Come avvicinare un gatto spaventato: cause e approcci efficaci
I felini sono animali diffidenti e con un'indole selvaggia, non significa però che non possano essere conquistati. Come avvicinare un gatto spaventato?
L’importante è che, in condizione di sicurezza, abbia una via di fuga e che non si senta in trappola; dopodiché è necessaria molta pazienza e una buona dose di comprensione.
Prima di agire, però, qualora dovessimo essere in grado di scoprirlo, è bene capire le ragioni che lo hanno portato a mettersi sulla difensiva e che cos’è che lo preoccupa a tal punto da avere delle conseguenze anche fisiche
Trema, manda le orecchie indietro e non vuole essere disturbato per nessun motivo al mondo. Ma come possiamo avvicinare un gatto che non si fida di noi, semplicemente per tranquillizzarlo o perché magari si trova in una situazione di pericolo?
Conquistare un gatto diffidente
Di norma, più sappiamo comprendere il linguaggio dei gatti e la loro indole, più probabilità abbiamo di intervenire in maniera efficace e tempestiva. Come possiamo avvicinare un gatto spaventato? Partiamo, innanzitutto, dal presupposto che non sono solo quelli randagi, che vivono tra i pericoli della strada o nelle gabbie un metro per un metro dei rifugi, ad avere paura. Anche il nostro amico a quattro zampe potrebbe averne e va aiutato.
Sicuramente, in determinati contesti, le probabilità di notare alcuni stati d’animo sono più frequenti. Un felino, infatti, non è nato per vivere in gattile. Ogni muscolo del suo corpo, ogni pensiero della sua mente glielo ricordano. Adottare un gatto traumatizzato, quindi, è un estremo atto d’amore che va fatto con la giusta consapevolezza. Se andremo fino in fondo, la vita che salveremo salverà anche la nostra e saprà esserci grati per sempre.
Poi ci sono gli esemplari che hanno paura per natura, che hanno caratteri e temperamenti poco temerari. Nulla di cui preoccuparsi, quando il quadrupede e il suo compagno bipede hanno fiducia l’uno nell’altro, ma non si può dire lo stesso quando si tratta di incontrare persone o animali che non rientrano nel nucleo familiare.
La fase di socializzazione, importantissima e che segna tutta l’esistenza, va cominciata precocemente e si dovrà tenere conto del punto di partenza della nostra piccola palla di pelo. Soprattutto se siamo alla prima esperienza affidiamoci a veterinari, addestratori ed etologi certificati ed esperti rispetto al comportamento felino. Non sottovalutiamoli, potrebbero essere molto utili per migliorare l’approccio alla vita del nostro adorato Miao.
Attirare un gatto nascosto
La convivenza tra bipedi e quadrupedi, sempre più simbiotica, non ha solo ridotto il divario comunicativo inevitabile tra due specie così diverse fra loro, ma ha anche creato una sorta di somiglianza. Infatti, per quanto le differenze siano molteplici, i punti in comune non sono pochi. E il modo in cui i gatti e gli esseri umani vivono le situazioni di nervosismo e stress non è poi così differente. A tal proposito, può tornare utile sapere come curare l’ansia del gatto.
Come le persone, infatti, i nostri amici a quattro zampe sono caratterizzati da personalità diverse le une dalle altre ed estremamente individuali. Gli approcci, ovviamente, a seconda dello stato d’animo, devono cambiare sensibilmente. Infatti, l’aggressività non è propria solo dei gatti cattivi (che non esistono, al massimo sono il frutto del maltrattamento dell’uomo), nella maggior parte dei casi infatti nasce per via del timore che qualcosa o qualcuno possa fare loro del male. Sostanzialmente è una tecnica di difesa. Inoltre, la gestione della territorialità può giocare brutti scherzi e incrementare l’aggressività possessiva del gatto.
Se Miao ha la coda alta o la agita oppure sgrana gli occhi sono chiari segnali di un’aggressione che da lì a poco verrà messa in atto. Inoltre, non chiude gli occhi ma li tiene fissi in segno di sfida. Ecco allora che, prima di capire quale sia l’approccio migliore per comunicare con lui, è meglio allontanarsi e non correre rischi che possono avere conseguenze anche di una certa entità.
Come addomesticare un gatto selvatico
Come avvicinare un gatto? Le tecniche sono molteplici e dipendono dalla singola situazione che siamo chiamati ad affrontare. Prima di tutto, è bene mantenere la calma, visto che i sensi del nostro amico a quattro zampe sono talmente sviluppati da fiutare (letteralmente) il nervosismo e la preoccupazione. Questo, infatti, potrebbe provocare una reazione a specchio e innescare un attacco nei nostri confronti.
Inoltre, può rivelarsi vincente comportarsi come se il gatto non ci fosse, è meglio ignorarlo e fargli credere che non ci stiamo occupando di lui. Lo sguardo fisso, sia nel mondo di Fido che in quello di Miao, è un segnale di attacco imminente e di difesa. Motivo per cui è sempre meglio evitarlo: distogliamolo prima che creda di essere in pericolo.
Passi lenti e leggeri devono andare di pari passo con uno sguardo solo all’apparenza distratto. L’obiettivo è che non ci legga come una minaccia. In tal senso, potrebbe aiutare l’utilizzo di un tono di voce basso, in maniera tale da rassicurare la nostra piccola palla di pelo, o quella che potremmo presto adottare e togliere dalla strada. A proposito può tornare utile sapere come parlare al gatto per farlo sentire tranquillo e al sicuro.
Inoltre, abbassiamoci al suo livello, evitiamo che l’altezza elevata possa farlo sentire sopraffatto o in trappola. Simuliamo il loro modo di comunicare e gettiamoci a terra, supini, come fossimo dei cani con le zampe all’aria: sarà un segnale di pace inequivocabile! A tal proposito, ecco perché i gatti amano le altezze.
Come avvicinare un gatto impaurito
Come avvicinare un gatto spaventato? Se il nostro amico a quattro zampe dovesse fuggire, non commettiamo l’errore di inseguirlo: non faremmo altro che peggiorare la situazione. Si sentirà braccato, come se fosse la preda durante una battuta di caccia e farà di tutto per non essere catturato. Inoltre, se non conosciamo bene la zona, potremmo finire in un vicolo cieco, faccia a faccia con un animale pronto a tutto per salvaguardare la propria incolumità.
Ci sono due approcci, se il primo non è andato a buon fine. Il primo è concludere il tentativo e lasciarlo solo. Occorre ricordare che la nostra sicurezza è la cosa più importante. Non vale la pena rischiare di essere graffiati e contrarre malattie.
Mi raccomando, però, massima cautela. La chiave di tutto è la pazienza. Una volta che l’esemplare in questione si fiderà di noi, il fine sarà raggiunto. In quest’ottica, potremmo provare a prenderlo per la gola. Se abbiamo dei croccantini per gatti o degli snack appositi, proviamo a darglieli con la mano. Se mostra aggressività, lasciamoglieli per terra. Con un po’ di fortuna, sarà solo una questione di tempo.