Aiutarla è stato difficile: la povera gatta randagia era terrorizzata dagli esseri umani – Video

Da una vita di sofferenza alla rinascita

Bastava guardarla per capirne la sofferenza. La povera gatta randagia era terrorizzata, perseguita da un passato crudele. Vecchi fantasmi la rincorrevano, senza darle tregua. Preoccupata di essere condannata a una vita triste e sola, rifiutava ogni genere di contatto. Non credeva nella compassione umana e se ne stava in disparte, a costo di precludersi la felicità.

Gatta randagia necessita di aiuto

Un dettaglio, in particolare, allarmava: lo stato della sua bocca. Cos’era quella cosa attaccata alla lingua? Era impossibile dirlo, perché lei prontamente scappava. Dessy, una volontaria, credeva di poterla attirare a sé con dell’invitante cibo. Chissà da quanto tempo non si concedeva un pasto degno di questo nome. Eppure, lei rimaneva a debita distanza. Ok, il pancino le brontolava, ma piuttosto di essere catturata preferiva fare a botte con la fame. Nessuno aveva la benché più pallida come ci fosse arrivata lì, se una famiglia l’aveva abbandonata o aveva dovuto sempre arrangiarsi.

Gatta curiosa

A un certo punto, la povera gatta randagia terrorizzata ha deciso di buttarsi nell’ignoto. Dilaniata dalla fame, ha accettato il cibo, attenta comunque a non scoprirsi troppo. Ora rimaneva da catturarla, se fosse stato facile! Sperare che entrasse di spontanea iniziativa nel trasportino era un sogno. Alla fine, sono riusciti a prenderla con una trappola. E lei quale reazione avrà avuto? La peggiore. Dall’animo selvaggio e ribelle, pretendeva di essere liberata. Niente da fare.

I piani per lei erano altri: portata a casa, la micina spaventata ha passato qui l’intera notte. Le cliniche erano, infatti, chiuse. Al risveglio, la mattina seguente, i buoni samaritani l’hanno caricata in macchina, diretti verso il veterinario di fiducia. Al dottore è toccato praticarle l’anestesia, non avendo la felina alcuna intenzione di essere toccata. Il video ci porta a cinque giorni dopo, alle dimissioni dalla struttura. Le sue condizioni erano tornate stabili e, così, la squadra di operatori l’ha lasciata nel posto dove l’avevano raccolta, stavolta, però, in ottima salute.

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