Clamidiosi nel gatto: diagnosi, sintomi, cause e cura
Clamidiosi nel gatto: cosa fare se micio ha questa malattia? Ecco come riconoscere tutti i sintomi dell'infenzione.
Il benessere di micio viene prima di ogni cosa, ecco perché imparare a riconoscere alcune malattie attraverso i sintomi può essere di fondamentale importanza. Tra quelle più diffuse troviamo la clamidiosi nel gatto, una patologia molto frequente.
Questa malattia interessa sia i gatti randagi che quelli che vivono in appartamento e può infettare anche volatili ed esseri umani. Scopriamo insieme la diagnosi, i sintomi e le cure.
Cos’è la clamidiosi nel gatto
La clamidiosi nel gatto, conosciuta anche come clamidia, è una malattia infettiva molto comune nei felini. Si trasmette attraverso il batterio Clamydia felis, dal quale prende il nome, che può contagiare anche uccelli e esseri umani.
Il contagio della clamidia avviene, nello specifico, attraverso secrezioni nasali e congiuntivali, ecco perché è molto frequente, per un gatto, contrarla.
Grazie all’osservazione dei sintomi più o meno evidenti, è possibile intervenire per fermare l’infezione che, di conseguenza, può far nascere altre infezioni secondarie come quella da Herpesvirus, che possono peggiorare sensibilmente il quadro clinico del gatto malato.
La clamidiosi nel gatto, può essere contratta in ogni momento della vita del felino, secondo le statistiche, infatti, il 50% dei mici che la contraggono hanno un età inferiore all’anno. Inoltre, gli anticorpi che si sviluppano non sono protettivi, motivo per cui l’infezione può anche ripresentarsi.
È raro che i gatti contraggono questa malattia nei primi mesi di vita. Sembra infatti che, gli anticorpi materni, siano in grado di proteggere i gattini contro l’infenzione fino ai 5/6 mesi dalla nascita.
Come avviene il contagio
La clamidiosi felina è una malattia batterica molto contagiosa che colpisce gli occhi e l’apparato respiratorio dei gatti. I batteri, però, possono annidarsi anche nelle parti intime del gatto.
Nonostante la malattia colpisca anche i gatti che vivono in appartamento, è sicuramente più frequenti nei gatti randagi o negli animali che vivono in colonia. Ma sono gli stessi che, entrando in contatto con gli animali da appartamento, li contagiano inevitabilmente.
Come abbiamo anticipato, anche se la malattia è curabile, è importante un intervento tempestivo per far sì che il quadro clinico di micio non peggiori a seguito di ulteriori infezioni sviluppate proprio a causa del batterio.
Le cause del contagio
La clamidiosi nel gatto avviene quando l’animale entra in contatto con il batterio Chlamydophila felis che è responsabile anche della congiuntivite felina. Si tratta di un batterio molto potente che è in grado di sopravvivere anche nell’ambiente esterno, motivo che spiega i frequenti contagi.
I batteri Chlamydophilas hanno comunque bisogno di un ospite per riprodursi e trovano, terreno fertile e sicuro, nel corpo dei gatti. Una volta entrati nell’organismo inizia il periodo di incubazione che dura 3 o 6 giorni, o comunque non supera mai i 10.
Quando il gatto entra in contatto con le secrezioni nasali o oculari di altri animali infetti si contagiano immediatamente. Il virus si concentra soprattutto negli occhi e nel tratto respiratorio superiore del gatto causando congiuntiviti e riniti.
La clamidiosi nel gatto è pericolosa per l’uomo?
Prima di approfondire sintomi e diagnosi può essere utile sapere se la clamidia può essere contagiosa anche per gli esseri umani, informazioni utile a prevenire i contagi nell’ambiente domestico.
La clamidiosi felina non può essere trasmessa dal gatto agli esseri umani, per questo l’unica accortezza che dovrete avere è quella di non far avere al vostro micio altri contatti con animali.
Clamidiosi nel gatto: tutti i sintomi
Ora che abbiamo approfondito le cause e le modalità di contagio di questa patologia, scopriamo insieme i sintomi da riconoscere per curare subito un gatto che ha contratto la clamidia.
Uno dei sintomi più comuni e frequenti della clamidiosi nel gatto riguarda le secrezioni acquose frequenti e abbondati che possono verificarsi in uno o in entrambi gli occhi. Il bulbo risulta bagnato e la lacrimazione è piuttosto frequente, a volte può verificarsi anche un infiammazione con un conseguente rossore.
L’intervento tempestivo in questi casi è fondamentale: se la malattia non è curata, le secrezioni acquose possono diventare più virulente fino a creare delle ulcere sulla cornea e attorno all’occhio del gatto.
Nei casi in cui il virus colpisce con più violenza, anche l’apparato respiratorio può danneggiarsi. In particolare dalla rinite, l’infezione può arrivare fino ai polmoni, anche se si tratta di un quadro clinico piuttosto raro.
Terapia e cura
Se il vostro gatto ha contratto la clamidiosi, dovete recarvi subito dal veterinario per iniziare la cura più adatta. Grazie ai sintomi che si manifestano con molta evidenza, è possibile subito riconoscere la clamidiosi nel gatto.
Il veterinario, prima di qualsiasi terapia o cura, provvederà alla diagnosi attraverso le analisi necessarie per riconoscere la patologie e le malattie associate. Dopo di che sarà scelta la cura.
La terapia per la clamidia prevede, solitamente, una cura a base di antibiotici, fondamentali per fermare la riproduzione dei batteri che riguardano il virus. Possono essere somministrati in via orale, endovenosa o sotto forma di collirio.
È sconsigliato fortemente il fai da te. Anche se armati di buone intenzioni, chiedete sempre il parere del medico e seguite con cura tutta la terapia che ha pensato per guarire il vostro gatto dalla clamidia.
Una volta iniziata la cura, potrebbe volerci un po’ per vedere i primi effetti. Il gatto sotto antibiotico, infatti, per le prime settimane mostrerà ancora delle secrezioni fino a quando non ci saranno più. A voi sarà dato il compito di pulire gli occhi del gatto con garze sterili inumidite.
Durante la terapia, assicuratevi ce la cura somministrata dal veterinario sia seguita alla lettera. In questo periodo è opportuno tenere il gatto lontano da altri animali per evitare contagi.
Il consiglio è quello di pulire e disinfettare tutti gli oggetti del gatto e le stanze che frequenta abitualmente in quanto i batteri possono depositarsi su coperte, cucce, ciotole, lettiere ecc…e attaccare nuovamente il gatto dopo la cura. Meglio utilizzare prodotti antibatterici e igienizzanti, in grado di neutralizzare il virus.
Clamidiosi felina: la prevenzione
Abbiamo visto come un intervento preventivo può scongiurare le conseguenze peggiori per micio, tuttavia una sana prevenzione risulta sempre la soluzione migliore per preservare il benessere del nostro animale domestico.
Tra i rimedi naturali per la clamidiosi del gatto ci sono degli integratori alimentari in grado di rafforzare il sistema immunitario del felino. Per questi, vi consigliamo di rivolgervi al vostro veterinario e chiedere a lui quali sono i prodotti migliori in commercio.
È fondamentale anche seguire il calendario delle vaccinazioni e di tutti i trattamenti antiparassitari, così come deve essere prestata attenzione all’alimentazione e all’attività fisica e alla stimolazione mentale. Tutte cose, queste, che mantengono il gatto in salute e diminuiscono il rischio di contrarre malattie.
Portate sempre il gattino dal veterinario per dei controlli periodici. La prevenzione è fondamentale per la clamidia felina ma anche per tutte quelle patologie che possono danneggiare il benessere di micio.
Ricordate, inoltre, che la clamidia, essendo una malattia infettiva avviene esclusivamente attraverso il contatto tra gli animali. Se quindi avete un gatto domestico, probabilmente, il rischio di contrarla sarà minore. Se però il gatto è abituato a uscire o frequenta molti ambienti esterni, e altri animali, sarà opportuno provvedere alla prevenzione per evitare che contragga l’infezione.
Come sempre l’osservazione dei sintomi resta il nostro compito principale, nonché il metodo più sicuro per intervenire tempestivamente ed evitare conseguenze dannose per i nostri adorati animali domestici.