Perché il gatto ti snobba?
Le dicerie su Miao spesso non gli rendono giustizia e molte convinzioni non corrispondono alla realtà, ma se il gatto ti snobba c'è una ragione. Qual è?
Il nostro amico a quattro zampe non risponde alle nostre sollecitazioni? Nonostante sia con noi da tanto tempo e riconosca il proprio nome ci ignora?
Non dobbiamo pensare ch la nostra palla di pelo è solo poco simpatico e ci voglia fare un dispetto, non sempre è così, ed è per questo che vale la pena approfondire l’argomento.
Il gatto ti snobba perché qualcosa gli dice di farlo, l’ambiente che lo circonda non lo stimola o magari non si sente molto in forma. Scoprirlo non è un fattore secondario.
Il rapporto tra bipede e quadrupede
Il legame tra essere umano e felino, ormai da decenni, non è solo il frutto dell’opportunismo bipede. Miao fa parte della famiglia a tutti gli effetti e il rapporto con lui è spesso simbiotico. Comprendere il linguaggio dei gatti correttamente ci dice tanto su di loro e vale la pena approfondirlo per migliorare il rapporto e aiutarlo nei momenti di difficoltà
La socializzazione di Micio non avviene come con Fido. Il gatto, infatti, se così possiamo dire, si è auto-addomesticato e ha lasciato entrare nella sua vita il proprio compagno di avventure bipede in maniera differente rispetto al cane. Ciò non toglie però che ci siano tanti falsi miti sui gatti che meritano di essere sfatati una volta per tutte. La relazione con i felini, spesso sono simili a quelle tra esseri umani alla pari, mentre quella con i cani ha sfumature più simili al rapporto tra figlio e genitore.
Miao riconosce la voce umana
Sapere come parlare al gatto per farlo sentire sicuro e protetto non è una sciocchezza. I nostri amici a quattro zampe, infatti, riconoscono i suoni, alcuni sono addirittura familiari ed è il caso del nostro tono di voce. Un altro elemento molto importante, poi, è l’odore. Questo perché olfatto e udito sono i sensi maggiormente sviluppati nei gatti.
Tutto ciò dipende dal legame atavico tra gatti e caccia. Indipendentemente dal loro grado di addomesticamento, infatti, sono spinti a inseguire le proprie prede. Il gatto porta animali morti in regalo per dimostrare affetto, per esempio.
Quindi se lascia un topolino sullo zerbino di casa, per quanto possa apparire macabro ai nostri occhi non rimproveriamolo e non offendiamolo: buttiamo il malcapitato nella spazzatura quando non siamo visti da colui che ha voluto pensare al nostro sostentamento, un po’ come sarebbe accaduto in una condizione di vita allo stato brado.
Quando un gatto percepisce la voce del suo proprietario, diventa automaticamente più attento: ci sono diversi studi a supporto di questa tesi. Inoltre, risponde diversamente a seconda del contesto. Di certo, di fronte a un estraneo dimostra un atteggiamento completamente diverso.
Comportamento del gatto offeso
I nostri amici a quattro zampe riescono a distinguere il suono di determinate parole. Inoltre, creano associazioni tra vocalizzi e contesti. Certamente si sentono a proprio agio quando sono positivi. Ecco perché è importante non sgridare e punirli quando si comportano male.
Non solo non capirebbero le nostre ragioni ma subirebbero un trauma. Con loro funziona decisamente meglio il meccanismo del rinforzo positivo. Un premio che riceve quando mette in atto atteggiamenti virtuosi, che prendono il posto di quelli sbagliati nella sua memoria. Ecco come socializzare correttamente la nostra piccola palla di pelo.
Il gatto ti snobba, ma in alcuni casi è bene che non lo faccia. Insegnare a un felino come si risponde al suo nome, infatti, è un compito per nulla difficile. Inoltre si tratta di un’abilità che può tornare utile in diversi contesti ed essere d’aiuto al nostro amico a quattro zampe. In situazioni di semilibertà o di pericolo, poter chiamare Micio ed essere ascoltati può fare la differenza, anche tra la vita e la morte.
Non importa quale sia la parola che scegliamo per richiamarlo: il suo nome, una parola dolce, un suono senza significato apparente. L’importante è utilizzare sempre lo stesso così da consolidare l’associazione. Inoltre, è bene utilizzare sempre lo stesso tono di voce altrimenti corriamo il rischio di confonderlo e disorientarlo.
Il gatto risponde quando lo chiamo
Se il gatto ti snobba e vuoi che questa situazione cambi, almeno in contesti in cui essere autorevoli è importante, possiamo procedere con una sorta di addestramento, anche se non possiamo sperare che il grado di obbedienza sia lo stesso dei cani.
Ogni sessione non dovrà durare a lungo e prevedere un premio succulento ogni volta che Miao fa quello che gli chiediamo. Chiamiamo il gatto e, quando arriva, ripetiamo il suo nome dandogli la sua pappa preferita. In sostanza, dovrà capire che se risponde ai nostri richiami qualcosa di positivo accadrà: un dolcino extra, una sessione di gioco in compagnia del suo bipede preferito e così via. Una volta automatizzato il processo, passiamo al livello successivo e aumentiamo la distanza che ci separa. Dovremo ripetere l’esercizio e vedere come risponde la nostra piccola palla di pelo.
Il gatto mi vuole bene
Il gatto ti snobba, ma a volte di dimostra anche tutto il suo affetto e la sua riconoscenza per le attenzioni che gli riserviamo. Per essere consapevoli del fatto che ci voglia bene, impariamo a riconoscere i segnali:
- Alza la coda e ci corre incontro, dimostrando di essere emozionato di vederci;
- Si strofina sulle gambe e cerca la nostra vicinanza;
- Lecca la mano, un po’ come faceva anche mamma gatta quando lui era un cucciolo di pochi giorni o settimane;
- Si gira e si distende supino, una posizione di vulnerabilità che esprime estrema fiducia nei confronti di chi considera famiglia a tutti gli effetti;
- Si addormenta su di noi oppure nelle vicinanze, anche in questo caso dimostra di essere tranquillo ed è per questo che abbassa la guardia;
- Ci guarda negli occhi e li socchiude. Uno sguardo è in grado di dire molto di più di tante parole.
Non dimentichiamo, infatti, che uno sguardo vale molto più di tante parole e di alcuni discorsi che si verificano tra gli esseri umani. Il linguaggio degli animali si basa prevalentemente sul non verbale, ma non per questo è meno ricco ed efficace del nostro. L’importante è costruire un rapporto con il nostro amico a quattro zampe profondo e duraturo, fondato su comportamenti reciproci virtuosi.