Bagno al gatto: si deve fare oppure no?
Che Miao sia famoso per pensare autonomamente alla propria igiene è un dato di fatto, ma il bagno al gatto è davvero inutile? I dettagli
Sono tante le dicerie sui nostri amici a quattro zampe e si tende a fare confusione, a sbagliare se non ci si affida a professionisti del settore qualificati. Il bagno al gatto è un argomento spinoso, ci sono diverse scuole di pensiero sull’effettiva necessità e sulla frequenza.
Determinate questioni, strettamente legate allo stile di vita del nostro amico a quattro zampe, non possono essere nette e prive di sfumature. Sono tanti i fattori che entrano in gioco, e il nostro obiettivo è quello di fare un po’ di ordine.
Il gatto odia l’acqua?
Sul bagno al gatto e molto altro ci sono dei falsi miti da sfatare. Il primo in assoluto è che il nostro adorato Miao odi l’acqua. Perché non è sempre vero e non lo è del tutto. A dirla tutta, infatti, ha un tale culto dell’acqua che per berla deve essere sempre fresca e pulita. Ciò non toglie, però, che a accezione di determinate razze, la maggior parte dei felini non ami fare un tuffo nella vasca.
Molto dipende dalle esperienze pregresse, vissute in un passato più o meno remoto e che hanno condizionato le abitudini successive. A proposito di abitudini, infatti, non dobbiamo mai dimenticare che il micio non ama i cambiamenti, è molto metodico e ama le giornate sempre uguali. L’importante, però, è che non siano noiose e che riceva gli stimoli di cui necessita.
Cosa e quando è necessario
Tutto dipende dall’animale che abbiamo di fronte. Secondo delle linee guida che possono valere per tutti, però, gli specialisti dicono che non ci sia un reale bisogno di mettere dentro l’acqua il nostro amico a quattro zampe: lui ha un sistema di pulizia davvero invidiabile.
Si tratta di una prassi che deve essere presa in considerazione solo quando strettamente necessario. Un esempio emblematico è quando Miao ha libero accesso al giardino e torna sporco di fango. Non può pretendere di chiedere asilo se prima non si sottopone a una pulizia approfondita, che nemmeno lui è in grado di portare a termine da solo. L’unico vero aspetto da considerare è l’eventuale trauma: dobbiamo evitarlo a tutti i costi.
Inoltre non si deve esagerare con la frequenza anche per non far perdere alla nostra piccola palla di pelo degli oli essenziali che contribuiscono a mantenere l’equilibrio cutaneo e non solo.
Pelo lungo o corto
Una discriminante non di poco conto quando dobbiamo stabilire se fare o meno il bagno al gatto è il tipo di mantello che lo caratterizza. Se è corto non ha le stesse esigenze di chi ha quello lungo e folto. Il felino che vive esclusivamente in casa, poi, non ha gli stessi bisogni di un randagio o di chi ha la possibilità di fare una piccola gita fuori porta.
A incidere su determinate decisioni e su eventuali approcci è l’età. Miao già è difficile da convincere e i cambiamenti non è bravo a gestirli, se poi pretendiamo che determinate abitudini vengano accettate da adulti, forse pretendiamo un po’ troppo.
Una questione di età
Il metodo ideale, se vogliamo che il nostro amico a quattro zampe non guardi l’acqua come il suo peggior nemico, è che prenda confidenza con questo strano elemento intorno ai due o tre mesi. Dobbiamo aspettare che sia coperto dai vaccini di base, ma non aspettiamo oltre: potrebbe essere troppo tardi.
Inoltre, ci sono alcune razze di gatti che amano l’acqua, il web è pieno di video che lo testimoniano, che mostrano felini con la pettorina essere più avventurosi di un cane guardaspiaggia. Tra questi c’è sicuramente il gatto del Bengala, uno dei selvatici per definizione e anche molto affascinanti.
Nonostante ciò, con una buona dose di pazienza e se Miao non si agita eccessivamente, possiamo puntare a qualsiasi tipo di obiettivo. Il nostro consiglio, però, è sempre quello di aspettare il nulla osta del veterinario di fiducia, che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza.
Quando fare il bagnetto, le linee guida
Anche se il gatto al bagno non è una procedura mai provata prima, ci sono delle situazioni in cui è indispensabile farlo. In primis se abbiamo adottato un amico a quattro zampe direttamente dalla strada o andando in rifugio. Nel caso in cui lo specialista dovesse diagnosticare delle allergie o infezioni cutanee, potrebbe essere necessario un trattamento mirato in acqua. Idem se Miao è vittima di un colpo di calore.
Se il pelo lungo e il poco utilizzo della spazzola hanno contribuito alla formazione di nodi difficili da gestire e che potrebbero richiedere il taglio del mantello con una toelettatura attenta e per nulla improvvisata. Quando si tratta del nostro amico a quattro zampe, infatti, non ricorriamo al fai da te: potrebbero esserci conseguenze di una certa entità, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Questione di pulci
Un trattamento con antiparassitario, e relativo tuffo in vasca, è necessario nel caso in cui il nostro adorato Miao ha avuto un incontro decisamente troppo ravvicinato con le pulci o altri animaletti tutt’altro che simpatici. Idem se viene diagnosticata la tigna o un avvelenamento da contatto. Oppure se Miao ha deciso di entrare in sciopero e non pensa più autonomamente alla propria igiene.
Solo in questi casi, e se lo specialista ci dà il proprio benestare, dobbiamo cimentarci con qualcosa che di norma il gatto non ama particolarmente, anzi del tutto. In commercio, poi, ci sono delle salviette e dello shampoo secco nei casi più estremi e in cui non riusciamo a convincere il felino in nessun modo sinora conosciuto sulla Terra.
Consigli utili
Prima di procedere con il bagno al gatto, ecco una serie di consigli che ci può servire per ottenere un buon risultato senza maltrattare il nostro amico a quattro zampe. In alcuni casi, c’è chi ha parlato di esperienze addirittura piacevoli.
Prima di tutto è consigliabile trasmettere calma e tranquillità. Evitiamo i toni di voce alti e i rumori, l’udito di Miao è talmente sviluppato da risentirne. Più gli dimostriamo affetto, più probabilità avremo di ottenere la sua fiducia anche in questo frangente.
Se ne abbiamo l’opportunità, chiediamo supporto a un amico fidato o un parente (meglio se ha già confidenza con Miao). In caso contrario prepariamo tutto l’occorrente prima, così da ridurre al minimo lo stress del felino abituato a una vita metodica che improvvisamente viene stravolta con il… bagnetto!
Approcci vincenti
Un altro consiglio è quello di riempire la vasca o il recipiente prescelto con dell’acqua tiepida prima che Miao entri in bagno o nella stanza preposta. Potremmo anche posizionare un asciugamano sul fondo della vasca o del lavandino in maniera tale che sia un appiglio e un comfort per le unghie.
Usiamo solo detergenti specifici per gatti, altrimenti rischiamo che siano troppo aggressivi. Il momento del bagno al gatto, poi, deve essere all’insegna del relax e nessun movimento dev’essere brusco. Evitiamo la zona della testa e non avviciniamoci troppo al volto. Se si innervosisce, potrebbe avere l’impeto di graffiarci e di autolesionarsi accidentalmente, di riflesso.
Una volta insaponato e sciacquato il nostro amico a quattro zampe, asciughiamolo con un asciugamano per ridurre al minimo l’umidità. Usiamo l’asciugacapelli solo se il rumore non gli provoca ansia e stress inutili.