Fistola artero-venosa nel gatto: cos’è, cause, sintomi, diagnosi e cure
La fistola artero-venosa nel gatto è un'anomalia nella comunicazione tra vene e arterie che può avere conseguenze molto gravi. Ecco cosa sapere
Quando si crea una connessione anomala tra un’arteria e una vena siamo in presenza della cosiddetta fistola artero-venosa che si può manifestare anche nel gatto.
Se arterie e vene non comunicano tra di loro nel modo corretto l’organismo del micio può subire dei danni molto gravi perché vuol dire che i tessuti e gli organi non ricevono abbastanza ossigeno o, peggio, non ne ricevono completamente.
Dal momento che il cuore spontaneamente tende a compensare questa mancanza, inizia a pompare sangue molto più intensamente del normale arrivando perfino ad un’insufficienza cardiaca.
Una fistola artero-venosa nel gatto si può verificare praticamente ovunque, non c’è una parte specifica del corpo che ne è soggetta.
Possiamo trovarla nella testa, nel collo, nelle orecchie e ancora nella lingua, nelle zampe, nel midollo spinale, nel cervello, nei polmoni, nel fegato e nel tratto gastrointestinale. Persino nella vena cava, ovvero la vena principale collegata direttamente al cuore.
Tipi di fistola artero-venosa nel gatto
La fistola artero-venosa provoca un difetto nella comunicazione tra le vene e le arterie del gatto. Il flusso sanguigno normalmente dovrebbe passare prima dal circolo arterioso, a pressione più alta, attraverso il sistema capillare per arrivare infine al sistema venoso.
In presenza di questa anomalia il sangue salta il passaggio intermedio e di fatto rallenta, privando organi e tessuti dell’ossigeno che gli occorre per rimanere sani.
La fistola artero-venosa nel gatto può essere di due tipi diversi: congenita o acquisita.
Nel primo caso parliamo di un’anomalia presente già alla nascita del gattino che può essere singola oppure multipla. Il caso più comune è il cosiddetto dotto arterioso pervio, ovvero una delle tre patologie congenite cardiache più frequenti sia nei gatti che nei cani.
Nel secondo caso, invece, la fistola è acquisita perché non è un difetto del micio in sé ma è provocata da traumi, complicanze di interventi chirurgici, tumori o infezioni.
Cosa succede nel gatto con fistola artero-venosa
Quando il micio ha una fistola artero-venosa (o più fistole) il suo flusso di sangue non è regolare e perciò il cuore attiva una sorta di circolazione collaterale per aumentarne l’intensità.
Tale intensità non è sempre uguale e dipende da quanto è grande la fistola artero-venosa ma anche dalle dimensioni dell’arteria interessata e dalla velocità del sangue che passa attraverso la fistola.
Gli effetti possono essere davvero devastanti per il micio perché il suo cuore va in sovraccarico, si affatica e produce un volume di sangue maggiore rispetto al normale.
Ciò nel tempo può portare allo sviluppo di gravi malattie come insufficienza cardiaca congestizia destra, edema polmonare e insufficienza miocardica.
Sintomi tipici: quali sono e da cosa dipendono
I sintomi associati a una fistola artero-venosa nel gatto dipendono esclusivamente dalle dimensioni e dalla posizione della stessa. L’unico che possiamo osservare i ogni caso è il surriscaldamento della zona in cui è presente la fistola.
Se la fistola artero-venosa si trova nelle zampe i sintomi sono i seguenti:
- Gonfiore anomalo nel punto in corrispondenza della fistola (edema da vaiolatura);
- Zoppia;
- Ulcerazione;
- Formazione di croste;
- Cancrena (il tessuto muore e diventa verde).
Se la condizione del micio si è già aggravata parecchio e siamo in presenza di insufficienza cardiaca congestizia il gatto presenta sintomi come:
- Tosse;
- Difficoltà respiratoria (dispnea);
- Aumento della frequenza cardiaca (tachipnea);
- Intolleranza all’esercizio.
Se la fistola artero-venosa nel gatto ha provocato un’insufficienza d’organo ai sintomi dobbiamo aggiungere:
- Distensione dell’addome (quando colpisce il fegato);
- Convulsioni (se è colpito il cervello);
- Debolezza o paralisi (se localizzata nel midollo spinale).
Cause di fistola artero-venosa nel gatto
Nel gatto è molto rara la comparsa di fistola artero-venosa di tipo congenito e in genere la causa è sempre esterna.
Nella maggior parte dei casi compare in seguito a un forte trauma, come un incidente stradale o la caduta da grandi altezze, ma in altri è dovuta anche a complicanze chirurgiche, tumori e perfino da problemi derivanti da un prelievo di sangue o un’iniezione non andata a buon fine.
Diagnosi del veterinario
Per un padroncino è praticamente impossibile avere la certezza che si tratti di fistola artero-venosa e l’unico modo per avere una diagnosi corretta del problema è, come sempre, portare il gatto dal veterinario.
Il medico esegue dapprima un esame fisico completo osservando eventuali anomalie esterne, dopodiché passa al profilo biochimico e alle analisi delle urine.
Ma per avere la certezza che si tratti di fistola artero-venosa e soprattutto per capire quali danni ha provocato nel gatto deve procedere con un emocromo completo e un pannello elettrolitico.
Qualsiasi piccola anomalia biochimica consente al veterinario di capire se ci sono danni agli organi, come reni o fegato.
Dato che le fistole artero-venose influenzano in modo significativo il flusso sanguigno del gatto, anche le radiografie toraciche sono utili perché possono mostrare un eventuale ingrossamento del cuore o segni di circolazione eccessiva ai polmoni.
Per individuare la posizione esatta della fistola artero-venosa il veterinario può utilizzare un ecocardiogramma sul gatto e per delineare la lesione anche di un’angiografia selettiva.
Trattamento della fistola artero-venosa nel gatto
In caso di fistola artero-venosa nel gatto il trattamento non è molto semplice e il veterinario deve decidere con molta cura in che modo intervenire.
Di solito quando i sintomi sono evidenti e ormai il micio ha dei disturbi gravi si ricorre all’intervento chirurgico per eliminare fisicamente queste connessioni anomale dei vasi e delle arterie.
Ma questo intervento non è una passeggiata e spesso richiede trasfusioni di sangue. Inoltre non è una soluzione definitiva perché anche dopo l’operazione possono comparire nuove fistole al punto da costringere il veterinario a optare per l’amputazione dell’appendice interessata.
C’è un trattamento particolare chiamato embolizzazione transcatetere che prevede l’uso di un catetere per bloccare i vasi sanguigni. Questo metodo è particolarmente vantaggioso perché è meno invasivo dell’intervento chirurgico e fornisce l’accesso a lesioni remote attraverso i vasi sanguigni.
Qualunque sia il trattamento scelto dal veterinario anche a distanza di mesi il micio deve fare dei controlli periodici per verificare che stia guarendo bene e che non siano comparse nuove fistole tra vene e arterie.