Il gattino vuole più attenzioni: i modi in cui ce lo fa capire e cosa bisogna fare
Il gattino vuole più attenzioni: come ce lo fa capire e cosa fare per risolvere la situazione così da migliorare la sua quotidianità
Quando il gattino vuole più attenzioni lo dimostra mettendo in atto una serie di comportamenti e azioni specifiche, utili a catturare l’interesse del proprietario.
Che siano miagolii o movimenti del corpo il piccolo stabilirà una comunicazione utile a sollecitare una risposta da parte dell’umano, in modo rapido ed efficace. Scopriamo insieme come.
Trucchi e strategie, perché il gattino vuole più attenzioni
Avete adottato da poco un tenero gattino ma non siete pratici di comportamenti e atteggiamenti felini, in particolare quelli più singolari.
Una serie di atteggiamenti in apparenza inconsueti che potrebbero lasciare il proprietario perplesso, ma che rientrano nel linguaggio verbale e non verbale del tenero amichetto.
Per prima cosa è importante non punire o sgridare il gattino che non comprenderebbe il gesto ma vivrebbe con terrore la reazione del nuovo amico umano.
Se il piccolo è stato adottato da poco tempo potrebbe sentirsi spaesato, vivere la nuova situazione con ansia e sentire la mancanza della mamma e dei fratelli.
Oppure ricercare attenzioni per ricevere cure, coccole, per sentirsi più protetto o ancora stuzzicare l’interesse perché affamato o spaventato.
Per aiutare il piccolino di casa è fondamentale imparare a comprendere il suo linguaggio, sia i versi che emette che le movenze del suo corpo.
Così da evitare fraintendimenti che potrebbero rivelarsi dannosi, in particolare a fronte di un bisogno reale del mini gattino.
Miagolii, vocalizzi e versi del piccolo
Il miagolio è forse uno dei comportamenti più comuni quando il gattino vuole più attenzioni, che mette in atto ripetutamente e apparentemente senza nessun motivo.
Non bisogna sottovalutare la predisposizione di alcune razze particolarmente propense al miagolio, oppure l’indole e il carattere personale del singolo gattino.
Il miagolio o il vocalizzo continuo fa parte del comportamento dei gatti, ma non sempre viene utilizzato per ricevere cibo e acqua.
In molti casi è sinonimo di noia e stanchezza, il piccolo miagola per ricevere l’attenzione dell’umano del cuore, in particolare quando il verso risulta insistente.
O anche per esprimere un disagio personale, non espressamente legato alla necessità di cibo o alla sensazione di fame. Il piccolo si esprime perché spaventato, perché si sente solo.
Perché l’assenza lavorativa del proprietario ha inciso sul suo umore e sulla giornata vissuta in completa solitudine.
Ma il gattino potrebbe miagolare anche per avvertire di una problematica di salute in corso, di una sofferenza fisica che sta patendo.
Un esempio sono le malattie di tipo renale oppure degenerative che colpiscono il cervello creando nel gattino anche se giovane, una condizione di confusione, smarrimento e perdita della memoria.
Una situazione rara ma possibile, come quella legata a un’incapacità udita o visiva. Il micino potrebbe essere cieco o sordo e per questo miagolare insistentemente alla ricerca di soccorso.
Il gattino rilascia feci e urina
Il gattino vuole più attenzioni e lo fa rilasciando i bisogni fisiologici ovvero feci e urina. Una condizione del tutto naturale ma che il piccolo potrebbe utilizzare come messaggio.
Ad esempio per segnalare un disagio, il micino non riesce a scavalcare il bordo della lettiera per un problema fisico che gli procura dolore.
Oppure non è stato adeguatamente educato all’utilizzo della stessa e rilascia i bisogni in modo inconsapevole appena sente lo stimolo.
Una condizione che potrebbe presentarsi anche come messaggio nei confronti dell’amico umano, troppo assente per impegni personali e di lavoro.
Il micio cerca così attenzioni, una risposta da parte del proprietario, una maggiore presenza casalinga. Ma l’atto fisico potrebbe comparire anche come risposta a un forte stress.
Come ad esempio l’inserimento casalingo di un nuovo membro della famiglia: un figlio appena nato, una figura estranea, un nuovo animale.
Oppure per un cambio delle abitudini consuete, della routine quotidiana come un trasloco o un soggiorno momentaneo in pensione.
Per quanto giovane il piccolo potrebbe patire negativamente l’ingerenza comportamentale di chi non conosce e i cambi dell’andamento del quotidiano.
Vivendo le situazioni in modo stressante, con forte ansia e rispondendo con il proprio corpo.
Il gatto mangia poco o rifiuta il cibo
Anche un’alimentazione scarsa o assente è un segnale da non sottovalutare, il gattino vuole più attenzioni e cerca di stimolare l’interesse del proprietario.
Lo fa attraverso un’arma importante, ovvero il cibo che solitamente richiede con insistenza e di cui è molto ghiotto.
Il gesto potrebbe significare uno scarso gradimento nei confronti della proposta culinaria, una stanchezza legata al cibo che non presenta da tempo variazioni.
In alcuni casi il rifiuto potrebbe essere collegato a problematiche di tipo fisico, come ad esempio intolleranze o allergia in grado di favorire disturbi intestinali.
O ancora suggerire la presenza di problematiche più gravi e malattie in grado di presentarsi attraverso un vero rifiuto de pasto.
Il gattino potrebbe cibarsi poco o evitare il tutto finendo per perdere velocemente chili e peso fino a cadere nell’anoressia.
Infine il gattino potrebbe rifiutare il cibo anche perché impegnato nei primi stravolgimenti ormonali e il primo calore.
Una situazione tipica dei gatti non sterilizzati occupati a cercare l’animal gemella, quindi meno affamati di cibo e più nervosi.
Morsica e lecca abiti e capelli, fa le fusa e impasta con le zampe
La ricerca di affetto passa anche attraverso il contatto fisico diretto, come ad esempio leccatine, morsetti, fusa e impasti con zampe.
Il gattino vuole più attenzioni, vuole sentirsi amato e coccolato, ricevere calore e carezze che possano calmarlo e tranquillizzarlo.
In particolare se il proprietario si assenta da casa per quasi tutta la giornata. Il contatto è sinonimo di amore, che il gattino esprime anche con piccoli morsi.
Non solo di mani e piedi ma anche dei capelli replicando un comportamento appreso durante l’allattamento, quando mamma gatta puliva i suoi piccoli leccandoli a lungo.
Le stesse fusa ripetute all’infinito o l’impasto con le zampe sono gesti rituali di amore e affetto. È questa la via utilizzata dal gattino per dimostrare la sua emotività.
Un comportamento che non mette in atto sempre, vista la sua natura discreta e indipendente. Una strategia che utilizza quando vuole ricevere attenzioni e ricambiare con amore.
A differenza del gatto adulto il gattino è maggiormente predisposto verso un coinvolgimento di tipo emotivo, a un’interazione più caotica e piena di esternazioni.
A partire dall’attività ludica che lo vede attivo e vivace, passando per le coccole e le esternazioni, per questo è fondamentale scoprire cosa provoca il tutto.
Territorialità e mobili
Potrebbe apparire come un dispetto ma in realtà rientra tra i comportamenti naturali del felino e nella sua necessità di marcare il territorio.
Il gattino potrebbe graffiare mobili e tende semplicemente per assecondare il bisogno di limarsi le unghie, ma anche spruzzare di urina oggetti e arredi.
Fino a diffondere i suoi odori sul proprietario solo per marcare il territorio, è una richiesta di attenzioni che però rientra tra i rituali consueti.
Nulla di preoccupante e di allarmante, nessun dispetto messo in atto ma un comportamento del tutto lecito. In particolare se il gattino è molto piccolo e ancora inesperto.
Affilarsi le unghie è una necessità fisica, vista l’impossibilità di correre e salire sopra un albero dove potrebbe accorciarle naturalmente.
Vale la stessa regola di sempre, è indispensabile comprendere il motivo che spinge il gattino a mettere in atto il comportamento.
Evitando punizioni e sgridate che non capirebbe in nessun modo ma che vivrebbe solo con terrore, divenendo sempre più diffidente nei confronti del suo proprietario.
Solo nei casi più estremi i gesti distruttivi potrebbero indicare un problema più profondo ricollegabile all’ansia da separazione e allo stress dato dall’assenza.
Una condizione molto frequente nei gattini particolarmente legati al proprietario con cui hanno creato un legame forte e molto dipendente.
Soluzioni e rimedi validi
Per evitare derive comportamentali è fondamentale sfruttare al meglio il tempo condiviso con il gattino, ovvero quando si è presenti in casa.
Offrendogli un coinvolgimento di tipo qualitativo fatto di giochi, carezze e attenzioni senza eccedere con gli slanci amorosi in particolare se il gatto non ama farsi abbracciare.
Trascorrere la serata insieme a letto o sul divano passando il tempo ad accarezzare il micino lo rilasserà particolarmente, come spazzolarlo con cura eliminando il pelo in eccesso.
Meglio evitare tutto ciò che potrebbe procurargli stress o ansia come odori, rumori o presenze moleste, introducendo gli ospiti nel rispetto del gattino: vero proprietario di casa.
Le invasioni di territorio andranno anticipate inserendo oggetti di proprietà degli ospiti così che possa familiarizzare con l’odore.
Miagolii e vocalizzi andranno calmati semplicemente distraendo il gattino con un gioco o con un’attività alternativa.
Un tiragraffi invece potrà preservare la salute di mobili e tendaggi così da permettere al gattino di saltare.
Oltre a giocare e affilarsi le unghie sulla superficie ruvida presente.
Ogni anomalia legata al cibo o a eventuali cali di energia andrà sondata nel dettaglio con l’aiuto del veterinario, che potrà suggerire la soluzione migliore.
E se necessario richiedere esami e test che possano escludere o intercettare eventuali patologie, così da affrontare consapevolmente cure e rimedi.
Offrendo al gattino uno spazio casalingo dove possa riposare, osservare il mondo esterno senza pericoli o nascondersi in caso di paura.
Chi vive con un felino è consapevole che un gattino vuole più attenzioni e cure rispetto a un adulto, e per questo è bene comprendere le sue richieste per migliorare la sua esistenza.