Catturare un gattino randagio: come farlo senza fargli avere paura
Per catturare un gattino randagio occorrono pazienza e qualche strumento utile, l'importante è non spaventarlo ed evitare che si faccia male
È difficile resistere alla tentazione di catturare un gattino randagio: è lì tutto solo e abbandonato a se stesso, non possiamo non intenerirci.
La vista di un piccolino in strada colpisce dritto al cuore e tocca anche le corde più profonde di chi non ama particolarmente i gatti.
Prima di procedere, però, dobbiamo cercare di aver chiara la situazione e prendere tutte le precauzioni del caso per la nostra incolumità ma soprattutto per quella del piccolo.
Non vogliamo di certo che si faccia male ma allo stesso tempo dobbiamo considerare che potrebbe essere ammalato o reagire male per la paura.
Capire se è stato abbandonato dalla mamma
Prima di catturare un gattino randagio osserviamo il contesto. Mettiamoci a distanza e aspettiamo di vedere se la mamma gatta si avvicina.
È vero che spesso i gattini vengono abbandonati dalla mamma quando sono malati o hanno qualche malformazione, ma d’altra parte potrebbe solo essersi momentaneamente allontanata per cercare cibo.
Attendiamo con pazienza senza essere precipitosi. D’altronde perché mai dovremmo separare un gattino dalla sua mamma senza motivo?
In genere la mamma gatta va a procacciarsi il cibo quando i piccoli dormono, nel pomeriggio. Perciò se vediamo il micio solo al mattino potrebbe essere stato abbandonato.
Capire che età ha il gattino
Prima di catturare il gattino randagio sarebbe opportuno osservarlo attentamente per cercare di capire la sua età.
Non è una cosa semplice e non possiamo stabilirlo con certezza ma ci sono alcuni segnali che possono aiutarci.
Considerato che la mamma gatta in genere inizia lo svezzamento a circa 6 settimane di età, cerchiamo di capire se abbiamo a che fare con un gattino più piccolo.
I gattini aprono gli occhi più o meno a 10 giorni dalla nascita perciò se il micio ha gli occhi chiusi è appena nato.
Se vediamo che il gattino riesce a stare in piedi da solo, a camminare e a giocare è probabile che abbia almeno 4 settimane, perché i gattini iniziano a muoversi da soli verso le 3 settimane di età.
Indipendentemente dall’età per catturare un gattino randagio dobbiamo sempre tenere a mente una cosa fondamentale.
Si tratta di un micio “selvatico”, che cioè non è mai stato a contatto con l’uomo e non sa rapportarsi ad esso.
Sarà sicuramente spaventatissimo e affamato, di conseguenza non molto propenso alla vicinanza umana che percepisce istintivamente come una minaccia da cui difendersi.
Occorrono tempo e pazienza
Sembrerà superfluo dirlo ma catturare un gattino randagio non è qualcosa che possiamo fare nel giro di qualche minuto.
Al contrario è un’operazione che richiede molta pazienza da parte nostra e non dobbiamo mai forzare la situazione.
Il gattino è spaventato, non è abituato al contatto con l’uomo ed è molto probabile che ci veda come un pericoloso nemico.
Dobbiamo fare in modo che riesca a fidarsi di noi e soprattutto non dobbiamo innervosirlo rischiando che diventi aggressivo.
Per catturare un gattino randagio, dopo aver constatato che effettivamente sia stato abbandonato dalla mamma gatta, dobbiamo prenderci tutto il tempo necessario.
Occorre in genere qualche giorno e serve anche del materiale essenziale affinché la cattura vada a buon fine e in modo che nessuno si faccia male.
Prima di compiere questa missione dovremmo anche pensare al post-cattura, cioè se abbiamo intenzione di adottare il gatto randagio oppure affidarlo alle cure di un gattile o di qualcun altro.
In ogni caso prima di catturarlo prendiamo contatti con un bravo veterinario dal quale portarlo immediatamente per un’accurata visita di controllo.
Catturare un gattino randagio con una trappola
La parola “trappola” è abbastanza inquietante, non possiamo negarlo, tuttavia è uno strumento parecchio utile in questi casi.
Per catturare un gattino randagio possiamo acquistare una trappola nei negozi per animali oppure costruirne una con le nostre mani.
Sia chiaro che non deve diventare uno strumento di tortura per il gattino, deve essere una trappola “non crudele” con la quale non possa in alcun modo ferirsi.
Quelle in commercio in genere sono sicure perché realizzate con i materiali giusti ma se vogliamo costruirne una in casa informiamoci per bene.
La trappola non deve causare danni al gattino ma non deve neanche essere un pericolo per noi.
Dovrebbe essere abbastanza grande da contenere il gattino senza “soffocarlo” e soprattutto avere uno sportellino che si chiuda velocemente per evitare che scappi.
Catturare il gattino con la trappola non è facile come sembrerebbe e non dobbiamo cadere nell’errore di rinchiudervi il micio la prima volta in cui vi entra.
Dobbiamo posizionarla per qualche giorno nel luogo in cui lo abbiamo trovato e di volta in volta mettervi all’interno della pappa, così che il gattino inizi ad entrarvi naturalmente associando alla trappola una sensazione positiva.
È un modo efficace per spingere il gattino a fidarsi di noi, ad abituarsi alla nostra presenza e a non vedere la trappola come qualcosa da evitare.
Dal canto nostro dobbiamo essere sempre calmi e tranquilli, senza agitarci o fare strani movimenti che potrebbero soltanto spaventare ulteriormente il gattino.
Per questo motivo è importante non aver fretta e prendersi tutto il tempo necessario, anche se ci rendiamo conto che la cattura potrebbe diventare un’esperienza davvero frustrante.
E in alternativa alla trappola?
La trappola è uno strumento sicuro per catturare un gattino abbandonato e sebbene richieda pazienza ci facilita nel lavoro.
È realizzata in modo tale da non fare male al gattino ma anche a noi stessi e ci consente di intrappolarlo per portarlo via dalla strada.
Ma se non vogliamo utilizzare questo metodo possiamo cercare delle alternative. Un paio di queste fanno proprio al caso nostro.
La prima consiste nell’utilizzare un trasportino ponendolo in uno spazio ristretto. Il metodo è molto simile a quello della trappola con l’unica differenza che dobbiamo mettere la pappa all’interno del trasportino e con pazienza aspettare che il micio vi entri.
Esiste anche un altro metodo efficace ma che richiede molto più tempo e pazienza: stringere amicizia con il gattino.
Vuol dire che dobbiamo creare un legame con esso nel vero senso della parola, andando a trovarlo ogni giorno (anche più volte al giorno) per portargli la pappa.
Stabiliamo degli orari in modo che per il gattino la nostra presenza diventi un’abitudine. Dandogli una routine diventiamo automaticamente il suo punto di riferimento.
Possono volerci settimane, nei casi fortunati anche solo pochi giorni, ma l’unica cosa davvero importante è far breccia nel suo cuore in modo che finalmente sia invogliato a venire con noi.
Prendersi cura del gattino randagio
Catturare un gattino randagio è soltanto la prima parte del lavoro e dobbiamo essere pronti al dopo e a tutto ciò che comporta.
Innanzi tutto muniamoci di guanti per non toccarlo a mani nude, almeno non prima di averlo portato dal veterinario per la visita.
I guanti sono utili anche per proteggerci da eventuali graffi. Non dimentichiamo che inizialmente il gattino tenderà a scappare ed essere acciuffato con le mani può innervosirlo parecchio.
Per prendere il micio che scappa si consiglia in genere di utilizzare una coperta, in modo da avvolgerlo e bloccarne i movimenti ma senza fargli male.
Prima di catturare un gattino randagio dobbiamo assicurarci di avere uno spazio a disposizione in cui custodirlo.
Deve essere un piccolo ambiente sicuro e lontano da qualsiasi pericolo in cui posizionare una bella coperta calda, una piccola lettiera (o dei fogli di giornale) e naturalmente le ciotole con acqua e pappa.
A questo punto il gattino deve essere visitato da un veterinario sia per le vaccinazioni che per verificare la presenza di vermi, parassiti e quant’altro.
La visita ovviamente ha un costo e ci rendiamo conto che non tutti hanno la possibilità di sostenere una spesa simile.
Esistono delle soluzioni nel caso in cui si trovino gatti e gattini abbandonati e in questo articolo vi spieghiamo quali sono e cosa fare.