Il gatto è stato avvelenato: primo intervento e cosa fare
La salvaguardia della salute del nostro peloso è prioritaria. Se il gatto è stato avvelenato, l'intervento deve essere tempestivo e mirato. Tutti i dettagli
Chiunque si augura che il proprio amico a quattro zampe non ingerisca mai sostanze tossiche, ma cosa possiamo fare se il gatto è stato avvelenato? Dato che, a seconda della tipologia di veleno, mutano anche i tempi di reazione e i sintomi da riscontrare e riportare al veterinario di fiducia, cerchiamo di mettere ordine e di avere una guida per ogni esigenza. Se sospettiamo un caso di avvelenamento, comunque, non temporeggiamo e contattiamo lo specialista, che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza utili ad avere un quadro clinico completo.
Rendersene conto in tempo, infatti, è un fattore determinante per salvare il malcapitato. Esistono moltissime sostanze tossiche con le quali vengono realizzati esche e bocconi potenzialmente letali per il nostro amico a quattro zampe e, oltre a sapere come prevenire eventuali contatti rischiosi, dobbiamo sapere come intervenire per salvare la vita di Miao.
Sintomi da avvelenamento del gatto, diserbante
Se il gatto è stato avvelenato, è possibile che abbia avuto a che fare con alcune sostanze che, molto probabilmente, ha trovato lungo la strada percorsa nel suo giro esplorativo quotidiano. I veleni più usati sono: la stricnina, il metaldeide, i diserbanti e quelli per i roditori. A tal proposito, ecco cosa fare se il gatto ha ingerito veleno per topi.
Nel caso in cui il nostro amico a quattro zampe abbia ingoiato una di queste sostanze tossiche, bisogna intervenire nel lasso di tempo che va dai trenta minuti alle due ore successive al momento dell’assunzione. I sintomi tipici, ai quali dobbiamo prestare attenzione per un soccorso efficace e tempestivo sono:
- Un irrigidimento di tutti e quattro gli arti;
- Una difficoltà a reggersi sulle proprie zampe;
- Una salivazione eccessiva;
- Episodi di convulsioni e conseguenti cadute;
- Difficoltà a respirare;
- Episodi di vomito e di diarrea.
Se notiamo uno o più di questi segnali, contattiamo immediatamente il veterinario di fiducia per una visita urgente o raggiungiamo la clinica più vicina nei giorni festivi. Il tempo in casi del genere fa la differenza tra la vita e la morte. Non affidiamoci assolutamente al fai da te e seguiamo pedissequamente le indicazioni dello specialista.
Gatto avvelenato, sangue dalla bocca
Purtroppo, la nostra piccola palla di pelo potrebbe aver ingerito anche i cosiddetti veleni emorragipari. Questi agiscono più lentamente e i primi sintomi in genere si manifestano dopo qualche giorno dall’ingestione. Come è facilmente intuibile dall’etimologia della parola, causano emorragie interne. I sintomi a cui prestare attenzione sono:
- Una respirazione affannosa;
- Un pallore che interessa le mucose;
- Un evidente stato di spossatezza.
In alcuni casi possono presentarsi emorragie al naso, di solito in assenza di vomito. Qualora venga compromesso l’apparato gastro-intestinale, invece, possiamo trovarci di fronte a vomito e diarrea (anche emorragica, per l’appunto), accompagnati da forti dolori addominali. A tal proposito, ecco cosa fare di fronte al vomito con sangue nei gatti.
Gatto avvelenato, rimedi naturali
Se il gatto è stato avvelenato o se ne avesse anche solo il sospetto, la prima cosa da fare è contattare il veterinario più vicino oppure, se presente in zona, chiamare la guardia medica veterinaria. Come regola generale, è meglio far sì che il nostro amico a quattro zampe rimanga tranquillo ed evitare qualsiasi stimolo sonoro o visivo che possa facilitare l’insorgere di convulsioni.
È bene che il soccorritore sia preparato al tipo di emergenza, così da velocizzare l’intervento. Nell’attesa si può tentare di fare vomitare il gatto. Tuttavia, nel farlo occorre fare molta attenzione e solo se ci viene suggerito dal veterinario. Ci sono dei veleni, infatti, che accelerano il loro processo tossico dopo che viene provocato il rigetto. Nel caso sia possibile, quindi una anamnesi il più possibile dettagliata da parte nostra può fare davvero la differenza.
Gatto avvelenato, dopo quanto muore
Se scegliamo di far vomitare la nostra piccola palla di pelo dobbiamo assicurarci che l’effetto non peggiori la situazione. Per regola generale è bene non indurre il vomito quando il gatto ha mangiato qualcosa di caustico (come la candeggina), qualcosa di acido (vedi gli acidi delle batterie), cose appuntite oppure particolarmente appuntite o taglienti.
Inoltre è bene non farlo se il nostro amico a quattro zampe ha problemi di respirazione, ha una frequenza cardiaca lenta, sta vivendo convulsioni, oppure è visibilmente depresso, scioccato o incosciente. In questi casi il soffocamento può essere altrettanto pericoloso e assolutamente da evitare.
Nel caso fosse possibile farlo vomitare è bene usare dei farmaci specifici o ricorrere alla somministrazione di acqua molto salata. Mai dare del latte: peggiorerebbe la situazione e lo condurrebbe alla morte.
Per far vomitare il nostro amato Miao possiamo usare l’acqua ossigenata, ma facciamo estrema attenzione: deve essere perossido di idrogeno al 3%, altrimenti si rischia di fargli del male. Questa operazione facciamola da soli soltanto previo benestare del veterinario e se lui è impossibilitato ad agire di persona.
Deve essere così diluita: in un bicchiere d’acqua, un cucchiaino (5 ml) di questa soluzione ogni 4 chili del suo corpo. Questo significa che per un gatto di cinque chili ne basterà uno. Se riesciamo a far vomitare la nostra piccola palla di pelo sfortunata, conserviamone un campione e portiamolo dal veterinario per consentirgli di fare ulteriori analisi e capire che cosa è successo. In ottica preventiva, per il futuro, è un ottimo approccio.
Avvelenamento gatti, denuncia
Indubbiamente, gli amici a quattro zampe randagi e sempre per strada sono i soggetti più a rischio. Una volta passato il momento critico, e fatto tutto il possibile per salvare l’animale vittima dell’episodio di avvelenamento, se si ha anche solo il sospetto che l’origine sia dolosa, è bene procedere con una denuncia alle autorità.
Se il gatto è stato avvelenato, anche il veterinario è tenuto a segnalare l’accaduto al Comune di competenza, e – qualora non fosse ancora chiaro quale tipo di veleno sia stato utilizzato – dovrà anche contribuire alle indagini per individuarlo.
Un buon modo per fare prevenzione è tenere gli occhi sempre ben aperti e segnalare eventuali episodi sospetti. Fare rete e impedire possibili attacchi è il modo migliore per non incorrere in spiacevoli ‘incidenti’. A tal proposito, i topi possono avvelenare i gatti? Sì, indirettamente: e cioè se sono stati intossicati a loro volta e vengono catturati da un predatore che non guarda in faccia niente e nessuno. Gatti e caccia, infatti, sono legati a stretto giro.