Abituare il gatto alla casa vacanze: come farglielo fare?
Miao è molto abitudinario e le novità vanno gestite con attenzione. Dunque, come si può abituare il gatto alla casa vacanze? Cosa possiamo fare?
Il rapporto sempre più simbiotico tra bipede e quadrupede ha cambiato le abitudini da entrambe le parti. Sempre più spesso si valuta l’idea di non separarsi da Miao nemmeno per le vacanze, estive o invernali che siano.
Rispetto al cane, che comunque ha bisogno delle proprie attenzioni, i felini sono molto sensibili ai cambiamenti. Non amano le sorprese e le novità le affrontano con timore. Ecco allora che serve una valutazione a priori, con il veterinario di fiducia, e una preparazione.
Un po’ come quando lo abbiamo portato a casa con noi dal gattile, il nostro amico a quattro zampe ha bisogno di essere introdotto gradualmente e senza traumi, per quanto possibile. Abituare il gatto alla casa vacanze è possibile, ma prima di agire valutiamo anche il suo carattere e le esperienze pregresse.
Miao, una nostra precisa responsabilità
Abituare il gatto alla casa vacanze richiede una pianificazione. La si deve fare nell’ottica di creare meno turbamenti possibili e di ricreare un ambiente a lui familiare anche se non ci troviamo al sicuro delle quattro mura domestiche che lui considera casa.
Adottare un amico a quattro zampe cambia la vita in meglio, è un mutamento che riguarda la nostra piccola palla di pelo (che magari salviamo dal gattile) e lo è per noi che finalmente sapremo cosa voglia dire ricevere amore incondizionato.
Si tratta, però, anche di un atto di responsabilità verso un altro essere vivente “finché morte non ci separi” e non va presa nessuna decisione solo sull’onda dell’entusiasmo, ma dopo un’attenta analisi dei pro e dei contro. In questa fase vanno considerati anche i periodi dell’anno in cui andiamo in ferie e il modo in cui intendiamo gestire la nostra piccola palla di pelo. Se alla fine rimaniamo convinti di voler andare fino in fondo, può tornare utile sapere tutto quello che le servirà dal punto di vista pratico ed emotivo, compreso come capire se si può portare il gatto in vacanza.
Andiamo in vacanza! Una novità da gestire con maestria
Partiamo dal presupposto che è sempre meglio chiedere il parere del veterinario di fiducia, che conosce anche eventuali pregressi clinici, caratteristiche di razza e caratteriali che possono incidere sulla scelta di portare il gatto in spiaggia, in montagna o ovunque si voglia.
Non tutti gli esemplari, infatti, al di là dell’impegno che ci si può mettere, sono in grado di gestire dei cambiamenti così impegnativi. Non dimentichiamo che gatto e trasloco non vanno d’accordo e andare in ferie in un’altra località per Micio equivale a un trasferimento.
Una volta presa la decisione definitiva, la partenza va pianificata in tutti i suoi dettagli. Il punto cruciale è ricreare una zona che ricordi il più possibile casa. Gli oggetti, gli accessori, i giochi preferiti, la cuccia: tutto deve partire con noi. In questo modo gli odori e le consistenze non sono nuovi e appaiono familiari, almeno loro.
In quest’ottica, se abbiamo già provveduto a fare abituare il gatto al trasportino, affinché non lo veda solo come un mero mezzo di trasporto ma come un rifugio, il nostro compito è facilitato. Portiamolo con noi e mettiamo al suo interno la coperta preferita dal nostro amico a quattro zampe.
Casa vacanze con gatti
Per abituare il gatto alla casa vacanze, e a un luogo nuovo in generale, gli accessori risultano quindi indispensabili. La lettiera, per esempio, deve essere idonea alle dimensioni del felino in questione e la sabbia di ottima qualità. L’igiene è un aspetto primario per uno degli animali più puliti che ci siano in circolazione.
Ci sono oggetti per gatti che vorrai di tutti i tipi e per tutte le esigenze. Dobbiamo pensare a una alimentazione di qualità, a dei giochi che li stimolino mentalmente e a tutto quello che garantisce loro un equilibrio psicofisico. Questo vale a casa, tutti i giorni, ma anche durante le tanto attese e meritate ferie annuali. Insomma, è un impegno non di poco conto, ma ogni sacrificio verrà ricompensato da una presenza speciale in famiglia.
Portare il gatto in vacanza o lasciarlo a casa
Il felino non lo si può trattare come un cane. Si tratta di un pet con carattere e attitudini completamente diversi, che deve seguire una socializzazione mirata e che non deve essere maltrattato – nemmeno involontariamente – a causa dell’inesperienza di chi lo adotta.
Ecco allora che è importante avvalersi di un professionista esperto, di un veterinario di fiducia. In questo modo potremo essere guidati nel primo periodo di assestamento e in tutte le fasi delicate e di transizione che capiteranno nel corso della convivenza.
Una cosa da non fare assolutamente è rimproverare Miao, non solo non capirebbe le nostre intenzioni ma diventerebbe insofferente. La memoria del gatto funziona per associazioni e il nostro compito è quello di crearne di positive quando si comporta bene. Il meccanismo del rinforzo positivo, del premio, quindi, è certamente è più efficace delle urla. Ecco allora come parlare al gatto per farlo sentire al sicuro.
Strutture che accettano i gatti
Prima di partire è bene fare delle ricerche mirate per non avere brutte sorprese durante la vacanza. Tra i primi aspetti da considerare c’è la scelta di una struttura cat friendly. Inoltre, chi ben comincia è a metà dell’opera. Impartire le buone abitudini sin da piccoli renderà la nostra vita e quella del nostro gatto decisamente più semplice. Conoscere il linguaggio dei gatti, poi, è indispensabile per capire se stanno bene o sono in sofferenza e hanno bisogno del nostro intervento. Contattiamo il nostro veterinario di fiducia se riscontriamo:
- Inappetenza;
- Vomito;
- Dispnea;
- Difficoltà a urinare e defecare;
- Letargia.
Possono essere segnali che indicano nervosismo e stress e può essere necessario imparare come curare l’ansia del gatto o un vero e proprio attacco di panico nel gatto.
Il gatto in vacanza scappa
In conclusione, le linee guida le abbiamo fornite, resta il fatto che ogni esemplare ha una storia a sé e delle esigenze specifiche. Vale la pena ribadire che il supporto del proprio veterinario di fiducia non è secondario, soprattutto se abbiamo deciso di adottare un gatto traumatizzato.
Il fine è quello di farlo stare bene sia dal punto di vista fisico che emotivo e instaurare con lui un rapporto di complicità e fiducia. La consapevolezza è alla base dell’adozione. In quest’ottica, non dimentichiamo di mettere in sicurezza ogni ambiente in cui vivrà Miao, definitivo o provvisorio che sia. In tal senso, può tornare utile sapere se il gatto che scappa poi torna oppure no.