Anagrafe nazionale felina, che cos’è e come funziona
I nostri pelosi sono sempre più tutelati. In quest'ottica l'Anagrafe nazionale felina come funziona? Ha un ruolo determinante, scopriamo i dettagli
L’Anagrafe nazionale felina come funziona? È una domanda importante, dal momento che l’obbligo di installazione del microchip nei gatti sta diventando obbligatoria sempre in più regioni italiane. Quello che ormai avviene da anni per Fido si sta cercando di regolamentarlo anche per il nostro amato Miao.
La legge sulla tutela degli animali, e che punisce il maltrattamento, ormai è un caposaldo della nostra giurisprudenza e, a fronte di sempre troppi atti di violenza nei confronti dei nostri amici a quattro zampe, si sta cercando si sensibilizzare circa il rispetto verso il prossimo, bipede e quadrupede indistintamente.
Anagrafe felina obbligatoria
L’Anagrafe nazionale felina come funziona? Prima di tutto dobbiamo precisare che la sua istituzione è stata voluta dall’ANMVI, Associazione Medici Veterinari Italiani, e Frontline Combo con il patrocinio di FNOVI, la Federazinone Nazionale Ordini Veterinari Italiani.
Altro non è che una banca dati informatizzata che raggruppa tutti i dati dei felini che hanno il microchip. L’obiettivo primario è quello di combattere il fenomeno del randagismo, contrastare quello che riguarda l’abbandono di quelli che ormai sono definiti animali d’affezione e che fanno parte della famiglia a tutti gli effetti e ritrovarli nel caso in cui si dovessero perdere. A tal proposito, può tornare utile saperne di più sul microchip del gatto.
Cos’è il microchip?
Il microchip per gatti, ma il meccanismo è valido allo stesso modo anche per i cani, ha le dimensioni di un chicco di riso e ha le sembianze di una capsula in vetro. Si tratta di un dispositivo che, se non riceve impulsi o ‘domande’, non trasmette nessun tipo di segnale od onda.
Una volta che il veterinario avrà finito con l’operazione fisica di installazione, iscriverà il nostro amico a quattro zampe all’anagrafe nazionale felina. Come abbiamo già detto, un database al quale possono accedere gli organi autorizzati: polizia municipale, asl e veterinari. Il costo del microchip, compreso di posizionamento sottopelle, può variare leggermente in base al prezzo che fa un determinato veterinario, in media comunque dovrebbe avvicinarsi all’importo di una normale visita di controllo.
Chiunque abbia la necessità di sapere se un determinato felino sia registrato basta che si rivolga a uno degli uffici competenti appena elencati (o da un qualsiasi medico veterinario regolarmente iscritto all’ordine e abilitato). Loro posseggono il lettore che è necessario all’interrogazione, su di esso – qualora dovesse essere presente il dispositivo di riconoscimento – compare una serie numerica di 15 cifre.
Anagrafe felina in Lombardia
La Lombardia è una delle prime Regioni di Italia che hanno reso obbligatorio il microchip anche per Miao e non solo per Fido. Tuttavia, si tratta di un servizio privato e a pagamento. I padroni dei felini possono quindi chiedere informazioni a uno dei veterinari che aderiscono all’Anagrafe nazionale felina per sapere come funziona nel dettaglio e procedere alla identificazione mediante microchip e alla successiva registrazione di Miao sul sito www.anagrafenazionalefelina.it.
A ogni dispositivo, a prescindere dal fatto che sia installato su un cane o un gatto, è associato una specie di codice identificativo. Le prime tre cifre ci dicono qual è il Paese di appartenenza del nostro amico a quattro zampe, le altre invece si riferiscono ai dati identificativi dell’animale e a quelli del suo proprietario. Per questo motivo, infatti, nel caso in cui Micio dovesse cambiare padrone, occorrerebbe farne denuncia per modificare il nominativo di appartenenza corrispondente.
Qualora dovessimo imbatterci in una piccola palla di pelo per strada, portandola da qualsiasi specialista in veterinaria o presso le autorità competenti, verrebbe identificato il codice di 15 cifre in modo tale da poter procedere con la ricerca sulle varie banche dati pubbliche o private a disposizione per chiunque operi sul territorio nazionale.
Trattandosi di animali di affezione che non vengono più visti come mezzi o supporti – vedi il cane da guardia o il topo che caccia i topi – ma come componenti della famiglia a tutti gli effetti, questo rappresenta un enorme passo avanti e una dimostrazione di senso civico notevole. Solo così, infatti, possiamo tutelare Fido e/o Miao, noi stessi e il prossimo.
Microchip, come si inserisce
Il microchip può essere inserito sotto la cute del nostro amico a quattro zampe soltanto da un veterinario regolarmente iscritto all’ordine professionale di riferimento, altri operatori come possono essere gli allevatori o affini non sono assolutamente autorizzati a procedere con una operazione di questo tipo. Il pericolo di truffe o fregature sarebbe davvero molto alto. Ecco perché in caso di adozione è meglio rivolgersi a strutture riconosciute.
La procedura standard prevede l’inserimento di un ago sottocute in corrispondenza della collottola del felino, attraverso il quale il dispositivo passa e si posiziona nella zona indicata, all’altezza del collo. Miao non proverà altro dolore che non quello di una piccola puntura, ecco perché non occorrerà sedarlo. Il nostro adorato felino non sentirà il benché minimo fastidio, ne tantomeno allergie o intolleranze, nemmeno in un secondo momento.
Perché nasce l’Anagrafe felina
L’anagrafe nazionale felina ormai sappiamo come funziona. Ma perché nasce? In seguito alle domande di identificazione del proprio gatto da parte dei proprietari di animali che hanno assunto ogni giorno di più un’importanza sempre maggiore. Questo è il sintomo di un Paese che migliora, di una cultura del possesso responsabile. La registriamo prima per Fido e poi per Miao, ma quel che conta è dove siamo arrivati adesso. Oltretutto, da tempo anche i veterinari sentivano la necessità di un data base per la registrazione dei gatti.
Come già accennato, il nostro amico a quattro zampe viene identificato e registrato grazie all’intervento del veterinario. Insieme ai suoi dati, sempre nel rispetto della privacy, vengono accoppiati i dati del proprietario. Così facendo, chiunque dovesse ritrovare il felino in questione, prima di pensare all’adozione o portarlo al gattile, ha la possibilità di trovare il padrone e riconsegnarglielo. A meno che non si sospettino casi di maltrattamenti sugli animali. La banca dati è attiva 24 ore al giorno e consultabile sul web, a patto che si abbiano le credenziali di accesso.
Per concludere, rappresenta un aiuto fondamentale per combattere il randagismo e nei casi di smarrimento. Se dovesse accadere, speriamo mai, è importante denunciare l’accaduto alle autorità competenti per facilitare le operazioni di ricerca e aumentare le probabilità di ritrovamento. A tal proposito, se il gatto scappa poi torna a casa?