Ascessi nel gatto, cosa sapere e quali sono i sintomi
Gli ascessi nel gatto altro non sono che rigonfiamenti sottocutanei. La loro dimensione può variare e, il più delle volte, essere strettamente correlata alla gravità della condizione.
La zona interessata è certamente infiammata e, quindi, può essere visibilmente arrossata o presentare delle piaghe. In questo caso significa che la cute si è lesionata. Indispensabile è individuare l’infezione che ha causato il malessere e trattarla in maniera tempestiva e adeguata.
Che cosa sono
Gli ascessi nel gatto sono riconducibili a dei problemi di origine cutanea. Tra le caratteristiche che ci devono mettere in allarme e far contattare il veterinario di fiducia, che conosce eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza, ci sono:
- Un rigonfiamento, quasi fosse un bozzo, di grandezza che cambia da caso a caso;
- La presenza di un’infezione, con conseguente pus;
- Algie persistenti e infiammazione locale;
- Varie ed eventuali che variano in base alla posizione dell’ascesso.
Se si denotano uno o più di questi sintomi, è fondamentale l’intervento dello specialista. Una nostra anamnesi, il più possibile dettagliata e precisa, sarà di grande aiuto per l’individuazione corretta della diagnosi e la relativa terapia farmacologica.
Vale la pena specificare, però, che non tutti i rigonfiamenti cutanei rappresentano degli ascessi: alcuni possono essere tumori della pelle benigni o maligni e di diversa gravità, inoltre i bozzi sebacei sono poco frequenti. A tal proposito, potrebbe tornare utile saperne di più sul perché un gattino si lecchi continuamente.
Gli ascessi ai denti
Questo tipo di problematica può riguardare diverse parti del corpo del nostro amico a quattro zampe e declinarsi diversamente a seconda della zona colpita dall’infezione. Tra gli ascessi nei gatti più comuni c’è quello che interessa il cavo orale.
La situazione classica che si ritrova a dovere affrontare il veterinario è un accumulo di pus che darà luogo al rigonfiamento. Si tratta di una condizione molto fastidiosa, a causa dei dolori che provoca. Una diretta conseguenza, quindi è l’inappetenza o un’enorme difficoltà a mangiare.
Individuarlo senza l’auto dello specialista, che comunque ne deve dare eventuale conferma, non è semplice. Miao, infatti, in genere tende a muoversi e a serrare la bocca per un istinto di protezione. Non si lascia toccare facilmente.
Alcuni ascessi dentali possono arrivare a interessare l’occhio creando sempre gonfiore o fuoriuscita di pus. In questo caso, di solito il veterinario consiglia l’estrazione del dente e una cura antibiotica di supporto. La diagnosi avverrà previa radiografia.
Come nella maggior parte dei casi, la tempestività è fondamentale per aiutare il nostro amico a quattro zampe a non soffrire. Prima si interviene, minori saranno i danni, i fastidi e i sintomi da dover curare. Anche la pesantezza della terapia sarà commisurata alla gravità del problema. Al primo accenno chiediamo il supporto dello specialista di fiducia.
Gli ascessi perianali
Le ghiandole perianali di un felino, ma vale anche per i canuzzi, sono molto importanti per diversi fattori, non ultimo l’invio di informazioni importanti agli esemplari della stessa specie. Se un’infezione colpisce l’area sopracitata, i fastidi non sono certo pochi. Ecco allora che bisogna fare in modo di prevenire, quando possibile.
La nostra attenzione deve essere catturata da un eventuale arrossamento e dall’emanazione di calore. Inoltre, come precedentemente accennato, si può aprire una piaga dalla quale esce il pus.
Nei casi più gravi, gli ascessi nei gatti si aprono, creando una fistola perianale: la ragione per cui il corpo reagisce in questo modo è legata all’eliminazione dell’infezione. Urge una disinfezione e un’importante cura antibiotica.
Gli ascessi da morso
Non è raro che i nostri amici a quattro zampe, soprattutto se randagi e all’interno di una colonia felina, debbano combattere per la propria sopravvivenza. Gli scontri possono avvenire per questioni di predominio territoriale fra simili, oppure con altri animali (una specie fra tutte quella canina).
Quando il combattimento si fa serio, capita che ci si morda (anche a vicenda) e succede spesso che le lesioni si trasformino in infezioni, rigonfiamenti e tutto quello che abbiamo descritto in precedenza. La causa di tutto sono i batteri presenti nella bocca di chi aggredisce. In questi casi, la ferita può dare l’impressione di essere guarita in superficie, ma spesso succede che in profondità il pus cominci a farsi strada fino a raggiungere la cute.
Si tratta, lo abbiamo già detto, di condizioni molto dolorose e difficili da gestire, soprattutto se il nostro amato Miao ha un carattere irrequieto e poco paziente. Se non vengono individuate e/o prese sotto gamba, possono creare difficoltà di articolazione orale e di movimento della testa.
Ecco allora che la migliore terapia, sia per bipedi che per quadrupedi, diventa la prevenzione. Prestiamo massima attenzione a ogni tipo di taglio e ferita: assicuriamoci che guariscano senza conseguenze e, in caso contrario, avvaliamoci della consulenza fondamentale del veterinario di fiducia.
Come già precisato, il trattamento più frequente prevede la disinfezione della zona interessata e la somministrazione degli antibiotici. La frequenza delle medicazioni e della somministrazione dei farmaci deve essere stabilita solo ed esclusivamente dallo specialista. In situazioni del genere più che in altre non prendiamo nemmeno in considerazione il fai da te. Gli ascessi nel gatto più complessi possono richiedere il drenaggio.
Possibili cure e terapie
Già qualche anticipazione della possibile terapia l’abbiamo fornita, ma adesso è il caso di scendere nel dettaglio. Vale la pena precisare, però, che nessun articolo su internet e nessun consiglio da parte di amanti degli animali può sostituire il consulto del veterinario: solo lui può avere un quadro d’insieme, completo; soltanto lui è in grado di fare una diagnosi e di stabilire la cura più adatta al singolo caso clinico (ognuno, infatti, ha le proprie peculiarità e merita degli interventi pirati, ad hoc).
Il primo passo che compierà lo specialista, una volta posto sul tavolo della sala il nostro amico a quattro zampe, sarà quello di individuare l’ascesso. A causarlo potrebbe essere la presenza di un corpo estraneo, che andrà rimosso attentamente e senza provocare lesioni di alcun tipo. Gli antibiotici, poi, serviranno a contrastare ed eliminare l’infezione che genera la formazione e la fuoriuscita del pus.
Non è raro che la somministrazione orale nei felini sia particolarmente complessa, a volte – per quanti tentativi si facciano e metodi si provino – non si riesce in nessun modo. Ecco allora che lo specialista consiglia le iniezioni all’altezza della collottola: la zona dalla quale è possibile immobilizzare Miao e non fargli sentire troppo la presenza dell’ago sottocute.
Altri consigli utili
Quando gli ascessi nel gatto si presentano duri al tatto, una possibile soluzione per ammorbidirli è applicare dei panni caldi. Una volta a casa, poi, si può intervenire sul pus con la clorexedina (fermo restando che non ci si può improvvisare veterinari, se non si vuole mettere a rischio la salute del nostro amico a quattro zampe).
Nei casi più gravi, infatti, lo specialista – dopo un’attenta analisi – potrebbe optare per un intervento chirurgico. Praticherà quindi un’incisione per favorire l’eliminazione del pus, fino a quando la lesione non guarirà completamente.
Alcune volte accade che gli ascessi nel gatto si ripresentino ciclicamente, che sia recidivo. Può succedere a causa di diversi fattori: tra questi patogeni aggressivi, l’interruzione prima del tempo della terapia farmacologica o la presenza di un corpo estraneo nella ferita che non è stato rimosso. Ecco quindi che l’intervento del veterinario può fare la differenza ed evitare inutili sofferenze al nostro amico a quattro zampe.