Mamma gatto non ha più latte: come lo capiamo e cosa possiamo fare per lei e i cuccioli
Cosa succede quando mamma gatto non ha più latte? Cosa conviene fare per non trascurarla e sfamare i piccoli? Mantenere la calma e la lucidità è il primo passo
Mamma gatto non ha più latte e i piccoli reclamano il cibo: una situazione che può verificarsi più frequentemente di quel che ci si possa aspettare e che va gestita nel migliore dei modi per dare attenzioni al micio adulto ma anche ai suoi piccoli e per non creare gelosie.
Stare al fianco di quello che, a tutti gli effetti, è un genitore che non può sfamare i suoi piccoli è molto importante. Bisogna far capire a mamma gatto che vogliamo aiutarla ma che, allo stesso tempo, non intendiamo in alcun modo sostituirci al suo ruolo di balia dei piccoli.
Supportare mamma gatto
Nel momento in cui ci rendiamo conto che mamma gatto non ha più latte bisogna cercare di capire il perché e trovare una soluzione alternativa per sfamare i cuccioli. Per un momento, concentriamoci sul micio adulto. Ci troviamo al cospetto di un animale incapace di provvedere al fabbisogno di cibo dei suoi piccoli, per questo può anche lasciarsi andare allo sconforto e non riuscire a svolgere nel migliore dei modi il suo ruolo di mamma.
Bisogna farla sentire utile e importante. Coccole e attenzioni non devono mancare, possibilmente bisogna anche creare un ambiente accogliente per lei e per i suoi piccolini. E poi, come detto in precedenza, vanno ricercate le cause della carenza di latte. Quando un gatto partorisce può accadere che soffra di stress da parto e trovarsi alle prese con una scarsa produzione di latte e quindi con l’impossibilità di allattare i cuccioli.
Dieta e visita veterinaria
Tra le possibili soluzioni, c’è quella di somministrare al gatto degli integratori, possibilmente accompagnati da una dieta sostanziosa. A tal proposito, il latte di capra ha degli effetti benefici non indifferenti. Se a questo uniamo un tuorlo d’uovo sciolto, potrà risultare utile per assumere calcio. A giocare un ruolo importante in questa cura ricostituente è anche la taurina che si può trovare in commercio attraverso delle paste appetibili molto gradite dal gatto.
In ogni caso, prima di iniziare un percorso alimentare, è opportuno confrontarsi con un veterinario di fiducia che conosce gli eventuali pregressi clinici e le caratteristiche di razza della nostra palla di pelo appena diventata mamma e saprà indicare la strada da seguire per permetterle di badare nel migliore dei modi ai piccoli. Possibile che il gatto debba sottoporsi a una serie di esami per approfondire la situazione e non lasciare nulla al caso.
Intanto i piccoli vanno sfamati
Se mamma gatto non ha più latte, bisogna trovare un modo per sfamare i piccoli. A questo punto, che ci piaccia o meno, tocca a noi intervenire per provvedere al loro nutrimento. Il consiglio, innanzitutto, è quello di utilizzare sempre prodotti di alta qualità così da garantire ai gattini un supporto all’altezza delle loro necessità in un momento delicato come quello immediatamente successivo alla nascita.
A tal proposito, la soluzione più adeguata è quella di utilizzare il latte in polvere che va somministrato a ciascun gattino ogni tre ore circa. Dopo aver dato loro la pappa, cerchiamo di stimolare l’apparato digerente con una serie di massaggini sulla pancia. Naturalmente si consigliano mani di fata e grande cautela, premere troppo forte rischia di causare dei danni a queste palle di pelo appena venute al mondo. A tal proposito potrebbe tornare utile sapere come funziona l’alimentazione con la siringa.
Il biberon non è un dettaglio
Sfamare i cuccioli di gatto è un compito delicato che richiede particolare attenzione. Nulla di insormontabile, per carità, ma occhio a non essere troppo avventati o a eventuali distrazioni che potrebbero persino risultare fatali a delle piccole creature indifese che, di fatto, mettono la loro vita nelle nostre mani, nel momento in cui la loro mamma non riesce a sfamarli.
Un aspetto da non trascurare nel modo più assoluto riguarda la scelta del biberon. Non si tratta di un capriccio né di un dettaglio. Dobbiamo assicurarci di utilizzare un biberon che non abbia un flusso troppo veloce, che potrebbe far affogare i gattini. Attenzione massima anche a come diamo il latte. Bisogna a ogni costo evitare che il liquido vada di traverso, finendo nei polmoni. Il rischio di provocare una polmonite in questi casi è molto alto e la possibilità di curare i cuccioli assai limitata.
Anche per questo motivo nei primi giorni di vita è decisamente più opportuno allattare i micetti attraverso un contagocce: si tratta di un procedimento un po’ più lento, ma certamente efficace e assai meno rischioso. Altra possibilità è quella di avvalarsi di un biberon con un’apertura del ciuccio molto limitata, così da ridurre di molto la fuoriuscita di latte rispetto ai biberon tradizionali.
D’altronde è sempre bene ricordare che ci troviamo alle prese con piccole creaturine che nei primi giorni di vita peseranno, a occhio e croce, non più di cento grammi a testa. Questo è il momento più delicato e con la mamma distante proprio nel momento della nutrizione la cautela deve essere massima.
Una seconda mamma di latte
Quando mamma gatto non ha più latte ci troviamo al cospetto di un problema di non poco conto. Anche perché un micetto appena nato necessita di essere allattato dalla madre sino a quando non avrà superato le otto settimane, quando si avvierà allo svezzamento diventato passo dopo passo sempre più autonomo per poi prendere la propria strada e rimanere legato a chi gli ha dato la vita non tanto per bisogno quanto per affetto.
Abbiamo visto che una delle possibili alternative, quantomeno la più veloce, è quella di alimentare le piccole palle di pelo appena venute al mondo con del latte artificiale, da garantire loro in modo assiduo e con la massima attenzione alla qualità del prodotto e alla quantità di volta in volta dispensata. Ma c’è anche un’altra strada che può essere seguita, anche prima di intraprendere un allattamento artificiale.
Potrebbe infatti valere la pena cercare una mamma di latte ai nostri piccoli. Essa, a patto che sia ben disposta nel farlo, potrebbe sfamare i gattini con un prodotto decisamente più genuino e nutriente rispetto a quello che i micetti potrebbero ricevere da un essere umano.
Si tratta comunque di un passaggio delicato, sotto il profilo emotivo e anche psicologico per la mamma che non riesce ad allattare. Anche per questo motivo è consigliabile consultare il veterinario prima di procedere.