Come funziona il sistema nervoso del gatto?
Il sistema nervoso del gatto è un mondo fantastico e tutto da scoprire. Ecco com'è fatto, come funziona e quanto è importante per ciascun micio
Memoria, ricordi e altre capacità sono tutti elementi che derivano dal corretto funzionamento del sistema nervoso del gatto che, come il nostro, lavora in un certo modo. È interessante approfondire perché ci porta a comprendere come, in fondo, sia quasi del tutto simile al nostro. C’è una grande rete di nervi che si occupano della trasmissione degli impulsi, quelli che poi determinano la capacità del micio di compiere qualunque tipo di azione. Scopriamo nel dettaglio com’è fatto il sistema nervoso del gatto e come funziona.
Com’è fatto il sistema nervoso del gatto
Il sistema nervoso del gatto svolge un ruolo centrale nella vita del nostro quattrozampe. Svolge l’importante funzione di organizzare e trasmettere tutte le informazioni sia interne che esterne all’organismo. Tanto per fare un esempio, quando tocchiamo con un dito la zampa di Micio lui subito la ritrae. Non è altro che il frutto di un riflesso spontaneo, determinato proprio dalla stimolazione dei nervi presenti in quell’area del corpo. Quindi il sistema nervoso del gatto è quello che consente al micio di sperimentare e rispondere alle sensazioni e agli stimoli.
Come quello umano, anche il sistema nervoso del gatto si divide in due parti: periferico e centrale. Quello centrale comprende il cervello, che è l’organo “principe” di tutto il sistema nervoso, e il midollo spinale, che si trova nella colonna vertebrale e ha il compito di trasmettere gli impulsi dal cervello ai nervi del resto del corpo. Questa rete di nervi, appunto, forma il sistema nervoso periferico e funzionano proprio come dei cavi elettrici lungo i quali gli impulsi viaggiano e giungono nelle diverse parti del corpo di Micio.
Il cervello è l’organo principale del sistema nervoso del gatto. Si suddivide in due emisferi, ognuno dei quali legato a determinate funzioni dell’organismo di Micio. La struttura del cervello felino è praticamente identica a quella del cervello umano. Questo formidabile organo è collegato al tronco cerebrale ed è rivestito dalla cosiddetta corteccia cerebrale, quella che determina la capacità di apprendimento e la memoria a breve termine del gatto. Al di sotto del cervello si trova una piccola parte chiamata cervelletto, responsabile della coordinazione motoria del gatto, a sua volta collegato al tronco cerebrale.
Sistema nervoso del gatto e memoria
Molte persone sono convinte che i gatti siano animali che non si legano agli umani. Si tratta di un’affermazione del tutto sbagliata perché nel corso della loro evoluzione anche i piccoli felini sono stati in un certo senso addomesticati. Il loro rapporto con gli umani è cambiato e si è evoluto e per questo un’affermazione del genere è assolutamente fuori da ogni logica. Parlando di sistema nervoso del gatto vien da chiedersi se in qualche modo questo possa influire sulla sua capacità di riconoscere il proprio padroncino. La memoria dei gatti funziona e anche bene, proprio grazie alla corteccia cerebrale che sviluppano sin da cuccioli.
Anzi, il contatto con le persone e con altri animali è fondamentale nello sviluppo cognitivo dei piccoli che, nei primi mesi di vita, imparano e apprendono tanto attraverso l’osservazione e la ripetizione delle azioni. È il motivo per cui, ad esempio, si dice sempre che la socializzazione dei gattini sia fondamentale. Se non si fa socializzare il piccolo sin dai primi mesi di vita, da adulto avrà difficoltà a rapportarsi e interagire con le persone. Poi da adulto il gatto ricorda ciò che ha appreso, o meglio memorizza schemi che si ripetono sempre in un certo modo. Avete presente quando un micio si agita e sembra perduto non appena spostiamo dei mobili in casa o magari cambiamo la disposizione delle ciotole? Ebbene, capita proprio perché è “abituato” in un certo modo. La sua memoria ha appreso un determinato schema che noi abbiamo completamente ribaltato!
I gatti riconoscono il proprio padrone?
I gatti riconoscono il padrone? Sì, lo fanno ma non nel modo che pensiamo. Noi umani facciamo moltissimo affidamento sulla vista e sul riconoscimento dei tratti somatici di una persona. Il gatto, invece, si affida principalmente all’udito e all’olfatto per riconoscere e ricordare qualcosa. Quindi il micio riconosce perfettamente sia l’odore che la voce del suo padrone e anzi quando non lo ascolta è proprio perché non vuole farlo!
Una ricerca dell’Università di Tokyo ha confermato questa bizzarra curiosità nel 2003. In pratica i gatti analizzati sapevano riconoscere la voce del proprio padroncino, distinguendola da quella degli estranei. Perciò i gatti riconoscono il proprio padrone anche senza guardarne il volto e decidono quando ascoltarlo e quando no.
Problemi neurologici del gatto, sintomi e cure
Il sistema nervoso del gatto non è esente da problemi e malattie. Del resto il cervello è un organo che invecchia, esattamente come il resto del corpo. Anzi a un certo punto smette di produrre nuove cellule cerebrali che a poco a poco muoiono e causano danni degenerativi che influiscono sulla vita di Micio. Il sistema nervoso del gatto può già presentare alla nascita difetti congeniti o malattie ereditarie. Ma la gran parte delle patologie sono legate all’invecchiamento cerebrale di Micio, quindi insorgono principalmente quando il gatto è vecchietto.
Quando i gatti invecchiano non è raro osservare dei sintomi molto preoccupanti. Alcuni passano inosservati almeno all’inizio, ma nel tempo è inevitabile che il padroncino se ne accorga. Il gatto dimostra di non avere più memoria delle cose, talvolta non ricorda neanche dove è posizionata la sua lettiera. Non riesce a coordinare bene i movimenti, appare depresso, non vuole fare niente. Cambia profondamente anche il rapporto con il padroncino perché non solo ha difficoltà a riconoscerlo ma perde anche la connessione emotiva con lui. Tutto può cambiare con un gatto anziano e nella gran parte dei casi ciò si deve alla cosiddetta disfunzione cognitiva felina.
Il gatto perde l’equilibrio delle zampe posteriori, perché?
Il sistema nervoso del gatto può essere colpito da tantissime malattie come infezioni e infiammazioni, lesioni, tumori e risente anche di disturbi metabolici e nutrizionali (vedi carenze vitaminiche). Ma la disfunzione cognitiva felina, che potremmo tranquillamente associare alla demenza senile o all’Alzheimer umani, è la principale causa di degenerazione del sistema nervoso del gatto. In età avanzata Micio cambia completamente atteggiamento nei confronti delle persone con cui ha sempre vissuto, ma la malattia comporta anche problemi strettamente fisici.
Uno dei sintomi più frequenti nei gatti con problemi neurologici è un’anomala debolezza degli arti inferiori, che non riesce più a sorreggersi in piedi. Questo sintomo si lega a una condizione chiamata atassia, che appunto causa problemi di equilibrio, mancanza di coordinazione dei movimenti e persino difficoltà a camminare. L’atassia è a sua volta la conseguenza di numerosi problemi neurologici e può essere provocata da malattie anche gravi. Tanto per fare un esempio, se Micio ha un tumore al cervello in base all’area dell’organo che ne è colpita può sviluppare problemi di equilibrio e movimento.
L’atassia e l’incapacità del gatto di utilizzare le zampe posteriori possono essere anche la conseguenza di altre malattie. Una di queste è il cimurro felino, un’infezione pericolosissima e molto grave causata da un potente virus.