Chemioterapia del gatto: come funziona e cosa sapere
È una parola che non vorremmo sentire, soprattutto se legata a al nostro amato Miao. La chemioterapia del gatto però può essere un salvavita
Il tumore è la piaga del nostro tempo, e non risparmia nemmeno i nostri adorati quadrupedi. La prevenzione è la migliore delle terapie, ma non sempre si riesce a evitare di avere a che fare con una patologia di questo genere.
L’ideale è non mancare mai un controllo programmato dal veterinario, colui che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza che possono incidere, e contattarlo tempestivamente se notiamo qualcosa di diverso nel comportamento del nostro amico a quattro zampe.
La chemioterapia del gatto è uno dei principali modi per contrastare il cancro. Ecco allora che è importante sapere come funziona e come possiamo assisterlo nel migliore dei modi nel combattere una battaglia tutt’altro che semplice.
Che cos’è
Dopo l’intervento chirurgico, nel caso in cui sia un’opzione nella cura di una determinata forma di tumore, la chemioterapia del gatto – così come nell’uomo – serve a combattere l’avanzamento della malattia. Se poi la chirurgia non è una strada percorribile o le metastasi sono troppo diffuse, questo tipo di trattamento diventa un mezzo per alleviare le sofferenze del nostro amato amico a quattro zampe.
Le aspettative di vita della nostra piccola e indifesa palla di pelo, quando viene colpita dal cancro, sono davvero basse: si parla di poche settimane. Questo perché un anno di vita del felino non equivale a un anno umano. A tal proposito, se si vuole calcolare gli anni del gatto, ecco come fare.
Perché la chemio funziona
I farmaci impiegati per la chemioterapia del gatto attaccano le cellule che si trovano in divisione, e servono proprio a contrastare l’avanzata del tumore che ha colpito il nostro amico a quattro zampe: che altro non è una proliferazione incontrollata di cellule.
Il punto dolente però è che questo attacco non colpisce solo le cellule malate, ma anche le cellule sane. Soprattutto a livello gastrointestinale e midollare, le controindicazioni non sono di poco conto. Ecco da cosa derivano i tanto temuti effetti collaterali, che ci fanno sentire impotenti nei confronti del nostro fedele amico, un membro della famiglia a tutti gli effetti e che non vorremmo mai veder soffrire, né tantomeno morire.
C’è un protocollo da seguire
Di solito, ci sono delle dosi tollerate dall’organismo e non si va oltre queste, il risultato sarà direttamente proporzionale alle quantità di farmaco somministrato ma dipende anche dal tipo di tumore che ha colpito il nostro adorato Miao.
La chemioterapia del gatto viene programmata, e il trattamento suddiviso in cicli. Questi vengono ripetuti ogni settimana, ogni due o a intervalli di tre. La frequenza dipende dalla reazione delle cellule e da come l’organismo sopporta la terapia. In genere vengono somministrate dosi standard, che vengono ben tollerate dalla maggior parte dei felini.
Nel caso del cancro venereo trasmissibile, però, soltanto la somministrazione di un farmaco sembra non riuscire a contrastarlo, viene considerata l’ipotesi di una combinazione di medicinali antitumorali. Il trattamento viene adeguato alle caratteristiche del cancro, così da avere maggiori possibilità di successo. Qualsiasi sia la tipologia, sarà comunque il veterinario a stabilire il modo migliore per attaccarlo.
Come funziona una seduta
La seduta di chemioterapia del gatto si fa in clinica. E, in questi casi più che in altri, non è possibile ricorrere al fai da te o al sentito dire: ci si deve affidare allo specialista che, valutando il quadro generale stabilisce qual è la formula più efficace per contrastare la malattia.
Prima di tutto si sottopone il gatto a un’analisi del sangue per conoscere le sue condizioni di salute. I farmaci non devono essere toccati né inalati. Quando la cura è endovenosa, il veterinario posiziona l’ago nella vena, generalmente di una zampa posteriore, per evitare la fuoriuscita del medicinale. Il tutto verrà protetto da una garza sterile.
Quest’ago viene monitorato per tutta la durata della chemio. Tutto il trattamento in media dura dai quindici ai trenta minuti. Il gatto è essenziale che stia tranquillo, e se necessario bisogna sedarlo. Una volta finita la seduta, si conclude con la fluidoterapia per pulire la zona interessata dal trattamento.
Chemioterapia metronomica
Si tratta di una cura sperimentale che vuole contrastare la formazione di vasi sanguigni che sviluppano le cellule tumorali. In questo caso i costi da affrontare sono meno elevati: le dosi previste sono più basse e la somministrazione avviene in maniera continuativa per via orale, endovenosa, intratumorale e intracavitaria.
Si sta valutando anche l’elettro-chemioterapia che, come dice il nome stesso, utilizza degli impulsi elettrici. L’obiettivo adesso è quello di creare una chemioterapia del gatto che colpisca solo le cellule malate, così da diminuire gli effetti collaterali.
Effetti indesiderati
Come già accennato, gli effetti collaterali della chemioterapia si manifestano soprattutto a livello midollare e gastrointestinale. Patologie correlate quindi possono essere:
- Vomito e diarrea;
- Anoressia e dimagrimento veloce;
- Febbre;
- Predisposizione alle infezioni (come conseguenza della diminuzione dei leucociti nel sangue);
- Diminuzione delle piastrine;
- Colorazione variabile delle urine.
A seconda dei farmaci utilizzati per contrastare il tumore, si può incorrere in patologie quali:
- Dermatite nel gatto;
- Cistite del gatto;
- Malattie cardiache;
- Allergie;
- Necrosi localizzate (se il medicinale esce fuori dalla vena).
Gli effetti indesiderati dipendono anche dalle razze e da eventuali mutazioni a livello genetico, che rendono più difficile l’assorbimento di determinati medicinali. Se il gatto sta prendendo altri farmaci o soffre di altre patologie possono insorgere dei problemi.
L’effetto collaterale indubbiamente più preoccupante è la diminuzione dei leucociti, che può essere contrastata con la somministrazione preventiva di altri medicinali. L’aspetto rincuorante, in un quadro non certamente roseo, è che quasi tutti i disturbi citati in questo paragrafo si presentano in forma lieve.
Precauzioni e post-chemio
Se il felino viene sottoposto al trattamento in casa, per via orale, è importante utilizzare sempre i guanti, non rompere le pastiglie e seguire tutte le istruzioni del veterinario. Le donne in dolce attesa non devono entrare a contatto con questi tipi di farmaci.
Dopo la chemioterapia del gatto, oltre a misurare la temperatura e controllare che Miao non abbia febbre, è bene monitorare il suo stato generale di salute; fare attenzione che la somministrazione farmacologica avvenga nei tempi e nei modi prescritti dal veterinario.
È buona norma e regola, nelle 48 ore successive al trattamento, usare i guanti se si deve entrare in contatto con urine e feci L’organismo del gatto elimina i farmaci chemioterapici dopo due o tre giorni. Alla base, in sostanza, deve esserci una cura dell’igiene, per evitare di incorrere in rischi inutili.