tal proposito, potrebbe essere utile conoscere le razze adatte ai più piccini.
Naturalmente, è opportuno creare le condizioni per favorire il rapporto tra il piccolo e il suo amico a quattro zampe e permettere loro di stare insieme e giocare in piena sicurezza, armonia e serenità. Si rivelerà importantissimo anche l’approccio e la conoscenza, possibilmente favorita e guidata con prudenza da un adulto. Se l’amicizia ‘attecchisce’, il più è fatto.
Il gatto non è un giocattolo
Una regola che il bambino deve seguire nel rapporto col gatto è quella in base alla quale il micetto può diventare il suo migliore amico, ma non sarà mai un giocattolo. Quindi, non potrà trattarlo come un oggetto né farne l’utilizzo che ritiene più opportuno.
Bisogna innanzitutto rispettarlo. Anche per evitare possibili reazioni del gattino che potrebbero avere conseguenze spiacevoli: basti pensare a zampate, graffi o morsi. Quindi niente tirate di coda, pizzicotti alle orecchie, niente spinte o schiaffi, niente risvegli improvvisi o azioni di disturbo durante la pappa: il gatto va rispettato, cucciolo o adulto che esso sia.
Compito dell’adulto sarà quello di dare sempre un’occhiata, anche in modo discreto, pure per leggere eventuali segnali di insofferenza dell’animale e prevenire situazioni di potenziale pericolo per il bambino ma anche per l’animale.
Non essere invadenti, infatti, garantisce al piccolo quella sensazione di indipendenza che sarà importante nel percorso di crescita, specie in quella fase di passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta.
Se il gatto arriva dopo la nascita del bambino
Il bambino può crescere insieme al gatto anche se questo arriva quando il cucciolo umano ha già qualche anno di vita. In quel caso, un aspetto da tenere considerazione è il cosiddetto effetto entusiasmo che potrebbe caratterizzare i comportamenti del bimbo. Meglio tenere sotto controllo la situazione.
Il bambino potrebbe volere bruciare le tappe del rapporto con il suo nuovo amico a quattro zampe. Magari potrebbe non limitarsi a qualche carezza o a osservarlo, cercando di entrare subito in confidenza con il micetto. In questo caso, all’adulto spetta il compito di dosare i contatti, considerando che l’arrivo in una casa è uno dei momenti più delicati per un animale domestico.
Quello, infatti, è il momento in cui il gatto deve prendere confidenza con la nuova realtà, perlustrarla, trovare dei riferimenti (lettiera, zona cibo, posti dove poter dormire e così via) e comprendere alcune dinamiche della casa. L’aspetto relazionale, per quanto importante, molto spesso si sviluppa successivamente. Ecco perché il bambino va educato a rispettare i tempi di Miao. Già questa sarà una prova molto importante da affrontare per rendere saldo il rapporto di amicizia tra piccolo e micetto.
La gestione dei traumi
Avere a che fare con un gatto, come è noto, significa anche tenere in considerazione la possibilità di trovarsi con qualche simpatico graffio o morso gentilmente donato dal nostro amico a quattro zampe.
Se per un adulto si tratta di situazioni ampiamente prevedibili, per un bambino questo potrebbe rappresentare un trauma, capace di ostacolare il rapporto con il micio.
Ecco perché è importante far comprendere al bimbo che Miao se ci graffia o ci morde non è improvvisamente diventato cattivo. Può trattarsi di un modo per difendersi da un comportamento o da un gesto non gradito. Può succedere, il rapporto di amicizia resterà sempre solido. Un trauma potenziale, di fatto, può diventare una nuova occasione di crescita.
Bambino e gatto: no a un rapporto morboso
Far crescere insieme al gatto un bambino può anche essere occasione di alcuni comportamenti eccessivi anche da parte dell’animale. Il micio può sviluppare un’attenzione esagerata, per proteggere da attacchi esterni.
In quel caso il rischio è che Miao non faccia avvicinare facilmente il bimbo, magari con reazioni aggressive nei confronti di altre persone. Bisogna far comprendere al gatto che il suo amico speciale è pur sempre un essere umano, che potrà tranquillamente interagire con altri suoi simili.
Al contrario, sarà compito degli adulti educare il bambino a rispettare le interazioni del gattino con gli altri componenti della casa o, più in generale, con altre persone. Sia il gatto che il bambino, naturalmente, dovranno sentirsi liberi di sviluppare relazioni e interazioni diverse rispetto alla loro, comunque importante. In questo modo è possibile spegnere sul nascere emozioni negative quali la gelosia o la possessività che, da grande, potrebbero essere alla base di comportamenti sbagliati o di reazioni violente. La capacità di amare l’altro rispettando la sua libertà può rivelarsi uno straordinario insegnamento per il bambino. E magari anche per Miao.