A che età un gatto è anziano?
La terza età è una fase delicata anche per i felini, ma a che età un gatto è anziano? Quali sono i segnali che ci fanno capire che qualcosa sta cambiando?
A che età un gatto è anziano? Partiamo dal presupposto che si tratta di un processo complicato, durante il quale il nostro amico a quattro zampe sente il proprio corpo cedere e non sa perché. Non ci sono quindi solo gli aspetti meramente fisici da tenere sotto controllo, ma anche l’impatto psicologico (che non è da sottovalutare).
L’aspettativa media di vita dei felini si è allungata rispetto al passato. La scienza è andata avanti e le cure che abbiamo adesso a disposizione sono molto più efficaci. La terza età inizia già dal decimo anno, ma ci sono esemplari che superano anche i 20. Molto dipende dalla razza, dallo stile di vita e dalle condizioni fisiche. Ci sono pelosi, per esempio più inclini a determinate malattie di altri loro simili. Quello che si deve sapere, però, è che non ci sono regole ferree.
Il gatto anziano dimagrisce
A che età un gatto è anziano? Una ricerca del 2016 ha stabilito, sulla base di dati epidemiologici, che un amico a quattro zampe si può considerare maturo dai sette ai 10 anni, senior dagli 11 ai 14, la terza età vera e propria comincia dal quindicesimo anno in avanti. A incidere sono soprattutto l’ambiente circostante e la genetica, quindi ogni esemplare è un caso a sé che va valutato singolarmente.
Anche se la pelliccia del nostro amato Miao non diventa bianca come quella di Fido, ci sono dei segnali chiari. Uno di questi è il dimagrimento. Se lo notiamo, contattiamo il nostro veterinario di fiducia che, conoscendo anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza, può darci il suo parere. Non dimentichiamo l’importanza dei controlli periodici in ambulatorio, dei richiami vaccinali e dell’applicazione dell’antiparassitario in ottica preventiva.
Il gatto anziano mangia pochissimo
Non è strano comprendere il motivo di una perdita di peso molto veloce. Indipendentemente da eventuali patologie che vanno diagnosticate o escluse, le dosi di cibo per un felino in là con gli anni non sono quelle di un cucciolo o di un esemplare giovane. Anche il tipo di alimentazione cambia e va concordata con il nutrizionista, se non vogliamo provocare dei danni involontari alla nostra piccola palla di pelo.
Tra i sintomi più comuni ci sono anche la perdita dell’udito e alcuni problemi di vista. A tal proposito, potrebbe tornare utile saperne di più sulla cataratta del gatto e sul glaucoma nei gatti. Anche una ridotta mobilità delle falangi e dei tendini è una caratteristica tipica che porta con sé la difficoltà a ritrarre le unghie.
Gatto anziano, peli a mazzetti
A che età un gatto è anziano ormai lo sappiamo, ma dobbiamo riconoscerne i segnali, così da intensificare le visite dal veterinario, scongiurare o prendere in tempo eventuali patologie che in vecchiaia possono essere certamente più comuni. Tra i più evidenti, il pelo che sembra più trascurato, meno folto e lucido.
Bisogna fare molta attenzione anche ai mutamenti nelle abitudini o relativi alla personalità. In tal senso, comprendere il linguaggio dei gatti a fondo ci può dare degli elementi molto preziosi e farci capire che il nostro amico a quattro zampe ha bisogno del nostro aiuto. Di solito capita che a una diminuzione dell’appetito corrisponde un aumento della sete. Il gatto con diabete è più frequente in età avanzata. Tra le patologie più frequenti ci sono sicuralmente:
- L’ipertiroidismo;
- Gengivite nei gatti e altri disturbi del cavo orale;
- Minzione frequente.
Il gatto ha l’insufficienza renale quando comincia a invecchiare, non è una regola ma capita spesso. Attenzione se non si muove con la voglia di un tempo o non ama le coccole come prima: possono essere segnali dell’artrosi che si fa viva e che provoca dolori tutt’altro che di poco conto. Uno studio ha dimostrato come, sopra i sei anni di età, il 61% dei felini presenta questa patologia.
Malattie del gatto anziano
Indipendentemente dal fatto che il nostro amico a quattro zampe li abbia già compiuti. A partire dal decimo anno, in genere, cominciano a insorgere i primi sintomi di una serie di malattie di natura neurologica. Miao in un angolo della casa, smarrito e confuso, per esempio è un chiaro esempio di anamnesi in casi di questo tipo. Anche il carattere ha dei mutamenti: un esemplare sempre schivo può diventare improvvisamente affettuoso. Succede perché si sente solo, ha paura di non sapere gestire il suo corpo che cambia e cerca manforte in noi. A tal proposito, ecco come curare l’ansia del gatto.
Una differenza di comportamento può essere fra i sintomi di un meningioma cerebrale, che rappresenta oltre il 50% dei tumori al cervello nei felini. Anche la sindrome da disfunzione cognitiva o l’Alzheimer sono compatibili. I nostri amici a quattro zampe possono essere affetti anche da encefalopatie dovute alla pressione alta nel gatto.
Qualsiasi sia il malessere di Miao, l’obiettivo se la guarigione non è possibile (e succede nella maggior parte dei casi) è quello di garantire uno stile di vita quanto più possibile gestibile. L’impatto sulle abitudini deve essere invasivo al minimo. Ormai la chirurgia veterinaria e i trattamenti in generale sono tali da darci molte più speranze rispetto al passato.
Quindi, ricordiamoci sempre che – per quanto le visite veterinarie e gli interventi sono stressanti per la nostra piccola palla di pelo – sono un ottimo strumento per arrivare all’individuazione di diagnosi precoci. La chiave per allungare il più possibile la vita al nostro amato pet.
Gatto di 34 anni
A che età un gatto è anziano? 34 anni sono casi da record, molto rari. La nostra attenzione deve aumentare già dai dieci anni in avanti e comunque un monitoraggio costante è consigliato a qualsiasi età. Non dimentichiamo, inoltre, che i felini non sono pazienti facili e lo diventano sempre meno in base alla gravità della malattia.
Ogni cambiamento lo vivono male, a qualsiasi età, ma diventano ancora più abitudinari e intransigenti quando invecchiano. In questo non sono poi tanto diversi da noi bipedi. Anche solamente il cambio di dieta può diventare una questione di importanza capitale, ma è necessario in base alle condizioni di salute riscontrate dal veterinario.
Bisogna avere tanta pazienza e non dimenticare mai quanto amore è stato in grado di donarci il nostro amico a quattro zampe. Senza alcun accanimento terapeutico, è nostra responsabilità fare di tutto per ricambiare con delle cure che gli permettano di vivere a lungo e dignitosamente.
Gatto di 19 anni
Molti proprietari, quando il gatto invecchia, non sottopongono il proprio peloso ai controlli veterinari per evitare ansie e stress apparentemente inutili. La linea di demarcazione tra il giusto supporto e uno invadente non è sempre facile stabilirla, ma comunque non è giusto arrendersi prima del tempo. In tal senso, chiediamo il supporto del veterinario di fiducia per comprendere cosa possiamo fare e se ne vale la pena. Fino a quando è possibile sottoporre a terapia mirata il nostro adorato Miao, senza provocargli altre sofferenze e apprezzando dei miglioramenti, perché non farlo?
Infine, anche se si dovesse riscontrare una malattia di una certa entità, sapere che c’è può dare margini di manovra allo specialista per aiutare ad affrontare al meglio tutto il tempo che resta al nostro amico a quattro zampe. Potremo in questo modo salutare il nostro adorato Micio quando sarà il momento, ringraziarlo per l’affetto che ci ha dotato consci di aver fatto tutto il possibile per lui.