Gattino, quando può mangiare cibi solidi? Le fasi della sua crescita e cosa dargli

Tutti i gattini prima o poi devono cominciare a nutrirsi di cibo solido e abbandonare il latte materno. Ma quando avviene questo passaggio?

Un gattino non vive solo di latte materno: a un certo punto inizierà una nuova fase della sua vita, all’interno della quale può mangiare cibi solidi in tutta tranquillità. Ma quando avviene tutto ciò? E come possiamo fare ad accorgere, in modo tale da prepararci ad avviare questo processo nel miglior modo possibile? In questo articolo vi illustreremo tutte le tappe che caratterizzano il delicato percorso di crescita di un gattino, e qual è l’alimentazione che fa più al caso suo in ognuna di esse.

gattino grigio tenuto in mano

Prendersi cura di un cucciolo di gatto e osservare la sua crescita dal momento in cui nasce a quello in cui può essere definito a tutti gli effetti un gatto adulto, per poi scivolare lentamente verso la terza età, non è impresa facile: ci sono tanti aspetti di cui un bravo umano deve tener conto per assicurare il massimo benessere al suo amico a quattro zampe, e sono uno più importante dell’altro.

Uno degli aspetti più importanti, nonché uno di quelli che tendono a variare maggiormente con il passare del tempo e a influenzare in modo più determinante il suo sviluppo, è senza dubbio l’alimentazione. Sapere cosa dare da mangiare al proprio gatto e in che proporzioni per ogni fase della sua vita richiede spesso una serie di tentativi ed errori prima di arrivare finalmente alla combinazione giusta per lo specifico micio di cui ci si sta occupando.

Una particolare attenzione richiede ovviamente la fase dell’infanzia: optare per una dieta sana e attenta ai bisogni nutritivi del cucciolo deve sicuramente essere una delle nostre priorità, poiché solo così possiamo aiutarlo a crescere sano, forte e felice prevenendo una serie di patologie anche gravi.

E all’interno di questa fase va collocato un momento particolare, che rappresenta un po’ un “giro di boa” per quanto riguarda l’alimentazione del gattino: si tratta del momento in cui il nostro piccolo Miao può iniziare a mangiare cibi solidi, abbandonando progressivamente ogni interesse o bisogno nei confronti del latte della sua mamma.

Dato che è proprio a ridosso di questa soglia che il gattino viene reputato pronto a muovere i primissimi passi verso l’età adulta sia dal punto di vista fisico che psichico, dobbiamo intervenire di persona anche noi in tutte le fasi di questo processo, definito svezzamento, e renderglielo più confortevole possibile. Ma come è possibile regolarsi per capire quando è arrivato il momento di agire? Ci pensiamo noi a chiarirvi tutto, partendo proprio dall’inizio.

La crescita del gattino: tappe principali e relativa alimentazione

cucciolata di gatti bianchi

Un gattino che è appena venuto al mondo è, come del resto tutti i neonati, completamente indifeso: cieco e sordo, con gli occhi chiusi e le orecchie ripiegate su se stesse, del tutto privo di denti, è anche totalmente dipendente dalle cure della madre. Mamma gatta penserà a pulirlo anche dalla sua stessa placenta, a tenerlo al caldo e ovviamente anche a nutrirlo.

A questo proposito, il latte materno che essa dà al proprio piccolo durante le sue prime 12-24 ore di vita è detto colostro e non contiene soltanto tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno al momento, ma anche tutta una serie di anticorpi necessari per restare in buona salute; si tratta dell’unico momento in cui un gattino può assumerli.

A circa 5 giorni di vita, gli occhi del gattino cominciano ad aprirsi e si presentano inizialmente di colore blu. È sempre nello stesso periodo che anche le orecchie si distendono permettendo al cucciolo di percepire i suoi primi suoni.

Va da sé che se la mamma del micino non può allattarlo in questa fase perché non è più con lui o perché non è in grado di produrre abbastanza latte, e se non avete la possibilità di farlo allattare da un’altra gatta, dovrete pensare voi ad assicurare il giusto nutrimento al vostro piccolino servendovi di prodotti alimentari specifici per i cuccioli di questa età.

Se non sapete che latte dare al micio sappiate che sono disponibili in commercio diversi tipi di latte in polvere, che può anche essere preparato e conservato con un certo anticipo e riscaldato al momento; lo stesso vale anche per il colostro. All’occorrenza potreste ricorrere anche al latte senza lattosio o al latte di capra, poiché la loro composizione si avvicina più di altri tipi a quello di gatto; evitate però accuratamente il latte vaccino e qualunque altra opzione solitamente riservata agli esseri umani. Consultate un veterinario per ulteriori informazioni.

Intorno alle 2 settimane di vita un nuovo passo avanti sarà fatto nella crescita del gattino: esso comincia infatti a compiere i suoi primi, maldestri tentativi di reggersi sulle zampette ma non è ancora per nulla in grado di camminare o allontanarsi; preferirà di gran lunga restare vicino alla sua mamma e ai suoi fratellini, se ne ha. Le sue piccole unghie non sono ancora capaci di ritrarsi, mentre all’interno della sua bocca comincia a farsi strada il primo dentino da latte.

gattino avvolto in una coperta

A 3 settimane di vita invece i movimenti si fanno più decisi e sicuri, permettendo al gattino di cominciare a guardarsi attorno; in questo è aiutato sicuramente dal fatto che occhi e orecchie continuano a svilupparsi fornendogli sempre più stimoli, anche se la vista a questo punto è ancora un po’ offuscata. In questo periodo è possibile cominciare lentamente con le primissime forme di socializzazione, principalmente per abituare il piccolo Miao al tocco di un essere umano.

A partire dalle 4 settimane, un gattino ha ufficialmente superato la fase neonatale. Il pelo si sviluppa maggiormente, come anche la capacità e voglia di esplorare l’ambiente in cui si trova. La socializzazione ottiene qui i suoi risultati più determinanti: potete cominciare a farlo interagire per la prima volta con dei bambini, seppur con molta prudenza e delicatezza.

Ma soprattutto è in questo periodo, e fino alle 6 settimane, che potreste notare un mutamento rispetto al precedente equilibrio tra mamma gatta e il suo figlioletto. Tramite un contatto costante, la mamma insegna al gattino tutta una serie di comportamenti e reazioni istintive; il micio, dal canto suo, tende a imitarla in tutto e per tutto. Inevitabile quindi che la osservi anche quando si nutre, e ciò potrebbe portarlo a sviluppare la prima curiosità nei confronti del cibo solido.

Lei proverà a respingerlo, ma allo stesso tempo anche l’allattamento diventerà una esperienza sempre più frustrante per lei: i dentini del suo piccolino, infatti, continuano ad aumentare e crescere, provocandole un fastidio in continuo aumento. È proprio questo il segnale che stavate aspettando: se il cucciolo ha una dentatura abbastanza sviluppata da dissuadere la madre dall’allattarlo sarà anche in grado di assimilare le sue prime forme di cibo solido. Lo svezzamento può avere inizio.

Verso i cibi solidi: lo svezzamento

 

È dunque arrivato il momento di prendere in mano la situazione e assicurare al gattino una nutrizione adeguata ai suoi bisogni, in questo caso facendolo passare da una fase di transizione che lo porterà a nutrirsi tranquillamente di alimenti solidi di vario tipo.

Se la mamma del micetto non è presente per fornirvi questa indicazione e finora avete pensato voi ad alimentarlo, servendovi principalmente di un biberon, sarete comunque in grado di capire quando è giunto il momento propizio osservando le condizioni della tettarella: se vedete che tende a mordicchiarla o masticarla quando si nutre, saprete di poter cominciare. Vediamo dunque come svezzare il gattino.

Per la primissima fase è sempre meglio servirsi di cibo umido: mischiatene un po’ al latte che consuma abitualmente, in modo tale che non sia troppo disorientato dal cambio di sapore ma abbia già una familiarità di base con questo pasto. Passatene un po’ sulla sua bocca con un dito e lasciate che se lo lecchi via.

Una volta che sarà del tutto abituato a questo sapore, nuovo ma non troppo, comincerà a cercarlo altrove; a quel punto potrete insegnargli a mangiarlo dalla ciotola. Si tratta di un comportamento che potrebbe aver visto mille volte dalla madre, e per facilitare l’apprendimento potreste farli mangiare insieme (ognuno dalla sua ciotola). Detto ciò, osservate come si comporta senza forzarlo in alcun modo e assicuratevi che non mangi troppo velocemente.

cucciolo di gatto

A questo punto inizia la vera e propria transizione, che dovrà essere lenta e tenere conto delle reazioni del micetto; è molto importante non bruciare le tappe per non farlo star male e non fargli eventualmente perdere interesse in quello che mangia. In generale nel corso della quarta settimana potreste limitarvi a questa poltiglia fatta di cibo umido e latte in polvere, aumentando all’occorrenza la percentuale di latte se il micino fatica ad abituarsi al nuovo cibo. La priorità, del resto, è sempre quella di nutrirlo in modo adeguato.

Modificate gradualmente le proporzioni di latte e cibo solido favorendo sempre più quest’ultimo, fino a eliminare del tutto il latte. Potreste anche introdurre dei croccantini leggermente ammorbiditi con un po’ d’acqua, in modo che cominci anche a masticare qualcosa di più complesso. In teoria il processo dello svezzamento dovrebbe essere concluso o a buon punto entro l’ottava settimana.

Ricordiamo ancora una volta che in ogni fase di questo percorso è fondamentale servirsi di alimenti formulati appositamente per dei cuccioli di gatto: solo questi infatti contengono il giusto apporto di proteine, calcio e calorie di cui ha bisogno Miao per una corretta crescita. Se avete dei dubbi su quale prodotto utilizzare nello specifico, il vostro veterinario sarà in grado di fornirvi tutte le indicazioni necessarie a riguardo.

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