Cheeky, il gatto abbandonato con un biglietto attaccato al collare
La storia di Cheeky è la storia di un gatto che, dopo 12 anni passati in famiglia, si è ritrovato da un giorno all’altro ad affrontare la vita da randagio.
La sua storia è una delle tante storie di abbandono che, però, si rende ancora più drammatica a causa dei dettagli.
Cheeky è un bellissimo gatto bianco e nero di 12 anni. La sua storia conosciuta inizia non molto tempo fa, quando un uomo lo trova a vagare spaventato sulla Arran Road a Motherwell, nel North Lanarkshire.
Il felino è visibilmente spaventato e l’uomo decide di aiutarlo, portandolo alla SPCA scozzese. Qui i volontari si rendono conto che c’è uno strano bigliettino attaccato al collare del nostro amico a quattro zampe.
Un biglietto scritto a mano dai proprietari di Cheeky, con la volontà di spiegare il loro abbandono.
Nel biglietto c’è scritto che il gatto si chiama Cheeky, che farà 13 anni il prossimo febbraio e che purtroppo la sua famiglia non può più occuparsi di lui.
Alla SPCA hanno apprezzato molto il biglietto, simbolo del fatto che si è trattato di un abbandono davvero costretto.
In fin dei conti, sappiamo bene quanto la vita possa cambiare da un momento all’altro. E così ci sta che per problemi economici o di salute, ad esempio, la famiglia di Cheeky non si sia più potuta prendere cura di lui.
Purtroppo, però, anche se c’è il biglietto a spiegare la situazione, l’abbandono non è stato fatto nel migliore dei modi.
Innanzitutto, il gatto ha corso molti pericoli a ritrovarsi a fare una vita da randagio da un giorno all’altro. Poteva finire sotto una macchina o anche vittima di un altro animale.
In più, i volontari della SPCA non sanno niente sul nostro amico a quattro zampe. Vaccini, eventuali malattie o allergie.
La storia di Cheeky deve mandare un messaggio ad ognuno di noi. Appurato che, purtroppo, a volta ci possiamo ritrovare costretti a separarci dai nostri amici a quattro zampe, cerchiamo sempre di farlo nel modo migliore.
Non lasciamoli per strada ad affrontare i tanti pericoli che ci sono. Portiamoli in centri specializzati, centri in cui sicuramente le persone addette sapranno aiutarci nel migliore dei modi.