British Longhair VS Ragdoll: le differenze
Mettiamo a confronto due gatti a pelo lungo apparentemente molto simili, ma dalle differenze importanti: il Ragdoll e il British Longhair.
Sono entrambe razze di gatti a pelo (semi)lungo piuttosto muscolosi, dai lineamenti armoniosi e di indole mansueta. In un certo senso, però, si può dire che i loro punti in comune si fermano qui: British Longhair e Ragdoll si distinguono per alcune differenze che, per chi stesse scegliendo quale dei due prendere con sé, potrebbero giocare un ruolo determinante. Scopriamole insieme.
La storia
Potrebbe sorprendere molti “profani” del mondo felino scoprire che, nonostante la sua enorme popolarità, il Ragdoll è una razza di gatti relativamente recente; tuttavia la sua storia è ricca di avvenimenti non del tutto documentati che a volte hanno più il sapore di una leggenda o di semplice finzione. Quel che è certo è che il Ragdoll è stato sviluppato da Ann Baker di Riverside, California all’inizio degli anni ’60. Si ritiene che a rappresentare i capostipiti di questa razza siano un esemplare femmina di gatto semi-selvatico dal pelo lungo e bianco e dalle origini sconosciute chiamata Josephine, un maschio di varietà seal mitted di nome Daddy Warbucks e un gatto nero comune di nome Blackie.
La Baker sostiene che il patrimonio genetico di Josephine sia stato in qualche modo alterato in una clinica dove la donna l’aveva portata dopo che era stata investita da un’auto. I cuccioli nati dalla gatta successivamente al suo ricovero avrebbero poi mostrato la tendenza ad “afflosciarsi” in braccio a un umano che al giorno d’oggi consideriamo la caratteristica principale del Ragdoll, caratteristica che i precedenti cuccioli di Josephine, sempre stando alla Baker, non presentavano. È decisamente più probabile che Josephine fosse già dotata di un gene fino ad allora sconosciuto che in lei si presentava recessivo o in conflitto con quello responsabile del suo pelo bianco, ma che le stesse regole non valessero per i suoi discendenti, come ad esempio lo stesso Daddy Warbucks.
Il programma di allevamento di Ann Baker, che brevettò il nome Ragdoll nel 1971, consistette nell’assumere una serie di allevatori esperti che lavorassero alle sue dipendenze. Con il passare del tempo e con il progressivo aumento delle eccentricità della donna, tali allevatori decisero di prendere le distanze da lei e continuare a sviluppare il Ragdoll in modo autonomo. Tra questi vi erano Denny e Laura Dayton, che ebbero un ruolo fondamentale nel riconoscimento ufficiale della razza: se la CFA fu pronta a registrarlo già nel 1993, fu solo dopo il 2000, quando un Ragdoll vinse una CFA Championship, che le altre associazioni feline decisero di fare lo stesso.
Tutt’altro caso quello del British Longhair che si fa portatore di una storia più lunga, meglio documentata e in cui compaiono anche alcuni antenati “illustri”. Il suo stesso nome lascia intendere che vi sia qualche legame di parentela con il British Shorthair, e le cose stanno proprio così: tutto nacque verso la fine del XIX secolo, quando le mostre feline erano in pieno sviluppo e ad andare per la maggiore erano le razze di gatti “esotici” e aggraziati come il Siamese e soprattutto quelle di gatti a pelo lungo, come l’irresistibile Persiano. Il British Shorthair, dai lineamenti decisamente meno particolari rispetto a quelli tipici dei gatti orientali, non era dotato nemmeno delle loro movenze eleganti per via della sua corporatura muscolosa. Si pensò allora di accoppiarlo proprio con il Persiano, gatto a pelo lungo per eccellenza, per donargli un aspetto un po’ più particolare.
Altri incroci vennero effettuati dopo le due Guerre Mondiali, ma per motivi decisamente differenti: i conflitti avevano infatti rischiato di annientare completamente la popolazione felina, e un intensivo programma di allenamento era necessario per ampliarne nuovamente il numero; lo stesso avveniva anche per lo Shorthair, che questa volta non venne fatto accoppiare solo con il Persiano ma anche con il Certosino, il Burmese e il Blu di Russia. Questo contribuì non poco ad ampliare anche il suo pool genetico, ma furono parecchie le obiezioni al riconoscimento ufficiale della razza, a cui tuttora molte associazioni si oppongono considerandolo semplicemente una variante a pelo lungo dello Shorthair.
L’aspetto fisico
Il Ragdoll è un gatto dal pelo semilungo e soffice, come quello di un coniglio, che tende a perdere in grande quantità solo in primavera e in autunno. Può presentarsi in una grande varietà di colori, combinazioni e pattern, tra i quali spicca senza dubbio il colorpoint tipico del Siamese; gli esemplari mitted (= “guantati”) hanno la parte anteriore delle zampe bianca, che ricorda appunto dei guanti o dei calzini. È anche uno dei gatti domestici di dimensioni più grandi e impiega circa 4 anni per raggiungere la completa maturità. Le femmine pesano tra i 4 e i 7 kg mentre i maschi, che di solito sono notevolmente più grandi, possono arrivare a un peso di 9 kg. La corporatura è solida e robusta, con un’ossatura pesante.
Il pelo lungo del British Longhair è prevedibilmente ereditato dal Persiano ma rispetto al suo è un po’ più corto, rendendolo più o meno della stessa lunghezza di quello del Ragdoll; entrambi sono provvisti di sottopelo. Simile per corporatura allo Shorthair, si presenta muscoloso e atletico. Le dimensioni sono ridotte rispetto al Ragdoll: la femmina arriva a pesare tra i 4 e i 5 kg mentre il maschio pesa al massimo 8 kg.
Il carattere
Una delle caratteristiche più amate del Ragdoll e che lo rendono così popolare è senza dubbio la sua personalità docile e mansueta. È tranquillo ed estremamente affezionato ai loro umani, con cui empatizza sia a livello emozionale che concreto, seguendoli in giro per casa e accogliendoli sulla soglia quando tornano da lui, strofinandosi contro le loro gambe. Non esiteranno ad accoccolarsi su di voi a fare le fusa e accetterà di buon grado le vostre coccole e carezze. Gli piace giocare ma non è esageratamente attivo; riesce ad adattarsi a vari tipi di situazione ed è quindi un compagno di vita ideale per qualunque famiglia, specialmente se ci sono dei bambini.
Il British Longhair è l’unione perfettamente bilanciata tra il pigro ma affettuoso Persiano e lo schivo ma indipendente British Shorthair. Dall’indole piuttosto socievole, sa gestire con tranquillità anche momenti di solitudine nei quali riesce a tenersi occupato senza sentirsi trascurato; più atletico e giocherellone del Ragdoll, preferisce mostrare il suo affetto “pedinando” i suoi umani prediletti che stando continuamente a contatto con loro ma non disdegnerà affatto le coccole, purché sia sempre tutto entro i suoi termini.
Cura, salute e aspettativa di vita
Il pelo morbido e setoso del Ragdoll non richiede una cura troppo meticolosa, anche se ha comunque bisogno di essere spazzolato una volta a settimana per rimuovere nodi e peli morti, in particolare durante la muta. Si tratta di un animale generalmente sano, ma è soggetto ad almeno un disturbo ereditario che non va affatto sottovalutato: la cardiomiopatia ipertrofica, la malattia cardiovascolare più comune nei gatti. L’aspettativa di vita si aggira sui 12-15 anni.
Anche nel caso del British Longhair la cardiomiopatia ipertrofica rappresenta un disturbo ereditario diffuso, ma a ciò si aggiunge anche il rischio di obesità ben presente anche nello Shorthair: bisogna quindi incoraggiare l’animale a svolgere attività all’aria aperta perché si mantenga in forma. Una triste eredità del Persiano è poi rappresentata dal rischio di isoeritrolisi natale e disturbo da rene policistico. Detto questo, però, un animale che goda di buona salute può arrivare un media anche a 18-20 anni di vita.