Come insegnare a un gatto a capire le parole che dici
Insegnare a un gatto a capire le parole è un dettaglio indispensabile per una convivenza serena e pacifica. Il fine ultimo è creare un rapporto di fiducia
Le nostre piccole palle di pelo elaborano le parole che ascoltano più o meno come fa l’uomo. Raccogliendo informazioni sul termine in questione, attraversando diversi processi celebrali, e comprendendo così parola per parola.
I gatti riconoscono il loro nome, e altre parole, usando l’emisfero sinistro del cervello, quello destro permette loro di interpretare l’intonazione. È così che riescono a capire le intenzioni delle persone che gli stanno parlando.
Insegnare a un gatto a capire le parole è possibile, capiscono facilmente alcuni segnali. Si può usare sia il condizionamento classico che quello operante. Assoceranno un determinato segnale all’azione che si desidera insegnargli mediante il rinforzo positivo: un premio rappresentato da uno snack, da dei complimenti o delle coccole.
Il nome del gatto, la prima parola
Insegnare a un gatto a capire le parole è importante soprattutto in determinate circostanze. Che il gatto riconosca il nome che abbiamo scelto per lui è utile, in alcuni casi fondamentale. Ci consente di attirare la sua attenzione, anche se in compagnia di altre persone o animali.
In genere, se il nostro Miao è un cucciolo, con il tempo imparerà il suo nome autonomamente. Se invece è un po’ più grande è meglio optare per dei ‘trucchetti’, giocando sulle ricompense. Per esempio si può nascondere un premio o un gioco, senza che il nostro fedele amico se ne renda conto.
Dopodiché si può provare a chiamarlo col suo nome. Se si volta vuol dire che lo ha riconosciuto e ci verrà incontro. Il premio, a quel punto, lo ha meritato. Per far sì che Micio si abitui al suo nome, è bene chiamarlo con frequenza, cercando di scandire bene le sillabe e associando anche uno stimolo diverso: un suono o un gesto delle mani.
I nomi migliori
Insegnare a un cane a capire le parole, e il suo nome in particolare, serve a convivere in maniera pacifica. Al fine di facilitargli il compito, sarebbe meglio scegliere un nome breve, facile da ricordare. Nomi come Miao, Gaia, Terra, Aria, Luna, Willy, Ugo, o comunque nomi corti e che finiscono con una vocale, sono più facili da apprendere rispetto a nomi più articolati, lunghi.
La ripetizione e il rinforzo positivo, come già accennato, sono indispensabili perché il cane apprenda facilmente il proprio nome. Anche provare a chiamarlo da un punto lontano, in modo che capisca che si sta parlando con lui, potrebbe farci raggiungere l’obiettivo.
Il meccanismo di apprendimento di Miao
Gli psicologi hanno dedicato diverse ricerche all’intelligenza dei nostri amici a quattro zampe, e alla loro capacità di imparare nuovi vocaboli. È stato dimostrato che le nostre piccole palle di pelo sono in grado di capire più di 100 parole, se opportunamente guidati. Capiscono il lessico umano proprio come un bambino di due o tre anni, a condizione che l’allenamento sia costante.
Per loro è molto più facile imparare termini specifici e concreti, come “pallina”, “cuccia”; mentre è più complesso capire parole astratte come “amore”. Imparano più facilmente quelle che iniziano con consonanti forti come p, t, c, k, q; e se vengono ripetute singolarmente: “mangia” sarà di più facile apprendimento rispetto a “vieni a mangiare”.
Insegnare a un gatto a capire le parole è possibile perché le capiscono attraverso una mappatura rapida, che si innesca quando ripetiamo spesso dei termini in relazione a un’azione o a un oggetto. Diventa molto importante selezionare bene le parole, in modo che le associ correttamente agli ordini o agli oggetti: solo così si evitano inutili confusioni.
Le riconoscono meglio se gli parli frequentemente e se accompagni le chiacchierate con il linguaggio del corpo: in questo modo Micio avrà più elementi da associare al messaggio. Accompagnare il nome a carezze e ricompense è molto utile specie se stiamo seguendo tutti i passaggi per cambiare il nome al gatto.
Un’altra cosa utile da fare per essere certi che Miao riconosca sempre il suo nome è imparare qualcosa di più sul linguaggio dei gatti: quest’ultimo ci dice cose che magari non riuscivamo a cogliere bene. Se il nostro amico peloso si dovesse trovare difficoltà, potrebbe essere risolutivo rivolgersi a un educatore felino.
Questione di metodo
In sostanza, tutto sta nell’esercizio. Più l’amico a quattro zampe avrà modo di esercitarsi, e più automaticamente riuscirà a capire il linguaggio del suo compagno di avventure bipede. Il gatto non capirà tutte le parole dell’uomo in modo fluido. Questo non accadrà nemmeno dopo che ci saranno stati anni di esercizio. Il motivo risiede nel fatto che il linguaggio umano ovviamente ha un meccanismo totalmente diverso da quello animale. Tra uomo e cane, capirsi in modo fluido, come se si stesse dialogando, ovviamente non è possibile.
Nonostante questo, utilizzando molto esercizio e insegnandogli ad eseguire alcuni comandi, piano piano si abituerà a riconoscere i toni del padrone. In questo modo, anche se magari non comprenderà appieno le parole che gli sono state rivolte, intuirà però cosa deve fare.
Per insegnare a un gatto a capire le parole, il tono del padrone è molto importante, perché con il tempo, imparerà a distinguere i comandi dalle altre parole, e capirà cosa deve fare quando gli viene chiesto qualcosa. Fondamentale è non sgridare mai il gatto, nemmeno quando sbaglia.
Consigli utili
Le sessioni di allenamento non devono essere troppo lunghe, ma pianificate e coerenti, sempre all’insegna del relax e del divertimento. Se notiamo segnali di nervosismo e di ansia, sospendiamo e riprendiamo in un altro momento. Insistere non solo non ci farebbe raggiungere l’obiettivo ma allontanarci, ma creerebbe stress inutile alla nostra piccola palla di pelo.
Inutile dire al gatto in modo troppo ripetitivo una stessa espressione o una stessa parola se non è recettivo, ma ansioso. Il felino è un animale molto intelligente e non ha problemi di udito. Il fatto di ripetere qualcosa fino allo sfinimento, non aiuterà a capire ma lo farebbe stare male. Nei casi più gravi ed esasperanti, si può arrivare a parlare di attacco di panico nel gatto.
Un altro, lo abbiamo appena detto, è quello di gridare: oltre che confondere il felino, perché non capisce per quale motivo il padrone urli, potrebbe persino causargli qualche trauma. Insomma, per far comprendere al cane il linguaggio dell’uomo, basterà semplicemente farlo esercitare a sentire le parole.