Come capire se il gattino è arrabbiato: i segnali e gli atteggiamenti inequivocabili
Come capire se il gattino è arrabbiato: tutti i segnali inequivocabili di un animo tormentato e furioso, per questo pronto allo scontro
Il felino di casa vi guarda storto ogni volta che gli passate accanto? Non siete certi del suo stato d’animo e non sapete come capire se il gattino è arrabbiato?
Niente paura, ecco i segnali più evidenti e il comportamento classico messo in atto se l’umore non è dei più felici. Scopriamo cosa si nasconde dietro il muso imbronciato del gatto di affezione.
Gatto, comportamento e reazioni
La magia di un gatto risiede nei suoi occhi, in quello sguardo così affascinante e misterioso in grado di nascondere il suo stato d’animo.
Spesso risulta complesso comprende se il suo sia un umore felice o se sia pronto a progettare un attacco, con tanto di graffiata annessa.
E se il nostro amico osserva con sguardo torvo è bene imparare a captare i segnali, per comprendere come capire se il gattino è arrabbiato.
Il suo è un linguaggio complesso dove versi, miagolii e leccatine si alternano con l’arma dello sguardo e con un linguaggio non verbale molto elaborato.
Se l’idea è quella di accogliere un nuovo amico oppure se il gattino è arrivato da poco, ecco che entra in campo la necessità di stabilire un dialogo.
Una comunicazione che possa nascere dalla comprensione del linguaggio felino e dello stato d’animo del tenero gattino.
Il modo ideale per gettare le basi per una convivenza felice e duratura nel tempo, dove uno sguardo potrà bastare per una vera comprensione reciproca. Ecco come fare.
Il linguaggio del felino, come capire se il gattino è arrabbiato
Per i non avvezzi alle esternazioni feline potrebbe risultare complesso comprendere lo stato d’animo del gatto, in particolare se adottato da poco tempo.
Ma intercettare ogni variazione umorale è molto importante per avviare una convivenza positiva e duratura.
Ovviamente se il felino è sempre vivace e allegro sarà più facile captare una flessione negativa nell’umore, ma se Fufi è un amico restio alle esternazioni ecco che entrano in gioco i segnali.
Ad esempio uno sguardo lungo e torvo lanciato dall’alto della mensola di casa, le orecchie rivolte verso il collo corredato da un’occhiata più grintosa del solito.
Seguita da un’improvvisa irritabilità e del nervosismo eccessivo, esternato gettando a terra oggetti o improvvisi miagolii simili a ringhi poco pacifici.
Passando per il rifiuto di cibo e giochi, ma anche con un vero e proprio distanziamento fisico da quello che considera il suo amico umano.
Scopriamo insieme come capire se il gattino è arrabbiato, se quel tenero batuffolo tutto fusa in realtà nasconde un progetto di vendetta da attuare durante la notte.
Così da intervenire nel modo giusto senza forzare una reazione ma permettendogli di sfogare le sue tensioni in modo adeguato.
Occhi, l’importanza dello sguardo e il suo significato
Abbiamo parlato più volte dell’importanza del linguaggio corporeo e in particolare dello sguardo del gatto, vera e propria finestra sull’animo del felino di affezione.
Che sia un’occhiata soft con palpebre socchiuse o uno sguardo lungo e penetrante è importante riconoscerne subito il significato, così da correggere immediatamente il tiro.
Se il micio osserva da lontano con fare arcigno è probabile che sia arrabbiato, specialmente se tra lui e voi ha imposto una distanza territoriale.
Magari è indispettito dal un ritardo sull’orario della cena o dall’assenza prolungata dell’amico umano, o ancora dall’ingresso improvviso di un ospite.
Ecco che sfodera la magia dei suoi occhi, così intensi e affascinanti ma anche così convincenti tanto da spingere i presenti a non sfidare le sue ire.
Osservare la pupilla potrebbe ampliare il significato dello sguardo stesso, ad esempio quando ha paura oppure è arrabbiato la pupilla appare dilatata.
Se invece si restringe al pari di uno spillo è meglio mettersi ai ripari perché l’amico è infuriato. Mentre se lo sguardo è corredato da palpebre socchiuse il felino è rilassato e in pace con il mondo.
Nervosismo, stress e tensione comportamentale
Un’improvviso capovolgimento umorale potrebbe indicare nuvole umorali all’orizzonte, il mini gattino è arrabbiato e lo dimostra esprimendo tutto il suo nervosismo.
Un classico quando la sua routine viene messa in discussione e la linearità della sua giornata messa a dura prova da situazioni non preventivate.
Come ad esempio un viaggio improvviso del proprietario, la preparazione di una valigia, oppure la comparsa del trasportino che prelude a una visita dal veterinario.
Ma anche la noia prodotta dagli stessi giochi e dallo stesso cibo proposto ogni giorno, una situazione ormai al limite della sopportazione felina.
La tensione comportamentale non è mai un buon segno, in particolare se l’amico è solito mostrare un atteggiamento allegro, dinamico e pieno di entusiasmo.
Come capire se il gattino è arrabbiato in realtà non è complicato e la convivenza fianco a fianco non farà che aumentare questa connessione relazionale.
In particolare favorendo una migliore comprensione dello stato d’animo dell’amico a quattro zampe che diventerà parte integrante della famiglia, sin dal suo primo ingresso casalingo.
Nascondigli, rifiuto e indifferenza
Se vivete con un gatto timido vi sarà sicuramente capitato di osservare comportamenti in apparenza anomali come quello di fuggire in presenza di estranei e ospiti.
Oppure eludere il contatto di bambini e persone non gradite, ma anche situazioni non piacevoli fino a nascondersi sotto il divano o sotto al letto.
Una condizione tipica per il cane di affezione che cerca un rifugio se fuori imperversa il temporale o esplodono i fuochi d’artificio.
Allo stesso modo Fufi si nasconde quando è spaventato ma anche quando è infelice o davvero molto arrabbiato, per questo cerca un riparo, un posto dove ritrovare il suo equilibrio interiore.
Vietato cercare di liberarlo dal rifugio dove si è nascosto, vietato tiralo per le zampe o per la coda: si rischia di scatenare una reazione ancora più violenta.
È fondamentale rispettare questo suo momento e la scelta di porre una distanza fisica tra lui e ciò che lo irrita, permettendogli di scaricare la tensione e lo stress accumulato.
Solo quando si sentirà a suo agio lascerà il rifugio di emergenza ricongiungendosi con l’amico umano. Ritornando al fianco del suo socio di avventure per ricevere coccole e carezze.
È importante sapere come trattare e come capire se il gattino è arrabbiato, così da supportarlo nel giusto modo e senza costrizione alcuna.
Evitando punizioni o sfuriate gratuite che non capirebbe ma offrendogli tutto il tempo necessario per sfogare le sue ansie in funzione di un ritrovato equilibrio emotivo.
Il gatto è nervoso: soffi, graffi e versi
La situazione potrebbe farsi calda e peggiorare, in particolare se l’amorevole micino sfodera comportamenti non certo delicati.
Potrebbe sembrare in preda a un ribaltamento umorale con tanto di schiena arcuata, pelo alto e arruffato, denti in bella mostra e coda gonfia e mossa con stizza.
Ecco il linguaggio non verbale tipico del gatto, una comunicazione che è importante imparare a riconoscere specialmente se il gattino è molto arrabbiato.
Il piccolo potrebbe fissare l’amico umano con occhio torvo ruotando indietro le orecchie fino ad appiattirle sulla testa, a simboleggiare un umore non proprio amichevole.
Sicuramente un’emotività che oscilla tra lo spaventato e l’arrabbiato aggravata da una postura di difesa, l’amico potrebbe sentirsi in trappola e sfoderare la sua arma principale.
Soffiare, emettere versi minacciosi pari a ringhi fino a graffiare, il tenero gattino è pronto allo scontro fisico: si salvi chi può.
Oppure rispondere all’affronto rilasciando urina e feci sui supporti e sugli arredi di casa, un gesto in apparenza di sfida ma che serve al gattino per calmarsi e ritrovare il suo equilibrio.
Come sempre è bene evitare punizioni e sgridate ma lasciare spazio alla comprensione totale del comportamento, magari con il supporto di un veterinario di fiducia.
Trucchi e soluzioni da mettere in atto
Dopo aver compreso tutte le strategie utilizzate dal gatto quando è arrabbiato o di umore pessimo possiamo certificare di aver creato con lui un piccolo ponte comunicativo.
In questi casi è bene non forzare la mano o eventuali reazioni ma rispettare e comprendere lo stato d’animo del piccolino di casa.
Permettendogli di sfogare le sue ansie in modo autonomo, nascondendosi sotto il letto ad esempio o graffiando la superficie del tiragraffi.
Meglio evitare costrizioni o carezze se l’amico non è dell’umore giusto, ma concedergli tutto il tempo necessario per riprendere il timone della situazione.
Cercando di eliminare ciò che lo turba ad esempio variando la proposta alimentare dei pasti se necessario, anticipando l’ingresso degli ospiti con oggetti e tessuti da annusare.
Impedendo che il gattino venga strattonato o strapazzato se non è in vena di coccole, o in presenza di bambini troppo energici.
Fino ad anticipare eventuali visite e uscite con l’inserimento del trasportino, magari da posizionare in salotto già la sera prima con tanto di giochini e croccantini golosi.
Il gattino deve avere il tempo di comprendere e assimilare l’eventuale novità, oppure di sbollire tutti i momenti di tensione emotiva.
Così da poter riguadagnare in piena serenità il posto sul divano accanto all’umano di fiducia, per ricevere coccole e grattatine sul pancino.
Ma solo e quando si sentirà a suo agio e pronto a ricevere effusioni e carezze, sempre rispettando tutti gli spazi e le distanze imposte dallo stesso felino di casa.