Gatto e alimentazione: libera o monitorata?
Se si è alla prima esperienza, la dieta non è una cosa semplice. Sulla alimentazione libera o monitorata per il gatto ci sono diverse scuole di pensiero
Alimentazione libera o monitorata per il gatto? Diciamo che questa è una delle domande amletiche in campo felino, che ci si fa appena adottiamo un micio. Soprattutto se non abbiamo mai avuto un amico a quattro zampe per casa, l’aiuto del veterinario potrebbe essere prezioso in tal senso, e non solo.
Tenere una dieta rigorosa e a orari sempre fissi o meno è una delle questioni più dibattute, quando si parla di preservare la salute di Miao e permettergli di crescere sano e forte.
La suddivisione in razioni
Sull’alimentazione libera o monitorata per il gatto ci sono diverse strade da seguire. Una di queste è la suddivisione in pasti. Ciò implica che Miao mangi solo quando gli diamo la sua pappa, tipicamente due volte al giorno. Questo tipo di dieta prevede sia cibo umido che secco.
Come per ogni cosa, ci sono pro e contro, che cercheremo di analizzare insieme. Tra i vantaggi c’è la possibilità di capire immediatamente se il nostro amico a quattro zampe ha avuto una variazione nell’appetito.
Inoltre, se abbiamo deciso di adottare più felini, questo approccio farà sì che non ci sia disparità, né problemi di supremazia durante il libero nutrimento. Tutti avranno la propria razione, senza che uno sia dominante sugli altri. Il pericolo che si rischia, altrimenti, è che uno mangi troppo e cominci a soffrire di obesità e, al contrario, l’altro abbia problemi di malnutrizione. Attenzione, però, a non scambiare la pancia con la sacca primordiale.
Tra gli svantaggi c’è il rischio che i nostri pelosi possano chiedere snack extra tra una razione giornaliera e l’altra. Ma questo non deve farci preoccupare: se seguiamo le indicazioni del veterinario di fiducia, possiamo stare tranquilli che Miao sta ricevendo le componenti nutritive di cui necessita.
Questione di dosi
Dosi e frequenza nella dieta del nostro fedele amico dipendono molto dall’età. Un cucciolo svezzato, infatti, deve mangiare almeno tre volte al giorno. Una volta che cresce, però, a circa un anno di vita, può mangiare anche una o due volte al dì. La differenza sta nel fatto di dividere o meno la razione quotidiana.
Anche in questo caso ci sono due scuole di pensiero: c’è chi pensa che il metodo migliore preveda una dose in un’unica soluzione e chi crede sia meglio suddividerla in due. “Quando i gatti raggiungono l’età adulta, una volta al giorno l’alimentazione è buona fintanto che sono sani e non hanno problemi di salute che implichino un cambio di alimentazione”: affermano gli esperti del Cornell Feline Health Center.
Qualsiasi sia la scelta, non dimentichiamo di stabilirla insieme al supporto del nutrizionista. Questo vale anche nel caso in cui vogliamo apportare dei cambiamenti. Solo il veterinario di fiducia conosce pregressi clinici e caratteristiche di razza, fondamentali per una valutazione a 360 gradi.
Se siamo dei ‘gattari’ e abbiamo più quadrupedi in giro per casa, la condizione ideale prevede una postazione diversa per ogni felino. La tranquillità durante i pasti è un aspetto fondamentale per mantenere un certo equilibrio psicofisico. I felini, infatti, amano mangiare in solitaria.
Un approccio più libertario
Lo ribadiamo: sull’alimentazione libera o monitorata per il gatto non ci sono una scelta giusta e una sbagliata in assoluto. Tutto dipende dalle condizioni di Miao e da una serie di altri fattori. A fare il punto della situazione deve aiutarci il veterinario, mi raccomando.
Nel caso di una alimentazione libera, il nostro amico a quattro zampe ha sempre il cibo a disposizione. Ovviamente per questo tipo di approccio i cibi ideali sono quelli secchi, le crocchette. Quelli umidi si guasterebbero nel corso della giornata. Inoltre, se notiamo che il gatto lascia i croccantini per più di un giorno nella ciotola, è sempre bene cambiarli per garantire la freschezza e la genuinità degli alimenti.
Vantaggi e svantaggi
Tra i pro di una scelta del genere, è abbastanza ovvio, c’è il fatto che Miao può decidere a seconda delle proprie esigenze quando concedersi un piccolo pasto. Tra i contro, invece, se non è capace di gestirsi ed è particolarmente goloso, c’è il rischio di indigestioni e obesità.
Si tratta, oltretutto, di una malattia che – se trascurata – può portare a patologie correlate anche gravi. Tra queste ci sono le malattie cardiache, il diabete e i problemi articolari.
Inoltre, per noi sarebbe difficile determinare un eventuale cambio nell’appetito e capire se Miao sta mangiando troppo o troppo poco. Tutto questo si complica se siamo persone che stanno molto tempo fuori casa e non hanno sempre sott’occhio i felini.
Una libertà controllata
Esistono dei modi per non rinunciare alla dieta libera e non rischiare che al nostro amico a quattro zampe vengano malattie anche di una certa gravità. Stiamo parlando del peso del cibo.
Possiamo stabilire che Miao abbia libero accesso alla ciotola quando vuole, ma pesando la dose giornaliera. In base all’età e alle condizioni di salute, cambia. Anche in questo caso affidiamoci all’esperienza del veterinario.
Ovviamente, quando il cibo finisce, non riempiamo di nuovo la ciotola: bisogna aspettare il giorno seguente. In questo modo, il gatto imparerà ad autoregolarsi ed eviterà le grandi abbuffate (o almeno si spera lo faccia).
Il dosatore, una magica invenzione
Un’altra ipotesi prevede che si utilizzino i dosatori. Si tratta di dispenser che rilasciano le crocchette a intervalli regolari a seconda delle esigenze. In questo modo si può controllare la quantità di cibo che ingerisce ogni giorno il nostro amato felino.
Durante un’intervista a Scientific American, l’esperta in comportamento dei gatti, Mikel Delgado, ha portato alla luce il valore di uno strumento del genere: efficace non solo come rinforzo positivo, premio; ma anche come dosatore giornaliero.
“Il vantaggio è duplice: fornisce un’attività stimolante per la mente di Miao e lo alimenta correttamente”, ha affermato. Meglio di così? Forse può dircelo solo il veterinario a seconda delle esigenze soggettive del gatto.
In medio stat virtus, alias alimentazione combinata
Tra l’alimentazione libera o monitorata per il gatto possiamo optare per una sana via di mezzo, se abbiamo il benestare del nutrizionista. Questa dieta prevede la somministrazione di cibo umido due volte al giorno e una ciotola di crocchette sempre a disposizione del nostro amato amico dispettoso.
Anche in questo caso ci sono pro e contro. Cominciamo con i primi. La dieta combinata consente di consumare dei pasti piccoli, ma frequenti. Il monitoraggio delle quantità è parziale e solo quando Miao mangia l’umido. Inoltre, può avere i benefici di entrambe le alimentazioni.
Anche se la situazione è un po’ più sotto controllo, c’è il rischio che il nostro fedele amico si ammali di obesità, perché troppo goloso e incapace di gestire le dosi autonomamente. In casi del genere è meglio pesare il cibo e non riempire la ciotola fino al giorno successivo.
Se abbiamo più felini, il controllo delle razioni è ancora più complesso (se non impossibile), escludendo che stiamo 24 ore su 24 in compagnia dei quattro zampe. Dunque, qualsiasi forma di alimentazione libera potrebbe non essere l’opzione migliore.
Casi specifici ed eccezioni
I gatti che hanno ricevuto una o più diagnosi di determinate patologie – vedi disturbi urinari e renali – potrebbero essere aiutati dall’assunzione di cibo umido. Al contrario, il cibo secco è migliore per l’igiene orale ed è più facile da conservare.
Ribadiamolo: se sperimentiamo l’alimentazione combinata, prendiamo in seria considerazione il supporto di un dispenser alimentare. Controlliamo il peso e facciamo in modo che Miao si diverta e si senta stimolato.
Se abbiamo una ‘minicolonia’, invece, teniamo conto del fatto che il fabbisogno calorico totale quotidiano non deve superare la somma di quelli individuali. Soltanto così possiamo provare a evitare l’obesità e le patologie a essa correlate di cui abbiamo già parlato.
Non importa quale metodo scegliamo, sempre con il nullaosta dello specialista, pesiamo la pappa tutti i giorni e teniamo traccia dei consumi del nostro amico a quattro zampe.
Solo linee guida
In commercio c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tra le linee a disposizione, c’è sicuramente quella che fa al caso del nostro felino. I cibi confezionati, infatti, sono studiati appositamente per dare il giusto contributo nutritivo tra proteine, minerali, vegetali e fibre.
Non dimentichiamo che queste sono solo linee guida. Le esigenze di un gatto variano a seconda della razza, delle dimensioni, dell’età, del livello di energia e degli eventuali problemi di salute pregressi.
Tutti elementi, questi, che devono essere valutati da uno specialista in alimentazione felina. Se stiamo pensando di apportare delle modifiche alla dieta di tutti i giorni, chiediamo sempre consiglio al veterinario di fiducia.
Cibo di ottima qualità, secco o umido che sia
Indipendentemente dal metodo che adottiamo per il nostro amico a quattro zampe, facciamo in modo che gli alimenti siano sempre di ottima qualità. Si tratta di un’accortezza indispensabile per aiutare Miao a crescere sano e forte e a rimandare il più possibile eventuali acciacchi e malattie.
Qualsiasi condizione anomala va subito riferita allo specialista che, se lo riterrà opportuno, fisserà una visita per controllare lo stato del gatto. Se sospettiamo che soffra di obesità, non indugiamo: prima si interviene, meno saranno gli ostacoli da superare per tornare a una condizione ottimale, lontana da malattie cardiache e sovrappeso.