Attacco di panico nel gatto: come riconoscerlo
La salute del nostro felino è prioritaria. Conoscere le cause, i sintomi e i modi per affrontare l'attacco di panico nel gatto può fare la differenza
Come si manifesta l’attacco di panico nel gatto? Anche in questo bipedi e quadrupedi possono trovare un punto in comune, anche se si tratta di quelle situazioni che nessuno vorrebbe mai vivere e alle quali assistere quando a esserne colpiti sono gli affetti, amici a quattro zampe compresi.
Siamo di fronte a un disturbo subdolo, che sopraggiunge all’improvviso e senza una ragione apparente. Tutti ne possono essere vittime e può presentarsi in qualsiasi momento. Ecco perché ogni campanello d’allarme non deve mai essere sottovalutato.
Cos’è l’attacco di panico
Per noi esseri umani si tratta di uno stato di ansia acuta, che si presenta in seguito a un forte stress e con sintomi ben precisi e riconoscibili. La stessa sicurezza non la si può avere con l’attacco di panico nel gatto. Basti pensare alla difficoltà di comprendere un linguaggio del corpo molto diverso dal proprio.
Nonostante il gap comunicativo, inevitabile tra due specie così diverse fra loro, si sia ridotto sensibilmente grazie a un rapporto sempre più simbiotico, ci sono delle differenze che non si possono eliminare.
Una persona nel pieno di un attacco avrà l’aritmia, l’affanno e il respiro più veloce, una sudorazione eccessiva, dei tremori, le vertigini e il senso di nausea. Di solito, poi, successivamente al primo episodio, il disturbo si ripresenta nel corso della propria vita senza dare delle avvisaglie specifiche.
Gatto e attacco di panico: che succede?
Il motivo per cui il nostro amico a quattro zampe può esserne vittima – contrariamente a quanto si possa pensare a causa di falsi miti sui gatti – è da ricercare nella sua estrema fragilità e nella sua straordinaria sensibilità. Il fatto di vivere a stretto contatto con l’uomo, poi, ha amplificato il tutto.
L’attacco di panico nel gatto quindi è possibile, e si presenta insieme a una serie di altri disturbi riconducibili a disfunzioni di origine psicologica. Non è solo l’ansia a scatenarlo.
Le possibili cause
Accade come negli esseri umani: la paura e l’ansia si presentano perché innescano un meccanismo di difesa necessario per sopravvivere e rispondere a quello che viene percepito come un pericolo imminente.
Il panico, infatti, non fa altro che creare una scarica di adrenalina o di epinefrina, l’ormone che invia al cervello un messaggio preciso: “Scappa o combatti”. In questo modo obbliga a decidere come lottare per la propria sopravvivenza.
Questo ci fa capire come l’origine del panico in realtà sia positiva. Il processo si inceppa quando l’adrenalina viene prodotta dall’organismo in assenza di un vero pericolo, e si accumula perché non viene usata per affrontare nessuna situazione negativa. Ecco allora che si presentano i classici sintomi.
I principali segnali
Chi li vive li descrive come dei veri e propri eventi traumatici, difficilmente si dimenticano, ma si possono superare ed evitare – almeno in teoria – che si ripresentino (anche se chi ne ha sofferto rimane un soggetto a rischio). Nelle nostre palle di pelo tutto assume delle proporzioni maggiori. Si ritrovano a dover affrontare un episodio che non conoscono e che non possono raccontare, descrivere per avere un conforto e un aiuto. Proprio a causa di questo divario comunicativo, dobbiamo essere noi compagni di avventure bipedi ad andare incontro al nostro amico a quattro zampe.
Come sempre, più si conosce il linguaggio del corpo di Fido, più si è in grado di comprendere quando ha bisogno di aiuto. Le orecchie all’indietro e la coda fra le zampe denotano paura, a questi segnali dobbiamo aggiungere:
- L’affanno;
- Il battito del cuore accelerato;
- La salivazione fuori norma;
- La dilatazione delle pupille;
- Un’improvvisa inappetenza;
- Dei tremori e un’agitazione generalizzata;
- Leccate del proprio corpo molto frequenti, quasi ossessive;
- Morsi al pelo e alla cute;
- Lamenti, ululati e abbaiate continuativi;
- Ringhi, aggressività e tendenza a mordere;
- Tentativi di farsi prendere in braccio, di fuga o di nascondersi;
- Pipì e pupù sul pavimento.
Se rileviamo uno o più di questi sintomi, portiamolo dal nostro veterinario di fiducia, che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza, per arrivare a una diagnosi certa e alla terapia più adeguata per Miao. Sarà poi lo specialista a indirizzarci verso un eventuale etologo esperto in comportamenti felini.
Possibili accorgimenti
L’attacco di panico nel gatto deve essere affrontato, come se ci trovassimo in una situazione di emergenza in cui dobbiamo prestare il primo soccorso. Conoscerlo e sapere come muoversi è prioritario per salvaguardare la salute della nostra palla di pelo.
Esiste una serie di possibili accorgimenti che possiamo mettere in atto al fine di alleviare le sue sofferenze. Il fine primario è quello di farlo tranquillizzare e rilassare. In quest’ottica, parliamogli con un tono di voce dolce e rassicurante. Facciamogli sapere che noi siamo lì con lui, per aiutarlo, e non ce ne andremo.
Cambia il contesto, cambiano gli approcci
Può capitare che il nostro amico a quattro zampe si nasconda sotto il letto. In questo caso è meglio non intervenire e aspettare che l’episodio finisca. Una nostra intromissione in un contesto del genere non farebbe altro che peggiorare la situazione. Infatti, se ha deciso di nascondersi proprio lì, è perché lo avverte come un luogo sicuro.
Se invece l’attacco di panico nel gatto si dovesse verificare fuori, il nostro livello di attenzione deve essere maggiore: Miao potrebbe avere talmente tanta paura da decidere di fuggire.
Cure e terapie
Un metodo efficace per aiutare a superare uno dei momenti più spaventosi della sua vita è quello di avvolgerlo in un telo o una vecchia maglietta. In questo modo creeremo una specie di bendaggio che possa comprimere – ma non troppo – il petto e l’addome del nostro amico a quattro zampe. Altro non facciamo che ricreare una sorta di abbraccio attorno al suo corpo. Così si dovrebbe tranquillizzare prima.
Purtroppo non c’è una vera e propria cura per l’ansia e lo stress. Il consiglio che ci darà anche il veterinario è di avere molta pazienza e di imparare a riconoscere i segnali di attacco imminente. Cos potremmo provare a prevenirli.
Facciamo il tentativo di distrarlo con dei giochi – possibilmente i suoi preferiti – oppure con uno snack goloso per gatti. Le coccole e delle parole dolci e rassicuranti non possono certo peggiorare la situazione. Nei casi più gravi, se il veterinario lo riterrà opportuno, potrebbero essere prescritti dei farmaci specifici per gli animali. Infine, banditi il fai da te e l’improvvisazione.