Come capire se si può portare il gatto in vacanza
Miao fa parte della famiglia, 365 giorni l’anno. Ma come capire se si può portare il gatto in vacanza? I pro e i contro a confronto
L’albergo è stato scelto, le valigie fatte, l’auto è pronta; ma non dimentichiamoci del nostro amico a quattro zampe: abbiamo pensato a chi se ne possa prender cura o abbiamo deciso di portarlo insieme a noi?
Miao è un animale abitudinario: nuova casa e nuovi orari non sempre sono graditi, per non parlare dell’alimentazione, soprattutto se è abituato ai prodotti confezionati. Questo non significa rinunciare al tanto agognato relax, basta solo un po’ di organizzazione.
Come capire se portare il gatto in vacanza o meno dipende dall’indole della nostra piccola palla di pelo. Di norma trasferimenti e traslochi non piacciono, ma se il nostro Micio è fuori dal comune perché non farlo?
Il parere del veterinario
Come capire se portare il gatto in vacanza è possibile è non è un’eventualità esclusa a priori. Prima di tutto chiediamo il parere del veterinario di fiducia, che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza che possono condizionare la scelta finale.
Inoltre, una visita di controllo è importante per verificare lo stato di salute del nostro peloso e per sapere se sono necessarie vaccinazioni extra previste dal Paese di destinazione. Qualche consiglio per rendere il viaggio e il soggiorno piacevoli anche per il nostro amico a quattro zampe poi sono molto importanti. Sicuramente possiamo anticipare che abituare il gatto al trasportino è indispensabile.
Spesso infatti soffre del distacco post-vacanza, qualche volta con vere e proprie patologie comportamentali come l’ansia da separazione. Per prevenire questi problemi sarebbe meglio non alterare del tutto la normale routine cittadina quotidiana. Qualsiasi decisione si prenda, procediamo per gradi e facciamo in modo di non provocare dei veri e propri traumi.
Documenti fondamentali
Come capire se portare il gatto in vacanza presuppone una grande organizzazione. Ci sono degli aspetti che non bisogna sottovalutare e dei documenti che non si possono dimenticare. Possiamo andare ovunque, ma senza lasciare a casa il libretto sanitario, l’iscrizione all’anagrafe nazionale felina, la coperta e il suo gioco preferiti, il collare con la targhetta con un recapito (in caso di smarrimento). Anche il tatuaggio o il microchip per gatti permetteranno di risalire al proprietario.
Se viaggiamo all’estero dobbiamo portare con noi anche il passaporto del gatto, ed eventuali certificazioni richieste dalle leggi locali. Informiamoci bene e per tempo. Non dimentichiamo, inoltre, che anche in Italia sempre più regioni richiedono il microchip obbligatorio (come succede già da diverso tempo per Fido).
Pensione per gatti
Gli alberghi che accettano i gatti sono ormai quasi una regola anche in Italia. Tuttavia non diamo nulla per scontato e informiamoci per tempo. Organizzazione significa ridurre al minimo eventuali cattive sorprese. Stesso discorso per i campeggi: se siamo amanti delle vacanze spartane, assicuriamoci che la nostra meta sia davvero ‘amica degli animali’ di ogni taglia, onde evitare spiacevoli sorprese. La prima regola è programmazione. Con i felini, poi, è fondamentale evitare eventuali fughe. La maggior parte di loro, infatti, non è obbediente come può esserlo un cane.
Come capire se portare il gatto in vacanza con noi? Si può fare. Ormai i nostri amici a quattro zampe possono viaggiare sia in aereo che nella carrozza di un treno: basta solo conoscere le regole della compagnia aerea scelta o di Trenitalia (se non ci spostiamo all’estero).
Forse il mezzo migliore, anche in termini di gestione e autonomia, è la macchina, almeno per brevi tragitti. Può però succedere che il nostro Miao soffra di mal d’auto, esattamente come i bambini: per motivi fisici (cinetosi) o psicologici; e lo manifesta con nausea, vomito, paura, agitazione e persino tentativi di fuga. Chiediamo al veterinario come gestire l’ansia del gatto.
Quando il problema è soprattutto psicologico, la soluzione è quella di abituare gradualmente il felino ai viaggi in auto, magari in compagnia della sua coperta preferita o dei suoi giochi, e con tragitti via via più lunghi che si concludono sempre con esperienze piacevoli.
In vacanza con il gatto
Seguiamo il codice della strada per evitare sorprese extra per il portafogli o incidenti. Fondamentale è viaggiare nel trasportino (sui sedili posteriori). Non dimentichiamo che il gatto ha più o meno le stesse esigenze che abbiamo noi, ma non ha la stessa pazienza, o perlomeno non gli stessi obiettivi che inducono l’uomo al sacrificio.
Per questo è fondamentale fermarsi ogni una/due ore al massimo per permettergli di bere. Il nostro consiglio per i bisogni è di organizzarsi con delle traverse assorbenti o una vera e propria lettiera se gli spazi lo consentono. Niente cibo: su distanze ragionevoli è meglio farlo viaggiare a stomaco vuoto per evitare che stia male. Se si sceglie il viaggio in nave, così come per l’aereo e per il treno, ci sono delle regole ferree da seguire. Anche qui, basta informarsi per tempo e non farsi cogliere impreparati.
Portare il gatto in spiaggia
Per quanto riguarda il mare, se l’indole del nostro amico a quattro zampe ce lo permette, valutiamo di utilizzare guinzaglio e pettorina per fare una gita in sicurezza ma senza rinunciare al divertimento. Attenzione ai colpi di calore e alle ustioni. Una volta pronti per ogni evenienza in termini di cura del nostro amico a quattro zampe, previa consulenza veterinaria, assicuriamoci che le spiagge scelte siano cat friendly e che lo siano anche le norme in materia.
Assicuriamoci che Miao ami l’acqua, che non stia sotto il sole senza protezione solare e nelle ore più calde: insomma che la vacanza sia piacevole anche per lui. Come capire se portare il gatto in vacanza? In montagna è sconsigliato se non siamo in grado di assicurare la sua incolumità ed evitare il rischio di fuga. Se, insieme al veterinario, valutiamo che sia possibile, non dimentichiamo mai acqua a sufficienza, e attenzione a vipere, pulci e altri parassiti: dopo l’escursione controlliamo il manto con attenzione e spazzoliamolo con cura.
Cat sitter
Non è detto che la meta scelta sia la più indicata per il nostro amico a quattro zampe. In questi casi, ben vengano amici e parenti disposti a occuparsi del gatto in nostra assenza, soprattutto se già lo conoscono. Se però non c’è neppure questa possibilità, le alternative sono la pensione o il cat sitter. Prima di lasciare Miao in una qualsivoglia struttura andiamo a visitarla e assicuriamoci che sia idonea alle sue esigenze.
Il modo migliore per trovare una persona affidabile, invece, che si prenda cura del nostro amico a quattro zampe, è chiedere ad amici e vicini di casa, alle persone conosciute, al veterinario. Anche con il pet sitter è bene considerare un periodo di inserimento, in cui bipede e quadrupede impareranno a conoscersi reciprocamente.