Ulcera del colon nel gatto: sintomi, cause e cure
La salute di Miao è una priorità. Saper riconoscere i segnali di un'ulcera del colon nel gatto è fondamentale per intervenire in maniera tempestiva
L’ulcera del colon nel gatto è una malattia seria che può avere ripercussioni anche di una certa entità. Ecco allora che se notiamo qualcosa di anomalo nella nostra piccola palla di pelo non dobbiamo esitare a chiamare il veterinario di fiducia, che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza che possono incidere nell’evoluzione della patologia e nella scelta della terapia più idonea per la risoluzione del problema.
In questo caso, ma non è l’unico, a essere colpita è la funzionalità del sistema immunitario del nostro adorato Miao, la sua corazza contro i nemici che attentano al suo benessere psicofisico, ma vediamo più nel dettaglio cosa accade e come possiamo intervenire per aiutarlo.
Rumori nella pancia del gatto
Che cosa è l’ulcera del colon nel gatto? Gli istiociti non sono altro che grandi globuli bianchi che risiedono nel normale tessuto connettivo, il loro compito è quello di ingerire microrganismi infettivi e particelle estranee. Come abbiamo già accennato e com’è facilmente intuibile, sono una componente essenziale del sistema immunitario. Se qualcosa non va per il verso giusto, l’organismo del nostro amico a quattro zampe è in pericolo.
La colite ulcerosa istiocitica è una malattia rara che si sviluppa, per l’appunto, con delle ulcere nel rivestimento del colon e una infiammazione con istiociti periodici acido-Schiff (PAS) positivi. Cosa scaturisce questo disturbo e quale sia il suo meccanismo patogeno non è ancora dato saperlo. Gli esperti in materia, però, sospettano che la motivazione sia di natura infettiva.
Una precisazione è d’obbligo però: pare che anche la colite ulcerosa istiocitica possa avere una possibile base genetica, ma la causa è sconosciuta. Anche se non è così frequente che la nostra piccola palla di pelo possa avere questa malattia, non abbassiamo la guardia, impariamo quali sono i sintomi e contattiamo lo specialista se ne notiamo uno o più. La tempestività, quando si tratta della salute degli animali – che oltretutto non possono esprimersi chiaramente – è fondamentale per evitare il peggio.
Veterinari specializzati in ibd
L’ulcera del colon nel gatto, lo abbiamo già detto, non è facile da diagnosticare, ecco allora che è importante contattare il veterinario quanto prima, ma essere anche certi che sia specializzato in questo tipo di malattie. Intanto vediamo quali sono i segnali che devono far suonare un campanello d’allarme nella nostra mente:
- Diarrea con sangue e muco che si presenta frequentemente;
- Sensazione di dover defecare, meglio conosciuta con il termine tenesmo;
- Dimagrimento improvviso e debilitazione quando la malattia è già a uno stadio avanzato.
Visto il tipo di segnali, può tornare utile saperne di più sulla cacca nera nel gatto. Seppur non sempre si fa attenzione al contenuto della lettiera, una maggiore cura durante la sua pulizia può darci elementi preziosi circa lo stato di salute del nostro adorato Miao.
Quanto vive un cane con ibd
Questo aspetto è strettamente correlato alle cause della malattia e allo stato di avanzamento della stessa. Purtroppo, però, ancora sulle motivazioni scatenanti non si hanno molte informazioni certe. Si procede per supposizioni e si cerca di aiutare Micio nel miglior modo possibile a seconda del quadro clinico nel complesso. Non si sa bene nemmeno se ci sono dei fattori che predispongono i felini a contrarre tale patologia.
Una anamnesi il più possibile dettagliata da parte nostra può aiutare tanto lo specialista nell’individuazione della diagnosi. Per prima cosa dovrà escludere altre cause di colite. E, per fare questo dovrà procedere con un approccio differenziale, dato che ci sono tanti possibili motivi che possono causare uno stato del genere.
Comincerà quindi con una ispezione più approfondita dei sintomi più evidenti, escludendo ciascuna delle cause più comuni sino a quando non viene stabilito il disturbo corretto , così da trattarlo in maniera mirata. Potranno quindi essere confermate o escluse l’ibd non istiocitica, la colite infettiva, quella parassitaria oppure di natura allergica.
Linfosarcoma intestinale del gatto
Altre diagnosi che possono essere individuate prevedono l’inversione cecale, che si verifica quando la prima porzione dell’intestino crasso viene rigirata su se stessa (e se non viene individuata in tempo potrebbe essere anche mortale) o l’intussuscezione ileocolica, dove una parte dell’intestino passa nella successiva.
Anche la presenza di una neoplasia maligna, come il linfoma o l’adenocarcinoma – un tipo di cancro che ha origine in una ghiandola – possono provocare sintomi simili a quelli descritti prima. La presenza di un corpo estraneo può provocare non pochi danni nell’apparato gastro intestinale del nostro amico a quattro zampe.
Particolarmente fastidiosi possono essere i polipi che interessano colon e retto oppure la sindrome dell’intestino irritabile. La differenziazione diagnostica può essere fatta con l’ausilio di un esame delle feci, una coltura batterica per agenti patogeni, immagini diagnostiche dell’addome e attraverso una colonscopia con biopsia. A tal proposito, potrebbe tornare utile sapere come viene effettuata un’ecografia al gatto.
Una colonscopia può rivelare delle ulcerazioni puntiformi, dei focolai evidenti, alcune pieghe spesse della mucosa, delle aree di tessuto granuloso oppure un restringimento dell’intestino. Ci sarà bisogno di prelevare più campioni bioptici per arrivare a una diagnosi precisa e capire qual è la terapia più idonea alla risoluzione del problema.
Ibd nel gatto, terapia
L’ulcera del colon nel gatto, in base alla gravità della situazione, prevede una gestione da parte del veterinario di fiducia di tipo ambulatoriale. Una volta avuto il quadro clinico completo, lo specialista consiglierà anche una un cambiamento mirato nella dieta della nostra piccola palla di pelo.
L’alimentazione si ripercuote sulla funzionalità di molti organi, questo vale soprattutto se a essere coinvolti sono lo stomaco e l’intestino. Molto probabilmente, ma non procediamo se prima l’indicazione non arriva dall’esperto in materia, sarà necessario integrare con delle fibre moderatamente fermentabili. Il veterinario ci dirà qualcosa anche in merito alla possibilità che la patologia progredisca o che Miao sia soggetto a una recidiva. In tal senso, potrebbe decidere di prescrivere antimicrobici e farmaci antinfiammatori.
I segnali clinici e il peso corporeo del nostro amico a quattro zampe devono essere monitorati, in una prima fase a cadenza settimanale. In base ai risultati, lo specialista potrebbe ritenere opportuna una cura antibiotica continua. Come sempre è importante sottolineare quanto pericoloso sia il fai da te. Non lasciamo nulla all’improvvisazione e affidiamoci solo a professionisti validi e certificati.