Esistono cose che influenzano il comportamento del gatto?
Cosa influenza il comportamento del gatto? Tantissimi fattori interni ed esterni al suo essere e vale la pena conoscerli per aiutarlo a stare al meglio
Nonostante ci siano tante leggende metropolitane sul nostro amico a quattro zampe e venga descritto come meno affettuoso, cooperativo e premuroso rispetto ai cani, la realtà è molto diversa, e chi ha esperienze dirette potrà confermare senza dubbi.
Il rapporto tra bipede e quadrupede è ormai, la maggior parte delle volte, quasi simbiotico, molto intenso. Miao non viene visto più come un mero cacciatore di topi, ma come un membro della famiglia a tutti gli effetti.
Per sapere cosa influenza il comportamento del gatto e come possiamo stargli accanto senza snaturare la sua indole è indispensabile conoscere a fondo e correttamente il suo modo di comunicare, verbale ma soprattutto non verbale.
Uno studio a supporto
Cosa influenza il comportamento del gatto? Si tratta di un argomento talmente vasto, da non essere di facile risoluzione, anche perché ci sono tanti falsi miti sui gatti che vale la pena sfatare una volta per tutte. Una recente ricerca di Shreve & Udell della Oregon State University ci dice qualcosa in più sul mondo felino.
È bene precisare, infatti, l’importanza di affidarsi alla scienza e agli esperti in materia, etologo e veterinario di fiducia. Questo conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza che possono incidere negativamente non solo sulla salute fisica ma anche su quella psicologica.
Sono due le aree principali che ci interessano. Dobbiamo, in primo luogo, studiare la cognizione del gatto in senso stretto e poi anche rispetto al rapporto tra bipede e quadrupede. Più sappiamo sul nostro amico a quattro zampe più il nostro legame con Miao migliorerà.
La percezione
In questa sfera rientra tutto quello che riguarda la capacità di Miao di sentire, annusare e vedere. Insomma, come usa i suoi cinque sensi. A tal proposito, meritano un approfondimento i baffi del gatto, le famose vibrisse che non sono solo sul muso ma anche sopra gli occhi.
L’olfatto è particolarmente importante per i gattini, soprattutto considerando quanto pesi il rapporto con mamma gatta nella sua socializzazione. Invece, i cuccioli non rispondono agli stimoli uditivi fino ai primi 11/16 giorni di età e a quelli visivi sino a 16/21 giorni.
La permanenza degli oggetti
Cosa influenza il comportamento del gatto? L’odore, poi, rappresenta un fattore determinante per reperire informazioni importanti sull’ambiente circostante e i suoi abitanti. Di contro la vista ha dei limiti di messa a fuoco a distanze molto ravvicinate e oltre i sei metri.
Con permanenza degli oggetti intendiamo la capacità di ‘tenere a mente’ un oggetto anche quando esce dal campo visivo, ovvero di avere la consapevolezza che non siano sparito per sempre. Noi bipedi sviluppiamo questa capacità piuttosto precocemente: prima dei due anni. E i felini non solo sono in grado di ricordare la posizione logistica di qualcosa che non vedono più (vedi la pallina sotto il divano), ma sanno anche ragionare su come entrarne nuovamente in possesso.
Cosa pensano i gatti quando li baci
Un altro aspetto importante è la causalità degli oggetti, come Micio capisce la ‘fisica intuitiva’, come gli oggetti sono in relazione fra di loro. Non ci sono tante ricerche sulla questione, ma pare che i nostri amici a quattro zampe siano capaci, e possano essere addestrati, a discriminare tra due punti e tre punti, e fra le quantità (quantomeno quelle piccole).
Nonostante i felini abbiano una forte componente selvatica, non è vero che non sono nelle condizioni di affezionarsi e di instaurare rapporti profondi e sinceri con il prossimo. Lo dimostra il fatto che il gatto mostra la pancia solo a coloro di cui si fidano. Di norma, impara a socializzare entro le prime due/sette settimane di vita.
Sono anche estremamente sensibili agli stimoli umani. Questo grazie a secoli di convivenza a stretto contatto con noi bipedi. Una ricerca del 2005 ha dimostrato che possono seguire i gesti umani per trovare il cibo e se hanno bisogno di aiuto lo chiedono, inoltre ricercano rassicurazione in coloro a cui vogliono bene. E c’è di più: sono sensibili agli stati d’animo e cercano di avere un ruolo attivo nell’interazione tra due specie così diverse fra loro. Per avere conferma di tutto questo basta conoscere il linguaggio dei gatti.
Il gatto capisce se gli vuoi bene
Il linguaggio vocale del gatto e il miagolio in particolare dimostrano quanto importante sia il nostro ruolo nella vita dei felini. Questo verso identificativo proprio con questo animale, in realtà, è dedicato solo a noi. Oltretutto si è scoperto, con uno studio del 2013, che è possibile per loro il riconoscimento della voce umana. I gatti sono stati più sensibili a quella del proprietario, rispondendo prevalentemente con il movimento delle orecchie o della testa.
I cuccioli posseggono circa nove tipi di vocalizzazione differenti, mentre gli esemplari adulti ne hanno circa 16. C’è una diversità anche tra domestici e randagi. Una cosa, da parte nostra, è certa: dobbiamo sapere come parlare al gatto per non commettere errori inutili.
Fanno le fusa non solo quando sono accarezzati dagli esseri umani, ma le usano anche nelle interazioni tra loro e con i più piccoli. Una loro caratteristica famosa, non denota sempre benessere. In tal senso, può tornare utile scoprire se il gatto che fa le fusa è davvero felice.
L’ansia da separazione
Non solo i cani, ma anche i felini pare sappiano cosa sia l’ansia da separazione. Un altro particolare che denota l’attaccamento a chi considerano famiglia, anche se a due zampe. Se decidiamo di adottare un peloso, allora, assicuriamoci di avere del tempo da dedicargli, altrimenti rischiamo di danneggiarlo.
Se vogliano adottare un gatto traumatizzato, può tornare utile sapere come curare l’ansia del gatto. La riconosciamo dal modo inappropriato di fare i bisogni, in luoghi che poco hanno a che fare con la lettiera. Da una vocalizzazione eccessiva, dall’aggressività possessiva del gatto e dalla tendenza a distruggere qualsiasi cosa gli capiti sotto tiro.
Una più puntuale comprensione di cosa influenza il comportamento del gatto può portere a interazioni migliori e più intense fra bipedi e quadrupedi. Un dettaglio non di poco conto se vogliamo che tutti gli attori in gioco stiano bene e siano tranquilli.