Burmese, allevamento: come funziona e quali sono i costi
Il Burmese, visto il costo esoso, va preso in un allevamento riconosciuto e certificato. Ecco cosa sapere e tenere in considerazione
Ogni razza di felino ha le proprie caratteristiche fisiche, che devono essere rispettate secondo uno standard di razza ben preciso. Il Burmese, per esempio, deve essere acquistato – visto il prezzo esoso – in un allevamento certificato. L’allevamento selettivo, che mette in atto un esperto in materia, dipende dalla genetica e, quindi anche dalle sue origini. Questo felino, infatti, viene prevalentemente dal Myanmar (Birmania) e dalla Thailandia. Data la sua corporatura compatta, ma pesante, viene spesso descritto come un mattone avvolto nella seta.
Si tratta di un amico a quattro zampe estroverso e divertente che ama le persone. Quando non è impegnato a mostrare le sue doti acrobatiche raggiungendo i punti più alti della casa, si accuccia sulle gambe dei suoi umani o porta avanti grandi conversazioni con una voce spesso descritta come rauca e delicata, come un brontolio.
Questo felino è un compagno di gioco perfetto per i bambini, disposto anche ad essere sottomesso, travestito e portato a spasso in un passeggino per bambole. Tuttavia, non significa che non debba essere rispettato. Questa razza ama le attenzioni e quando siete a casa vi seguirà dappertutto, di conseguenza non ama essere lasciata da sola per lunghi periodi di tempo.
Indice
- Le origini del gatto Burmese
- Le caratteristiche fisiche della razza
- Burmese e allevamento, cosa sapere
- Molte persone ci hanno chiesto anche
Le origini del gatto Burmese
Il Burmese è originario del Myanmar (Birmania) e della Thailandia e la razza che conosciamo e amiamo oggi può essere riconducibile a un esemplare femmina di gatto domestico dal nome Wong Mau.
Nel 1930, Wong Mau fu trasportata negli Stati Uniti da Rangoon, Burma (ora Yangon, Myanmar), dal dottor Joseph Thompson di San Francisco. Come narra la storia, un marinaio anonimo donò il felino a Thompson il quale lo portò a casa attraverso la baia. Wong Mau era un gatto piccolo, di ossatura sottile, con un corpo compatto, una testa rotonda e un muso corto; occhi rotondi ben distanziati, e un pelo corto di colore marrone noce con parti marrone più scuro sul viso, sulle orecchie, sulle zampe e sulla coda.
Thompson era molto preso da Wong Mau poiché gli ricordava dei gatti visti in Tibet, quando aveva prestato servizio nella Marina degli Stati Uniti come medico. In quel frangente, sviluppò un grande interesse per Sud est Asiatico. Passò del tempo in un monastero in Tibet e restò incantato dai gatti a pelo corto marroni dell’area.
Burmese d’allevamento, il gatto di rame
Questi felini, chiamati “gatti di rame” nelle loro terre natie a causa del loro ricco colore marrone, si sono esistiti nel sud est Asiatico per secoli. Essi erano raffigurati e descritti nell’antico manoscritto “The Cat-Book Poems”. Secondo le leggende, il Burmese è discendente di una razza una volta venerata nei templi burmesi come incarnazione degli dei. “The Cat-Book Poems” mostra anche foto di Siamesi e di gatti che possono essere considerati Korat, descritti come razze definite e separate da secoli.
Visto l’amore per il Burmese, Thompson decise di creare un programma di allevamento per isolare le caratteristiche distintive di Wong Mau in modo da poter riprodurre il Burmese: le sue caratteristiche fisiche, il colore del pelo e il carattere. Si avvalse dell’aiuto di diverse persone, incluso un noto genetista dell’università di Harvard.
Wong Mau venne incrociata con un Siamese sealpoint chiamato Tai Mau, la cucciolata risultante mostrò tre diverse caratteristiche cromatiche: beige, sable brown e pointed. È in questa fase che il dottore scoprì che Wong Mau era in realtà un Siamese ibrido, mezzo Siamese e mezzo Burmese (che al giorno d’oggi potremmo chiamare Tonkinese). Nel 1936, la CFA (Cat Fanciers’ Association) stabilì uno standard di razza ed ebbe un immediato successo nel Nord America fra gli anni ’30 e ’40. Il look attuale del Burmese è cambiato col tempo.
Le caratteristiche fisiche della razza
Il Burmese, se viene da un allevamento certificato, deve rispettare determinati parametri. Il corpo è di media grandezza, muscoloso in sviluppo, presenta un’apparenza compatta. Ha un petto ampio e arrotondato, il dorso livellato dalle spalle alla coda. Per quanto riguarda il peso, questo per i maschi e le femmine oscilla tra i 3 e i 5 kg, anche se le femmine mediamente pesano intorno ai 4 kg.
La testa è piacevolmente rotonda senza punti piatti sia vista di profilo che di fronte. Il viso è pieno, con un’ampiezza considerevole tra gli occhi che si fonde gentilmente con il muso ampio e ben sviluppato che mantiene i contorni rotondi della testa. Il mento è fermo e rotondo, la testa poggia su un collo ben sviluppato.
Le orecchie sono di media dimensione, ben distanziate, ampie alla base e dalla punta rotonda, la loro leggera inclinazione in avanti contribuisce a farle apparire in allerta. Gli occhi sono grandi, molto distanziati e dall’apertura rotonda. La coda è dritta e di media lunghezza. Le zampe sono ben proporzionate al corpo, la punta delle è zampe rotonda.
Il pelo del Burmese è corto, fine, lucido, dalla consistenza satinata, corto, si distende molto vicino al corpo. I colori previsti dallo standard di razza sono: Sable, champagne, blu e platinum.
I cuccioli quando nascono tendono ad essere sempre di colore chiaro, solo con il passare del tempo acquisiscono il colore originale. Durante le prime settimane di vita risulta quindi particolarmente difficile capire la varietà di colore.
Burmese e allevamento, cosa sapere
Il prezzo di un esemplare cucciolo di gatto Burmese da allevamento, data la sua particolarità, si aggira attorno ai 1000 euro. Il consiglio, vista anche la cifra, è quello di affidarsi sempre ad allevatori esperti e certificati.
Secondo il sito Anfi, in Italia è presente un solo allevamento che si occupa di allevare questa razza; questo si trova in Toscana, precisamente a Rufina, presso l’allevamento “Mille fiabe” gestito dall’allevatrice Eleonora Pucci.
Molte persone ci hanno chiesto anche
Chi decide di adottare un felino, non lo deve fare solo per ricevere coccole e compagnia. Si tratta di assumersi una responsabilità che dura “finché morte non ci separi”. I pet, infatti, dipendono in tutto e per tutto dall’accudimento umano. Un proprietario responsabile, quindi, deve prepararsi e sapere di cosa ha bisogno colui che considera un membro della famiglia a tutti gli effetti. Ecco allora che sorgono dubbi e incertezze.
Il gatto Brumese ha problemi di salute?
Il Burmese gode genericamente di buona salute ma esistono alcune condizioni mediche alle quali può essere soggetto: alcuni esemplari possono presentare:
- Deformità al cranio;
- Glaucoma;
- Iperestesia;
- Calcoli di ossilato di calcio nel tratto urinario.
L’iperestesia felina è una rara patologia del gatto che si manifesta sotto forma di “fitte” di ipersensibilità sulla schiena. Tipicamente, è calmo e improvvisamente salta, si guarda e si morde la schiena come se qualcosa lo stesse attaccando. In alcuni casi è possibile vedere la pelle muoversi.
Come tutti i gatti, anche il Burmese è carnivoro e per tale motivo, necessita di mangiare carne e pesce. È preferibile inoltre ridurre al minimo il consumo di carboidrati perché anche se il Burmese tende a stare in continuo movimento, è predisposto all’obesità.
Come ci si prende cura del Burmese da allevamento?
Oltre a fare in modo che segua una dieta sana e bilanciata – che tenga conto dello stile di vita, delle condizioni di salute e dell’età – è importante che venga accudito e coccolato. Il Burmese è un felino che ha bisogno di sentirsi considerato e apprezzato.
È fondamentale che vada periodicamente a controllo dal veterinario di fiducia, che abbia applicato con regolarità l’antiparassitario e che venga monitorato: qualsiasi anomalia fisica e psicologica va fatta presente allo specialista. Meglio, infatti, una visita in più che confermi la buona salute di Miao, che sottovalutare un disturbo che può ingigantirsi.
In ottica preventiva, soprattutto se Micio è un gatto che vive in (semi)libertà è che le orecchie, gli occhi, le zampe e la bocca vengano tenuti puliti. È indispensabile riuscire a mantenere una corretta igiene dentale per evitare problemi legati all’apparato orale come parodontiti, così come vanno evitate le otiti e che i parassiti si insinuino e agiscano indisturbati in zone nascoste come fra le dita.