Il gatto ha ingerito veleno per topi: come intervenire tempestivamente
Avere tempi di reazione rapidi quando il gatto ha ingerito veleno per topi può rivelarsi fondamentale. Ecco come riuscire a evitare spiacevoli sorprese
Può succedere e bisogna essere lucidi: il gatto ha ingerito veleno per topi e non sappiamo bene cosa fare. Innanzitutto, come primo passo dobbiamo evitare di essere sopraffatti dall’ansia e dall’angoscia. Questo certamente non aiuterà il nostro piccolo amico a quattro zampe che si trova in una situazione di oggettiva difficoltà. La calma è la virtù dei forti e in questo caso rappresenta senza dubbio una marcia in più.
Detto questo, è assolutamente necessario contattare senza perdere tempo il nostro veterinario di fiducia che conoscendo eventuali pregressi clinici, oltre che le caratteristiche di razza della nostra adorata palla di pelo, può indicarci come agire nell’immediato. Quindi, il passo successivo è portare Micio proprio dal medico per sottoporlo a tutte le cure di cui ha bisogno. Non perdere la calma, dunque è importantissimo.
Un piacere di difficile comprensione
Il gatto ha ingerito veleno per topi? Non stupiamoci, si tratta di una situazione molto più comune di quel che si possa pensare. Anche per una questione… di gusto. Nonostante vengano creati e immessi sul mercato per uccidere i ratti (sull’opportunità o meno lasciamo a voi qualsiasi giudizio), i gatti non disdegnano affatto i rodenticidi, ovvero i veleni dedicati proprio ai topi. Ma come sono composti?
Una buona parte di quelli che si possono reperire senza grosse difficoltà contengono una notevole quantità di anticoagulanti: si tratta di farmaci che limitano di molto la coagulazione del sangue interferendo con la vitamina K. Se assunto in quantità sufficienti dal nostro micetto, questo può trovarsi alle prese con un improvviso sanguinamento, interno o esterno se non addirittura entrambi, che senza le necessarie cure può portare anche alla morte del gatto.
Avvelenamento, sintomi e tempi
Ma come si riesce a capire se il nostro peloso è alle prese con questa difficile situazione? Solitamente il tempo che trascorre dall’ingerimento del veleno alla comparsa dei primi sintomi oscilla in un periodo che può andare dai due ai cinque giorni. A quel punto, qualcosa dovrebbe non andare per il verso giusto e il nostro gattino potrebbe accusare dei problemi.
Nello specifico, sono diversi i sintomi che si possono associare all’avvelenamento da anticoagulanti. La comparsa di una serie di lividi o la presenza di gengive pallide devono indurci a fare una riflessione. Se poi a queste si uniscono altri elementi quali sangue nelle urine o nelle feci, vomito, sanguinamento in zone sensibili come gengive, naso, occhi, orecchie e retto allora bisogna immediatamente contattare il veterinario.
Meno evidenti, ma non per questo meno importanti, possono essere sintomi come debolezza, andatura barcollante e persino depressione. Una respirazione affannosa può essere il sintomo di un accumulo di sangue nel torace.
Il contatto col veleno
Quando ci si rende conto che il gatto ha ingerito veleno per topi, dopo aver fatto il massimo per mettere in sicurezza la salute del nostro amico a quattro zampe può sorgere la domanda su dove possa essere avvenuto il contatto con il rodenticida. Le ipotesi possono essere le più svariate, considerando che i felini sono animali che amano in modo particolare esplorare ed entrare a contatto con posti, situazioni, dinamiche e cose nuove, per quanto siano comunque abitudinari.
D’altronde, un conto è esplorare, un altro cambiare le proprie abitudini. Al di là di questa considerazione, i gatti possono ingerire dosi tossiche di anticoagulanti mangiando rodenticida lasciato a terra oppure mangiando un roditore che ha ingerito rodenticida. Quello che in prima battuta al nostro gattino può sembrare un soddisfacente bottino di guerra, può in realtà trasformarsi in una potenziale quanto involontaria arma di autodistruzione.
La diagnosi non è sempre facile
Lo accennavamo prima, i tempi di reazione del veleno nel corpo del gatto possono essere variabili andando da un minimo di due a un massimo di cinque giorni. I sintomi possono manifestarsi in modi diversi e quindi l’individuazione del problema può rivelarsi meno semplice, ovvia e scontata del previsto. Tempestività e conoscenza dei comportamenti solitamente manifestati dal nostro micetto possono rivelarsi fondamentali.
Quanto agli esami, sarà il veterinario a stabilirne tipologia ed eventuale bisogno di ripeterli. Naturalmente tenere la nostra simpatica palla di pelo sotto osservazione è una necessità: per rendersi conto degli sviluppi e anche per consentire a chi ha le competenze per farlo di intervenire tempestivamente. Quasi scontato dirlo, ma meglio non lasciare nulla di intentato: no assoluto ai metodi fai da te. Ne va della sopravvivenza di Micio.
Cure e rimedi
Se il gatto ha ingerito veleno per topi e questo si sospetta che sia un anticoagulante, uno dei rimedi più immediati può essere quello di indurre il vomito. Questo, però, a patto che l’ingestione sia avvenuta non oltre le due ore rispetto a quando si cerca di intervenire.
Detto questo, successivamente potrebbe svolgere un ruolo “ripulente” il carbone attivo: questo, somministrato entro le 12 ore dall’assunzione di veleno, aiuta ad assorbire eventuali tossine presenti nell’intestino.
C’è poi la vitamina K, che come abbiamo visto in precedenza gioca un ruolo fondamentale nel processo di coagulazione del sangue. Questa può essere iniettata nel sangue, per poi essere assunta tramite compresse che possono essere somministrate anche a casa.
Naturalmente, e lo ribadiamo, va assolutamente sconsigliata la scelta di seguire metodi per sentito dire. L’ultima parola nella gestione del problema spetta al veterinario che saprà indicarci la via più rapida ed efficace per far sì che il nostro gattino possa scampare il pericolo di perdere la vita.
Prevenire è meglio che curare
Specialmente nel caso di appartamenti con giardino o case di campagna, per evitare di incappare in spiacevoli disavventure può essere quantomai opportuno evitare di ricorrere a veleni per topi. Potrebbero poi diventare “preda”, per così dire, anche dei nostri gatti. I metodi per tenere lontani i roditori non mancano, in tal senso anche i nostri amici a quattro zampe possono darci una mano.
A questo si aggiunge una piccola raccomandazione che strizza l’occhio alla prudenza. Limitate gli spostamenti di Miao fuori da casa senza che esso possa essere sorvegliato. Dare uno sguardo o tenerlo sotto controllo può porlo al riparo da pericoli che da solo potrebbe non riconoscere. Naturalmente senza esagerare.