Il gatto non vuole entrare in una stanza: come mai e che cosa può significare
La prima regola da tenere a mente quando un gatto non vuole entrare in una stanza è di non considerarla – e di non farla considerare a Miao – come una prigione, ma piuttosto un rifugio, un luogo sicuro dove poter andare nei momenti di difficoltà e quando la paura prende il sopravvento.
Secondo questo principio, dobbiamo assolutamente evitare che la nostra palla di pelo venga chiusa nella camera a mo’ di punizione, se non c’è mai stata prima e non è in grado di comprendere cosa stia succedendo. Un approccio certamente più efficace e meno traumatico e quello che vede la presa di familiarità con ambienti nuovi o poco confortevoli poco alla volta.
Miao ha paura
Quasi certamente non si tratta di un capriccio: se un gatto non vuole entrare in una stanza vuol dire che c’è qualcosa che lo spaventa, lo preoccupa o non lo fa sentire a proprio agio. Cerchiamo allora, dopo avere sentito il veterinario di fiducia, di comprendere le ragioni specifiche.
Nei casi più gravi, che magari celano traumi pregressi, potrebbe tornare utile l’intervento di un etologo esperto in comportamenti felini. Potrebbe consigliarci un approccio efficace per vivere al meglio tutti gli spazi della casa.
Primo tentativo
Prima di tutto il nostro amico a quattro zampe deve cominciare a prendere confidenza con un ambiente mai visto prima e che lo mette in allarme non poco. L’approccio deve essere lento e graduale, non dobbiamo avere fretta, altrimenti rischiamo di allungare i tempi e di dover fare i conti con ansie e frustrazioni inutili e controproducenti.
Facciamo in modo che la porta sia sempre aperta, cosicché il nostro fedele amico possa entrare e uscire quando lo ritiene più opportuno e senza il rischio che possa rimanere accidentalmente chiuso dentro, con tutte le conseguenze del caso. Se non è possibile farlo, un trucco è quello di legare la maniglia a qualcosa che la renda salda.
Un approccio graduale
Se il gatto non vuole entrare in una stanza, posizioniamo al suo interno alcuni dei suoi giochi preferiti; dopodiché durante il giorno lasciamogli delle crocchette che gli piacciano particolarmente. Questo approccio gli consentirà di fare delle associazioni positive che gli provocheranno delle belle sensazioni, nulla insomma che possa portarlo a temere qualcosa.
Adesso, però, vediamo passo dopo passo come procedere: dovrà vederla come lo scrigno del tesoro, il luogo più interessante della casa, messa lì apposta per renderlo felice, al cui interno troverà sempre una piacevole sorpresa. A tal proposito potremmo utilizzare una delle sue pappe preferite, quelle utilizzate per le grandi occasioni, per attirarlo all’interno.
Se siamo con lui quando decide di entrare e di esplorare, possiamo anche dargli un bel rinforzo positivo, un premio con il quale gli facciamo sapere che siamo orgogliosi del suo comportamento.
In questa fase non si deve chiudere la porta, ed è meglio rendere l’ambiente il più confortevole possibile, magari con una coperta: il nostro amico a quattro zampe non deve sentirsi per nessuna ragione al mondo costretto.
E se Miao non è facile da convincere?
Cosa fare se il gatto non vuole entrare in una stanza della casa e appare ancora diffidente e restio? Una strategia vincente potrebbe essere quella di posizionare la ciotola della pappa che mangia tutti i giorni davanti all’ingresso.
Quando penserà più di essere di fronte a una minaccia, potremo provare a mettere il pasto direttamente dentro la camera. Si tratta sempre di sottili equilibri e che possono rompersi con estrema facilità. Non dobbiamo avere fretta, né bruciare le tappe.
O la va o la spacca
A questo punto però dobbiamo anche passare a uno step successivo: poterlo chiudere al suo interno, sempre senza che lo veda un pericolo o una minaccia all’orizzonte. Questo, infatti, non vuol dire che Micio dovrà per sempre vivere in una stanza o non avere libero accesso ad altre parti della casa, ma possono esserci delle esigenze tali per cui chiudere la porta momentaneamente può essere indispensabile.
Quando si sentirà sicuro dentro la stanza, iniziamo a muovere la porta con delicatezza, senza mai arrivare a chiuderla completamente. In questo modo gli facciamo vedere che c’è e che nemmeno lei è pericolosa. Se il nostro adorato Miao rimane all’interno e non manifesta segni di disagio, lanciamogli alcuni croccantini dentro.
Appena lo vediamo tranquillo e per un lasso di tempo considerevole a proprio agio, possiamo provare a chiuderla ma – mi raccomando – riapriamola subito dopo. Ancora una volta distraiamolo con una piccola leccornia. Se non dovesse vedere di buon occhio il nostro intervento, e per questo volere uscire fuori, facciamo finta di nulla e facciamo in maniera tale che sia libero di farlo.
Ripetiamo la procedura lasciando passare sempre più tempo tra il momento in cui chiudiamo la porta e quello in cui la riapriamo – gradualmente e in diversi momenti della giornata – fino a quando non sarà tranquillo per almeno dieci secondi di fila.
Questione di tempo
A questo punto speriamo che il gatto che non vuole entrare in una stanza sia di tutt’altro avviso. Se così dovesse essere, possiamo aumentare il tempo di permanenza sempre di più, minuto dopo minuto, senza mai lasciarlo solo però: mi raccomando.
Se lo abbandonassimo, potrebbe sentirsi in punizione e tutti i nostri sforzi risulterebbero vani. Senza considerare la fonte di stress a cui involontariamente sottoponiamo il nostro amico a quattro zampe.
In questa ottica, è molto importante inserire coperte o asciugamani e considerare la stanza come se fosse un rifiugio. Il nostro adorato micio, in questo modo, si adatterà molto più rapidamente e senza subire traumi.
Consigli utili e conclusioni
Il gatto non vuole entrare in una stanza? Bene, non c’è da avere paura: è sufficiente avere un po’ di pazienza e non considerarla come fosse una gabbia in cui rinchiuderlo. Ci sono poi dei tempi massimi in cui il nostro amico a quattro zampe può sopportare di stare dentro a un ambiente circoscritto senza avere la possibilità di uscire.
Inoltre dobbiamo tenere conto del carattere della nostra palla di pelo e avere il parere qualificato del veterinario di fiducia, che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza.
Non lasciamo mai oggetti piccoli a portata di zampa, rischierebbe di affogarsi. È meglio dargli giocattoli di grandi dimensioni e che non siano facili da distruggere. Non chiudiamo mai la stanza se:
- Sta male;
- La temperatura climatica è troppo bassa o troppo alta;
- Se è previsto che rimanga all’interno per un lasso di tempo considerato troppo lungo dagli esperti;
- Non ha fatto la pipì e la popò prima di entrare e non ha la lettiera a portata di mano;
- Non ha avuto una compagnia sufficiente e non ha fatto un corretto esercizio fisico.
Cerchiamo di costruire un rapporto bipede-quadrupede che sia stabile, duraturo e si basi sulla fiducia. In questo modo vivremo tutti meglio, le paure di qualsiasi natura diminuiranno e la convivenza risulterà essere pacifica per tutti gli attori in gioco.