Criptosporidiosi nel gatto: i sintomi, le cause e le possibili cure

Tutti i pelosi corrono il rischio di ammalarsi; ecco cos'è la criptosporidiosi nel gatto, come riconoscerla e cosa fare per aiutare il gatto

Sfortunatamente nel mondo esistono diverse malattie che possono compromettere la salute dell’uomo, quanto quella dell’animale. È il caso della criptosporidiosi nel gatto, malattia altamente invalidante, in grado perfino di condurre alla morte. Risulta quindi necessario comprendere la sintomatologia per riuscire quindi ad intervenire in tempi molto brevi. È bene subito precisare che questa patologia ha una capacità di trasmissione molto alta e può colpire diverse specie, tra cui l’uomo.

Cos’è la criptosporidiosi nel gatto?


Quando si parla di criptosporidiosi nel gatto si fa riferimento ad una malattia infettiva che compromette la funzionalità intestinale. In sostanza questa non è altro che un protozoo intracellulare di piccolissime dimensioni. I criptosporidi non sono altro che delle spore nascoste che provocano l’infezione interessando le cellule epiteliali dell’intestino. Ciò significa che è possibile espellere il protozoo attraverso le feci; l’espulsione tuttavia non significa che il protozoo non può più creare danno.

Questo infatti può sopravvivere e contaminare sia l’acqua che il cibo; ingerire acqua o cibo contaminato comporta quindi l’insorgenza della malattia. I gatti che hanno un sistema immunitario già compromesso, i gatti anziani o i cuccioli sono soggetti ad un maggiore rischio di contrarre la malattia. Questa infezione è molto comune nel gatto e alcuni studi hanno affermato che più del 15% dei gatti è stato infettato da tale parassita.

Tendenzialmente il parassita ha un’incubazione di circa sette giorni e la malattia fa il suo decorso in circa due settimane; anche se la malattia non viene trattata. La disidratazione è la conseguenza più grave di questa patologia ed è la causa maggiore di mortalità. Come capire se il gatto è disidratato: i consigli degli esperti. La criptosporidiosi nel gatto è causata in sostanza dall’ingerimento di cibo o acqua infetta, per questo risulta necessario prestare parecchia attenzione.

Sintomatologia che contraddistingue la malattia

Una volta compreso cos’è la criptosporidiosi nel gatto, risulta importante conoscere la sintomatologia; per quanto concerne quest’ultima, questa è caratterizzata da:

  • Diarrea in maniera continuativa
  • Crampi allo stomaco
  • Nausea
  • Vomito
  • Disidratazione
  • Perdita di appetito
  • Perdita di peso
  • Letargia causata dalla disidratazione
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  • Infiammazione e sanguinamento del retto del gatto, causati dall’eccessiva diarrea

La diarrea è la manifestazione più elevata, ma anche quella più pericolosa; il gatto affetto da questa malattia, cerca di espellere il parassita attraverso le feci. Nell’eventualità in cui dovesse presentarsi tale sintomatologia risulta necessario contattare in tempi molto brevi il veterinario. Ci sono casi in cui il gatto può essere asintomatico, cioè il gatto ha contratto la malattia, ma non manifesta alcun sintomo.

Diagnosi e trattamento

Per diagnosticare la criptosporidiosi nel gatto risulta necessario fare dei controlli approfonditi; diagnosticare questa patologia non risulta affatto semplice e il veterinario dovrà indagare in modo approfondito. Nell’eventualità in cui si dovessero presentare questi sintomi, il veterinario eseguirà i seguenti test:

  • Esame fisico molto approfondito
  • Emocromo completo
  • Esame delle urine
  • Esame delle feci
  • Analisi sierologico
  • Test per controllare la corretta funzionalità epatica, renale e pancreatica

Per quanto riguarda il trattamento è stato già accennato che tale patologia ha la capacità di autolimitarsi; ciò significa che il soggetto affetto può guarire senza alcun trattamento. Tuttavia la sintomatologia può condurre alla morte, per questo il veterinario tratterà i sintomi. I trattamenti migliori sono:

  • Assunzione maggiore di liquidi per reintrodurre i liquidi persi. Questi liquidi possono essere reintrodotti anche con l’assunzione di cibo umido
  • Nei casi più gravi il veterinario riterrà opportuno reinserire i liquidi per via endovenosa
  • In alcuni casi il veterinario potrà decidere di fare assumere al gatto la paromomicina, un antibiotico; l’assunzione di tale farmaco può comportare una maggiore possibilità di contrarre un’Insufficienza renale nel gatto: tutto quello che c’è da sapere. I gatti che hanno quindi problemi renali non possono assumere tale antibiotico
  • In altri casi è possibile invece somministrare la tilosina, antibiotico per il trattamento dell’infiammazione dell’intestino

Prevenzione

La prevenzione per evitare l’insorgenza della criptosporidiosi nel gatto è pressoché nulla; non esiste alcun vaccino o alcun farmaco in grado di prevenire tale problema. Quello che è possibile fare è monitorare costantemente il cibo e l’acqua del gatto e fare in modo di igienizzare correttamente le ciotole. Risulta indispensabile indossare i guanti per trattare sia con l’animale affetto da tale parassita sia per trattare gli oggetti infetti. Risulta inoltre indispensabile isolare il soggetto infetto in modo tale che questi non infetti a sua volta altri soggetti.

Criptosporidiosi nell’uomo

Come già accennato la malattia di criptosporidiosi è contagiosa anche per l’uomo e per altri animali. Per quanto concerne l’uomo, il sintomo principale e maggiore è la diarrea, esattamente come nel gatto. Per quanto riguarda il periodo di incubazione questo è di sette – dieci giorni ed è possibile che si manifestino anche dolori addominali di diversa entità. Il numero di asintomatici inoltre è molto alto; ciò implica una maggiore trasmissibilità. Inoltre la sintomatologia può non manifestarsi in maniera continuativa, ma altalenante. Anche per l’uomo non esiste alcuna terapia in grado di bloccare la malattia, ma esiste la terapia per bloccare i sintomi della malattia.

Criptosporidiosi negli altri animali

Come accennato questa malattia può essere contratta anche da altri animali; ovini, volatini e altre specie possono incorrere in tale problema, con una sintomatologia differente. La criptosporidiosi nei volatili è riscontrabile intorno l’undicesima settimana di vita; in questo caso la patologia può manifestarsi con problemi respiratori, enterici e renali.

Tutte le specie aviarie possono manifestare sintomi respiratori, mentre la forma enterica è più presente nei piccioni, nel tacchino, nella quaglia e negli animali da voliera; per quanto concerne la forma renale, questa è più presente nei polli.

La malattia è riscontrabile inoltre negli equini, ma che hanno già un sistema immunitario compromesso; anche in questo caso il sintomo più comune è la diarrea. Per quanto riguarda i bovini i sintomi della malattia sono riscontrabili già intorno ai quattro o cinque giorni di vita.

Diffusione della malattia

L’infezione è diffusa in tutto il mondo. Le oocisti di Cryptoporidium sono state individuate in feci umane provenienti da 50 paesi diversi presenti nei sei continenti. Ciò significa che nessun Continente o Paese è immune a tale malattia. Essendo, soprattutto nell’uomo, questa malattia asintomatica è possibile che si presentino diversi focolari e la malattia può colpire indistintamente uomini, donne e perfino bambini. Spesso i focolai sono causati dalla contaminazione degli acquedotti pubblici; per tale motivo molto speso questi focolari risultano inevitabili. In questi casi è consigliabile utilizzare acqua in bottiglia e disinfettare tutti gli oggetti infetti.

Conclusione

In definitiva quando si parla di criptosporidiosi nel gatto, non si parla di una malattia mortale, ma di una malattia i cui sintomi possono comportare la morte del soggetto infetto. Riuscire a stabilizzare il soggetto infetto è quindi indispensabile. Per qualsiasi altra informazione o per qualsiasi altro dubbio, risulta necessario e indispensabile chiedere il parere del veterinario. Questi dopo attenti controlli e approfonditi test farà eseguire la terapia più opportuna per contrastare i sintomi.

Inoltre lo stesso veterinario può consigliare uno stile di vita e delle abitudini specifiche per riuscire a prevenire, quanto più possibile, l’insorgenza di tale malattia. La salute dei pelosi è indispensabile per riuscire a godere a lungo della loro compagnia; in questo caso specifico poi risulta necessario prestare maggiore attenzione per l’alto tasso di contagiosità di tale patologia. L’amore che si prova per il proprio animale domestico è davvero molto alto, per questo è importante fare tutto ciò che è necessario per fare vivere il peloso al meglio.

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