Gatto del bengala: tutti i colori
Il manto maculato fa sì che i colori del gatto del bengala siano molteplici: ecco le origini e le particolarità di un felino dall'aspetto selvatico
La particolarità dei colori del gatto del bengala si deve al suo incrocio con il gatto leopardo asiatico. Nel 1973, infatti, il dottor Centerwall tentò una serie di accoppiamenti con il fine di rendere questa razza immune alla leucemia felina.
Otto gatte ibride di prima generazione si accoppiarono con l’american shorthair, ma per fissare la tipologia e il carattere vennero chiamati in causa anche il siamese e il burmese. L’esperimento fallì, ne derivò però un quadrupede davvero elegante e dal manto fuori dal comune.
Le origini
I colori del gatto del bengala sono da attribuire alle sue origini. Queste sono riconducibili alla realizzazione di un sogno: avere un felino con il manto maculato come i cugini selvatici, ma dal carattere docile e perfetto per l’ambiente domestico.
I primi incroci risalgono al 1963 quando una femmina di gatto leopardo asiatico, comprata dall’allevatore californiano Jane Mills, fu fatta accoppiare con un gatto domestico nero, con l’obiettivo di ottenere un felino dai tratti caratteristici del piccolo gatto selvatico.
I pattern
I colori del gatto del bengala – dopo decenni di incroci e allevamenti – sono moltissimi, tutti però riconducibili in tre macro gruppi:
- Maculato (o spotted);
- A rosetta (rosetted);
- Marbled.
Questo felino, com’è facilmente intuibile dal manto del padre da cui ebbe origine, ha una base nera. In seguito agli incroci ha acquisito una serie di varietà molto particolare e ricercata.
Il gatto maculato
I colori del gatto del bengala, in questo caso, sono il risultato di macchie irregolari o allineate orizzontalmente. Le cosiddette rosette formate da un cerchio di macchie intorno a un centro più rosso sono da preferire alle macchie singole, ma non sono obbligatorie.
Le striature blotched orizzontali sulle spalle rappresentano un tratto distintivo di pregio. Nei migliori esemplari di questa varietà c’è poca o nessuna differenza fra il colore delle macchie del corpo e il colore delle punte, e il ventre e sempre maculato. Di questo pattern è presente anche la variante silver.
Il gatto a rosetta
I colori del gatto del bengala si basano tutti su un disegno a rosetta (più o meno regolare). In questo caso però le macchie sono composte da almeno due tonalità differenti. Possono avere sia la forma di una zampa, sia a punta di freccia o di anello.
Il contrasto con il colore di fondo è molto evidente, con forme distinte e smussate. I disegni ricoprono le spalle, mentre le zampe sono screziate; la coda presenta degli anelli e il ventre è obbligatoriamente maculato.
Sulla testa si notano i tipici disegni dei gatti tabby. La gola, il ventre e l’interno delle zampe sono bianchi. Di questo pattern, come nel caso precedente, è presente anche la variante argento.
Il gatto marbled
Le macchie derivano dal gene tabby blotched classico, ma negli esemplari più pregiati i colori del gatto del bengala marbled somigliano molto poco al disegno classico.
Le macchie sono irregolari, ricordano le caratteristiche del marmo, con una tendenza orizzontale quando il felino è disteso. I migliori soggetti non presentano striature verticali di tipo tabby mackerel (tigrato).
Sono molto ricercati gli esemplari con tre o più tonalità: ad esempio, il colore di base, le rosette e il contorno scuro di queste macchie. Il contrasto con il colore di fondo è molto marcato, con forme distinte e bordi netti. Il ventre è maculato. C’è poca o nessuna differenza fra il colore delle macchie del corpo e il colore delle punte. La gola, il ventre e l’interno delle zampe sono bianchi. Anche in questo ultimo caso è presente la variante silver.