Gatto e padrone diventano uguali, solo una diceria o fondo di verità
Il legame sempre più simbiotico avvicina sempre di più bipedi e quadrupedi, ma è vero che gatto e padrone diventano uguali o è solo un falso mito?
Il legame tra Miao e il suo compagno di avventure umano, il più delle volte e da diversi decenni ormai, è molto intenso. Si basa sulla fiducia e la comprensione reciproche. Ma è vero che, con il passare del tempo gatto e padrone diventano uguali, o si tratta solo di un effetto di eccessiva antropomorfizzazione che mette in atto la nostra mente offuscata dall’amore? Il nostro obiettivo è proprio quello di fare chiarezza su un argomento su cui c’è tanta confusione e diverse scuole di pensiero.
Per strada, al parco sotto casa, a casa di amici. Almeno una volta nella vita ci sarà capitato di notare una certa somiglianza tra un quadrupede e il suo proprietario. A volte, è tale da darci l’impressione di essere di fronte a due cloni: uno in versione umana, l’altro in versione felina. Davvero bizzarro!
Facciamoci un’idea
Gatto e padrone diventano uguali? Sicuramente non è una regola esatta, ma non è raro che questa eventualità si verifichi. Questo è talmente riscontrabile da aver dato vita, in tutto il mondo, a veri e propri concorsi che eleggono la somiglianza più sorprendente.
Addirittura, ci sono alcune ricerche che assecondano questa teoria. E si tratta di un argomento assolutamente affascinante e che vale la pena approfondire per scoprire se siamo di fronte all’ennesimo falso mito sui gatti o se questa volta abbiamo conservato un minimo di lucidità nei confronti di colui che ormai consideriamo alla stessa stregua di un figlio.
A dettare legge è la familiarità
Non è che si verifica una sorta di magia per cui Miao si trasforma nella versione umana del proprio padrone o viceversa. Qualcosa però scatta, e succede in fase di adozione. Quando comincia a solleticarci l’idea, infatti, cominciamo a immaginare la razza che potrebbe fare al caso nostro (e dovremmo pensare anche al contrario, quale sia l’esemplare che più asseconda il nostro stile di vita). Anche se andiamo al gattile, e passiamo al setaccio ogni singolo box, il meccanismo è il medesimo.
Degli studi scientifici, però, hanno dimostrato come la scelta – spesso e volentieri, a livello inconsapevole – ricada su qualcuno che ci appare familiare, sia caratterialmente che fisicamente. Si tratta di una sorta di imprinting, che non avviene solo a livello mentale. Anche l’aspetto fisico incide alle volte. Gli psicologi lo chiamano “mero effetto di esposizione”, e che risveglia in noi il senso di familiarità.
E la psicologia
È un meccanismo psicologico-cerebrale che spiega tale fenomeno e, anche se molto sottile, in alcune circostanze è innegabile che sia stato messo in atto. Ma perché succede? Perché il cervello umano, ma non capita solo alla nostra specie, associa qualcosa di riconoscibile con sentimenti positivi e di rassicurazione.
Gatto e padrone non diventano uguali, ma si ritrovano a esserlo. Quando ci guardiamo allo specchio, infatti, in alcuni riflessi oppure nelle fotografie, a livello inconscio, le caratteristiche generiche del nostro volto ci appaiono troppo familiari e fa sì che ci abituiamo ai nostri lineamenti.
Come una specie di effetto a specchio, il nostro amico a quattro zampe finisce per diventare una sorta di superficie che riflette il compagno di avventure bipede. Ci ricorda il nostro viso, un elemento che consideriamo positivo e trasferiamo sui pet.
La scienza ci spiega perché
In base a molteplici studi, svolti negli anni ’90 da ricercatori esperti in comportamento, alcuni esemplari somigliavano talmente tanto ai propri padroni che anche dei perfetti sconosciuti furono capaci di intercettare la corretta associazione bipede-quadrupede. Il risultato sorprendente è avvenuto solo attraverso il passaggio in rassegna di alcune immagini a confronto.
Gli scienziati hanno supposto che il fenomeno potesse essere universale, senza distinzioni di cultura, razza, Paese di residenza o di origine oppure altri parametri che in genere, invece, possono incidere.
Per portare avanti questi esperimenti, vennero mostrati ai partecipanti tre immagini: una di una persona e due di gatti, chiedendo loro di procedere con l’accoppiamento che ritenessero corretto. I soggetti presi a campione riuscirono a combinare 16 animali con i relativi padroni su un totale di 25 coppie di immagini. Ecco spiegato allora perché, tra le altre cose che devono essere certamente più determinanti e prioritari, prima di procedere con l’adozione effettiva, alcuni esseri umani perdono un po’ di tempo. Il fine, anche se non lo sanno, è trovare una corrispondenza caratteriale e fisica che sia rassicurante.
Gli occhi parlano
“Gli occhi sono lo specchio dell’anima” è una frase che conosciamo tutti e che utilizziamo spesso perché racchiude in poche parole un concetto molto vero e molto caro. Ha a che fare con la nostra personalità, con quella delle persone e degli animali a cui vogliamo bene, e che riguarda anche il nostro approccio alla vita.
In tal senso e per rimarcare quello che a noi profani appariva già chiaro, Sadahiko Nakajima, uno psicologo giapponese dell’università Kwansei Gakuin, nel 2013 ha svolto degli studi scientifici che hanno portato alla luce come la somiglianza tra la gente oppure fra le persone e gli animali residierebbe proprio negli occhi.
Selezionò delle foto di animali e persone, coprendole dal naso in giù e lasciando scoperti soltanto lo sguardo. Nonostante questo, i soggetti a campione che parteciparono all’esperimento furono in grado di accoppiare padroni e rispettivi gatti solo attraverso questo piccolo dettaglio. Lo studio ribaltato – e cioè lasciando visibili solo naso e bocca – non ha sortito gli stessi risultati.
Conclusioni
Gatto e padrone diventano uguali? Adesso siamo in grado di rispondere a una domanda che gli amanti di amici a quattro zampe si pongono spesso. La risposta è senza dubbio affermativa, ma non si tratta di un incantesimo o di una trasformazione, ma di una scelta inconsapevole a monte e da parte del futuro proprietario.
Ci sono casi in cui la somiglianza è più evidente, ma nella maggior parte di essi ci sono alcuni aspetti che accomunano animale e padrone. Che ci voglia più o meno attenzione per scorgerli è solo un dettaglio. Si tratta di una conseguenza psicologica ed estremamente affascinante, perché è il frutto di una ricerca di familiarità, di porto sicuro solo soffermandosi su uno sguardo che ci mette pace e serenità. Il rapporto che poi si è in grado di instaurare con il tempo rappresenterà un’ulteriore conferma.