Il gattino non si stacca dalla mamma: è normale?
Cosa vuol dire se il nostro cucciolo di gatto non vuole separarsi a nessun costo dalla sua mamma? E come dobbiamo comportarci a riguardo?
Quello di un gattino che non si stacca dalla mamma è uno dei tanti comportamenti dei nostri amici felini che tendiamo a considerare assolutamente normali. A volte però si verificano delle condizioni particolari che ci fanno sorgere dei dubbi a riguardo. Proveremo a chiarirveli in questo articolo, analizzando il rapporto tra un cucciolo di gatto e la sua mamma.
Mamma gatta e gattini tra affetto, disciplina e lezioni importanti
Quella di una mamma che accudisce il proprio piccolo è senza dubbio una delle immagini più adorabili e commoventi a cui possiamo pensare, e ciò vale per l’uomo come per il nostro amico gatto, nonché per moltissimi altri animali: è davvero un tipo di dolcezza a cui è difficile resistere. E se si è a conoscenza di come avvenga normalmente la crescita di un gattino, non può stupire affatto che il rapporto con sua madre abbia un impatto così grande nella sua vita.
Com’è facile intuire, questo rapporto si basa inizialmente sulla più totale dipendenza del cucciolo da sua madre: è lei che, già dopo averlo partorito, si premura di leccar via il sacco amniotico in cui lui si trovava e di pulirlo per bene; e chi, se non lei, risponde ai suoi deboli richiami allattandolo e tenendolo vicino a sé per riscaldarlo, per poi indurlo a fare puntualmente i suoi bisogni? Quella materna è insomma una figura di assoluto riferimento per un gattino piccolo.
Man mano che il nostro piccolo Miao comincia ad acquisire sempre più indipendenza, mamma gatta rimane comunque al suo fianco per guidarlo, anche indirettamente: è proprio osservando il suo esempio che molti gattini imparano ad utilizzare la lettiera e sviluppano per la prima volta un interesse verso il cibo solido, che cambierà per sempre le loro abitudini alimentari. E non va neanche dimenticato che le interazioni con la sua mamma (nonché quelle con i suoi fratellini, se presenti) rappresentano la prima forma di socializzazione a cui un gattino viene esposto.
Un istinto difficile da domare
È più o meno intorno alle 12 settimane che un gattino raggiunge tutta una serie di “traguardi” che gli consentono, in teoria, di non dipendere più dalla madre come prima: è svezzato, è socializzato, sa pulirsi e usare la lettiera. Ma solo perché il gattino è autosufficiente, non significa che debba avvenire da parte sua un distacco netto dalla madre: ogni esemplare è un individuo a sé, dotato di una propria personalità e un modo tutto suo di vivere l’amore materno.
Anche la mamma, dal canto suo, può vivere questa esperienza in tanti modi diversi: se è facile aspettarsi amore e disponibilità incondizionati da parte sua, non è raro che una gatta abbandoni i suoi gattini o smetta di prendersi cura di loro da un certo momento in poi; ovviamente può verificarsi anche il caso opposto, ossia che la neomamma si senta così legata al suo piccolo da volerlo vicino a prescindere dagli effettivi bisogni che lui esprime.
A godere delle sue attenzioni particolari sono di solito dei cuccioli particolarmente sensibili e fragili, se non anche disabili: cuccioli riguardo ai quali essa sente in qualche modo di non aver ultimato il suo compito. E sono proprio questi i soggetti che tendono a voler restare a loro volta il più possibile vicini alla madre, che per loro rappresenta ancora il principale punto di riferimento.
La necessità di guardare oltre
È assolutamente vero che separare i gattini da mamma gatta è un processo molto delicato, che deve avvenire oltre una certa soglia di età per non traumatizzare il piccolo e per permettergli di imparare da lei alcune delle lezioni più importanti della sua vita. È però anche vero che a un certo punto il nostro micetto dovrebbe imparare a socializzare e interagire anche con persone e altri animali, nonché a vivere nuove esperienze in contesti diversi senza la costante guida materna.
Se un gattino non più piccolissimo si mostra ancora restio ad allontanarsi da lei anche per un breve lasso di tempo, abbandonandosi a una vera e propria ansia da separazione quando lei (volente o nolente) non è vicina, è il caso di prendere dei provvedimenti poiché non si tratta di un comportamento normale; potrebbe anzi influire negativamente sul suo sviluppo e sul suo rapporto col resto della famiglia.
Una questione di socializzazione
Il rischio, in questo caso, è che il gattino si “chiuda” al resto del mondo rimanendo focalizzato solo su quello che ritiene ancora il suo unico e irrinunciabile punto di riferimento; questo potrebbe portarlo a non interagire nel modo giusto con familiari, estranei e altri animali. Ed è anche molto probabile che sviluppi un carattere nervoso e scontroso, poiché qualunque figura che non sia quella materna lo stressa e lo destabilizza.
È quindi estremamente importante incoraggiare una adeguata socializzazione di Micio, in modo tale che le sue esperienze e le sue interazioni sociali siano quanto più diversificate; con un bagaglio di questo tipo a sua disposizione sarà più facile per lui dipendere sempre meno dalla madre e mostrarsi più bendisposto nei confronti delle nuove relazioni che si ritroverà a stringere in futuro.
Per arrivare a questo punto il processo è graduale, e simile a quello che solitamente viene seguito per separare madre e figlio prima di darlo in adozione a un’altra persona. Voi non dovete necessariamente arrivare a tanto: lo scopo è semplicemente quello di abituare il cucciolo a trascorrere del tempo lontano dalla madre. Se i due sono proprio inseparabili cominciate con pochissimi minuti, assicurando al Micio la sistemazione più confortevole possibile per ridurre al minimo il suo stress.
Se il gattino è già abituato al vostro tocco e alle vostre coccole, non esitate a sfruttare questo breve periodo di separazione per riversargli tutte le vostre attenzioni, tranquillizzandolo con qualche carezza e tenendo occupata la sua mente con qualche gioco. Osservate con attenzione le sue reazioni ed eventualmente procedete aumentando a poco a poco la durata della separazione, sempre stando attenti a non andare troppo di fretta e a fornirgli distrazioni efficaci. In questo modo aiuterete il vostro piccolo amico a quattro zampe a essere più autosufficiente.