Come si fa a capire se il gatto sta male?
La salute del nostro amico a quattro zampe è prioritaria, in quest’ottica capire se il gatto sta male diventa un fattore importante. I dettagli
Il benessere del nostro amico a quattro zampe passa da un corretto stile di vita. Se fin dalle prime settimane riceve le cure e le attenzioni di cui ha bisogno, si è già a metà dell’opera.
Ecco perché è importante lasciarsi guidare dagli esperti in materia, non saltare mai le visite di controllo, i richiami dei vaccini e la somministrazione dell’antiparassitario.
Il veterinario di fiducia, infatti, è l’unico che può avere un quadro clinico completo, conoscere eventuali pregressi clinici e individuare caratteristiche di razza che possono incidere negativamente. Lo specialista può dirci anche come capire se il gatto sta male e cosa fare se abbiamo dubbi e incertezze. Saper leggere i campanelli di allarme è il primo passo per la prevenzione e un intervento tempestivo ed efficace.
Indice
Gatto che sta male, visione di insieme
Gatto sta male, i sintomi
Le cause più comuni
Posizione del gatto quando sta male
Come dorme un gatto quando sta male Altre posizioni
I comportamenti insoliti
Fare la pasta e/o le fusa
Come intervenire
Gatto che sta male, visione di insieme
Come capire se il gatto sta male, quali sono le posizioni e gli atteggiamenti che assume? I nostri amici, per comunicare, fanno molto affidamento sui segnali non verbali, quindi tutta una serie di movimenti può indicare quale sia il loro reale stato psicofisico: fare attenzione al linguaggio dei gatti, conoscerlo e saperlo interpretare correttamente non è certo un dettaglio di poco conto.
Decenni a strettissimo contatto con lui, a tessere un rapporto pressoché simbiotico, quasi si fosse genitore e figlio sicuramente hanno aiutato a comunicare in maniera più efficace con una specie così diversa dalla nostra. Attenzione, però, a non commettere l’errore di antropomorfizzare i comportamenti di Miao, a credere che eventuali somiglianze con i nostri modi di fare abbiano solo una chiave di lettura e vicina a quella umana. A tal proposito, ecco alcuni falsi miti sui gatti che vanno una volta e per tutte sfatati.
Gatto sta male, i sintomi
Le nostre piccole palle di pelo, come molti altri esemplari del regno animale, sono molto bravi a celare il loro malessere, spesso non vogliono farsi vedere in difficoltà e vulnerabili. Ecco, quindi, che i segnali di una eventuale patologia non sono subito di facile individuazione, soprattutto per chi è alla prima esperienza di adozione e non conosce il carattere difficile, quanto affascinante, di Miao. Imparare alcuni campanelli di allarme tipici dei malesseri può fare la differenza anche fra la vita e la morte, permette di intervenire in maniera tempestiva quando qualche ora in più o in meno è importante. I sintomi da conoscere sono:
- Gatto con le pupille dilatate oppure, al contrario, ristrette;
- Episodi di vomito e/o di diarrea;
- Sbalzi di umore improvvisi;
- Letargia e poca voglia di giocare;
- Silenzi o vocalizzi fuori dal comune;
- Inappetenza e cambi improvvisi nel bere e nelle abitudini alimentari;
- Perdita o aumento di peso repentini.
Uno o più di questi comportamenti possono celare un malessere, e nessuno conosce Miao quanto il suo compagno di avventure bipede. Osserviamo il suo atteggiamento e concentriamoci su eventuali anomalie. Ma l’elenco non è ancora finito:
- Affanno o mancanza di respiro;
- Cura eccessiva di sé o, al contrario, trascuratezza;
- Utilizzo improprio della lettiera;
- Lesioni;
- Zoppia;
- Gonfiore localizzato;
- Alitosi;
- Lacrimazione degli occhi;
- Naso che cola;
- Irritazioni cutanee;
- Perdita di pelo;
- Tendenza a nascondersi.
Per qualsiasi dubbio o incertezza, non perdiamo tempo e contattiamo il veterinario. Meglio una telefonata a vuoto che ci rassicuri, che sottovalutare una condizione apparentemente poco grave ma che può degenerare da un momento all’altro e mettere in pericolo la vita del nostro adorato Micio.
Le cause più comuni
Il comportamento del gatto che sta male, se si studia, è di possibile individuazione. Una precisazione è d’obbligo però: non bisogna mai ricorrere al fai da te o al sentito dire, sostituirsi a colui che ha una laurea in medicina pensando che internet abbia tutte le risposte. Non c’è nulla di più sbagliato.
Se il nostro amico a quattro zampe, da un giorno all’altro, appare strano quando utilizza la lettiera potrebbe essere infastidito da eventuali infezioni al sistema urinario, avere calcoli alla vescica o patologie correlate ai reni. Così come quando beve molto più del solito. Un aumento dell’appetito repentino potrebbe invece indicare un gatto con diabete, affetto da ipertiroidismo, patologie infiammatorie dell’intestino (e persino un tumore).
Le infezioni delle vie respiratorie superiori possono provocare affanno o difficoltà a respirare e, quindi, a trovare le energie per scorrazzare in lungo e in largo e giocare come al solito. Anche eventuali lesioni e l’artrite possono condizionare il movimento. A tal proposito, può tornare utile sapere come si cura un gatto con l’artrite.
L’alito cattivo è un sintomo tipico delle malattie che interessano il cavo orale e potrebbe denotare mal di denti. Eventuali dolori potrebbero spingere Miao a ridurre sensibilmente la dose di crocchette e di cibo in generale. Attenzione, perché se si trascurano i denti possono esserci delle ripercussioni su cuore, reni e fegato.
Posizione del gatto quando sta male
Come capire se il gatto sta male? I nostri amici a quattro zampe sono animali estremamente abitudinari e spendono la maggior parte della loro giornata dormendo, mangiando e giocando. Notare un improvviso cambio nella abituale posizione assunta dal gatto quando dorme, per esempio, ci può dire molto. Possiamo facilmente elencare almeno cinque diverse posizioni in cui i gatti normalmente riposano quando va tutto bene:
- Su un fianco
- Sul dorso (con la pancia all’aria);
- Sulla pancia;
- In posizione fetale;
- Raggomitolati su se stessi.
Se notiamo abitudini diverse, dunque, è meglio chiedere il parere dello specialista e, si spera, farsi rassicurare. In caso contrario, una visita di controllo è auspicabile.
Come dorme un gatto che sta male
Dormire sul fianco è una delle posizioni più diffuse e più confortevoli per i gatti perché non causa alcuna pressione sulle articolazioni e rende agevole la respirazione. Normalmente questa posizione è sintomo di totale rilassatezza da parte del gatto che, lasciando scoperte pancia e zampe, esprime un senso di vulnerabilità e quindi di tranquillità.
Allo stesso modo, riposare sul dorso vuol dire che va tutto per il meglio. Lasciando completamente scoperte le parti più preziose del suo corpo (pancia, zampe e viso), esprime il suo sentirsi a suo agio al massimo.
Un’altra posizione molto comune in cui i gatti normalmente amano dormire è sulla pancia. Poiché cosa comune, è difficile poter capire in che stato di salute sia Miao quando la assume, anche se qualche dettaglio sulla posizione della coda e delle zampe potrebbe indicare che l’animale sia in qualche modo sofferente.
Se la coda e le zampe sono rilassati e protesi verso fuori significa che il gatto è comodo e tranquillo, se invece ripiegati verso l’interno solitamente significa che l’animale è alla ricerca di calore. È bene prestare un po’ più di attenzione se mantiene le zampe anteriori unite tra loro, questo può essere sintomo di malesseri di natura respiratoria: Micio sta cercando di tenere i polmoni aperti il più possibile.
Altre posizioni
Lo scopo principale della posizione fetale è la ricerca del calore, infatti, se il gatto si ripiega su se stesso adeguatamente riuscirà a mantenere una temperatura corporea costante. C’è da dire però che assumendola può esprimere anche la paura di poter prendere freddo e ammalarsi, e al contempo indica la volontà di essere lasciato in pace nella sua ricerca di maggiore comfort.
Quando il gatto è raggomitolato su se stesso, al contrario di come possiamo superficialmente pensare, può essere alla semplice ricerca di calore o può indicare un tentativo di alleviare un dolore fisico, soprattutto se strizza gli occhi o se cerca di comprimere il corpo su se stesso con forza.
Infine, per capire se il gatto sta male, per quanto a noi possa sembrare strano vedere un gatto scegliere di dormire in spazi bui e angusti (come delle piccole scatole o un cassetto) piuttosto che nella loro comoda e calda cuccia, questo comportamento è assolutamente normale e non significa affatto che il gatto sia sofferente, al contrario è dovuto all’istinto che li spinge a cercare dei posti che trasmettano loro un senso di totale sicurezza.
I comportamenti insoliti
Come capire se il gatto sta male? Oltre all’osservazione delle varie posizioni di riposo del gatto, può essere altrettanto utile prestare attenzione a determinati comportamenti che di norma possono sembrare innocui, ma se reiterati e continui possono indicare malessere e sofferenza. Due esempi lampanti che sicuramente ci sorprenderanno sono fare le fusa e la pasta. A tal proposito, sei sicuro che se il gatto fa le fusa è davvero felice?
Quante volte abbiamo pensato che il nostro peloso fosse felice e ci stesse dimostrando affetto vedendolo “fare la pasta” su di una coperta o sulle nostre gambe, o sentendolo fare le fusa? In effetti è conoscenza comune che questi due comportamenti siano indice di tranquillità e felicità nel gatto, e nella maggior parte dei casi questa nozione rispecchia la verità, ma ecco 4 ragioni per cui i gatti fanno la pasta.
Fare la pasta e/o le fusa
Questo gesto è istintivo nei gattini appena nati, sin dal momento della prima poppata: stimola le ghiandole mammarie di mamma gatta, che produce più latte. In età avanzata i gatti spesso ripetono questo movimento su superfici morbide come coperte, cuscini, cucce, ma anche varie parti del corpo umano, per verificarne la comodità ma anche per marchiare il territorio (grazie a un particolare feromone prodotto dalle ghiandole dei cuscinetti plantari).
Fare le fusa, che consistono nell’emissione di un particolarissimo suono attraverso una contrazione ritmica di laringe e diaframma, di norma vuol dire essere felice. Questi due comportamenti, se continui, possono però indicare l’insorgere o la fase terminale di malattie dei gatti. Il fare la pasta, se fatto ossessivamente, indica un qualsiasi tipo di stress psicologico che Miao cerca di alleviare ripetendo il gesto che rilascia endorfine.
Per capire se il gatto sta male, le fusa continue sono un segnale: in un gatto molto anziano e malato, sebbene si possa pensare che siano espressione di relax, sono invece indice di peggioramento. Queste fusa sono chiamate pre-agoniche perché vengono emesse in punto di morte.
Come intervenire
In definitiva, capire se il gatto sta male è il primo passo, dopodiché va individuata la causa e la soluzione migliore per farlo guarire nel più breve tempo possibile. Se il nostro amico a quattro zampe assume degli atteggiamenti fuori dal comune, quindi, lo abbiamo già detto, la prima cosa è chiamare il veterinario di fiducia. Solo lui può capire con certezza qual è la diagnosi e prescrivere la terapia mirata.
La diagnosi precoce e la cura tempestiva di determinati malesseri possono aiutare a prevenire situazioni più gravi e impedire che degenerino fino a mettere in pericolo la vita di Miao. Non sono rari, infatti, i casi in cui le cure veterinari debbano essere urgenti, in cui sia richiesta un’operazione chirurgica o una manovra d’emergenza. È fondamentale chiedere il prima possibile una consulenza veterinaria professionale. Prima comincia il trattamento, prima passeranno la paura e la sofferenza.
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