Gatto avvelenato, dopo quanto tempo può morire?
Intervenire tempestivamente è fondamentale per salvare i nostri amici a quattro zampe: per questo è necessario sapere un gatto avvelenato dopo quanto muore
Un gatto avvelenato dopo quanto tempo muore? Una domanda che si pongono in tanti, a prescindere dal fatto di possedere o meno un micio. Perché, purtroppo, che accada per puro caso e in maniera del tutto involontaria o, al contrario, per deliberato e crudele intento da parte dell’uomo, l’avvelenamento dei gatti è una triste realtà con cui dovere fare i conti. Meglio essere pronti anche a questa evenienza.
Può capitare in modo del tutto fortuito, magari se Miao è attratto da qualcosa che stuzzica il suo interesse e finisce per ingerirlo. Oppure per via di sostanze utilizzate nelle zone agricole. O ancora con ‘trappole’ di cibo velenoso appositamente lasciato da qualcuno. A tal proposito occorre ricordare che l’avvelenamento di animali è un reato tra quelli previsti dal codice penale, severamente punito e che può comportare anche un periodo di reclusione.
Riconoscere i sintomi
È fondamentale essere in grado di riconoscere i sintomi di un avvelenamento, così come è importante riuscire a capire quando si è verificato: solo così, sapendo anche un gatto avvelenato dopo quanto tempo muore, l’intervento per salvare la vita al nostro amico a quattro zampe può essere mirato e permetterci di evitare il peggio.
In particolari circostanze, è opportuno dirlo, la morte avviene in tempi così rapidi da non consentire di riconoscere e osservare i sintomi. In questo caso, purtroppo, i margini di intervento sono pressoché nulli. Ma ci sono altri casi in cui si può trovare una soluzione. E allora bisogna sapere riconoscere l’avvelenamento. In che modo? I sintomi più comuni sono:
- Salivazione abbondante;
- Episodi di diarrea;
- Vomito, in alcuni casi con convulsioni.
Tutto dipenderà dal tipo di veleno, dalla dose assunta e anche dal tempo di esposizione alla sostanza tossica. Essere tempestivi è fondamentale.
Come agire
Dinanzi al nostro micetto avvelenato cosa dobbiamo fare? Innanzitutto, è necessario non farsi influenzare dall’emotività. Mantenere la calma ed essere lucidi è il modo migliore per prendere decisioni rapide ed efficaci, considerando che il tempo gioca un ruolo fondamentale nel tentativo di salvargli la vita.
Ovviamente, specialmente a scopo preventivo, cerchiamo di evitare che il gattino entri a contatto con sostanze che potrebbero mettere a repentaglio la sua salute. Miao non sempre è in grado di riconoscere il pericolo, quindi bisogna essere prudenti senza per questo andare in ansia.
Attenzione anche al cosiddetto fai da te o ai luoghi comuni. Uno di questi riguarda il vomito: non sempre far vomitare il gatto è il rimedio più rapido ed efficace, anche perché ci sono veleni che si diffondono attraverso il sangue e in quel caso serve un approccio completamente diverso.
Nel caso di ingerimento di veleni con azione corrosiva, una soluzione momentanea può essere quella di diluire dell’albume in una porzione di acqua: questo permette di ridurre la concentrazione dell’elemento tossico e renderlo meno aggressivo.
In altre circostanze, può essere opportuno ricorrere al latte. Ma anche in questo caso bisogna utilizzare la massima cautela, perché il latte favorisce l’assorbimento dei veleni liposolubili, accelerando il processo che può portare alla morte del gatto.
La soluzione più opportuna resta quella di contattare immediatamente il nostro veterinario di fiducia, magari avendo nel frattempo individuato la sostanza che ha comportato l’avvelenamento del micino. A quel punto bisogna seguire le indicazioni del medico e cercare di raggiungere un presidio nel minor tempo possibile. Affidare a mani esperte il nostro amico a quattro zampe può rivelarsi provvidenziale.
I topicidi
Conoscere i veleni può essere opportuno. Avere contezza del tipo di sostanza tossica con cui stiamo facendo i conti ci può consentire di avere il quadro chiaro e di sapere il gatto avvelenato dopo quanto muore con essa in circolo.
Le sostanze velenose sono di diverso tipo e possono essere assunte in tanti modi dal nostro gattino: dall’ingestione diretta all’eventualità di leccarsi il manto contaminato, senza dimenticare la possibilità che Miao inali il veleno potenzialmente letale.
I topicidi sono uno dei veleni più comuni. Solitamente, come si può dedurre dal nome, vengono impiegati per uccidere i roditori. Uno dei più famosi è la stricnina che, nel caso dei topi, può rilasciare i suoi effetti anche a distanza di giorni.
Nel caso dei gatti, l’avvelenamento da topicida può manifestarsi con sintomi tra loro molto diversi ma che comunque evidenziano un problema di salute serio. Possono verificarsi, infatti, convulsioni, aritmie, insufficienza renale, emorragie gastrointestinali e polmonari, così come semplici – si fa per dire – tremori muscolari.
Il gattino può anche assumere comportamenti nervosi e particolarmente evidenti, così come gravi difficoltà respiratorie che possono in alcuni casi portare il micio a divaricare le zampe anteriori. Anche l’odore dell’animale può essere un indicatore, naturalmente unito ad altri sintomi o comportamenti specifici.
Gli insetticidi
L’avvelenamento del gatto può avvenire anche a causa della presenza, magari in un giardino, di insetticidi. Tra i più pericolosi e i più utilizzati figura la permetrina, che può essere assunta dal nostro micetto per via inalatoria, cutanea e orale e i cui sintomi più noti sono l’eccessiva produzione di saliva, disturbi gastroenterici e respiratori, in alcuni casi accompagnati da comportamenti parecchio nervosi.
Va detto che non esistono antidoti contro veleni di questo tipo, ecco perché specialmente in questo caso il fattore tempestività gioca un ruolo fondamentale per permettere al nostro veterinario di fiducia, che conosce eventuali pregressi clinici del gatto e caratteristi che di razza, di intervenire con una serie di azioni che possono andare dal semplice lavaggio del manto alla somministrazione di farmaci per ridurre al minimo l’assorbimento della sostanza tossica.
I lumachicidi
Un gatto avvelenato dopo quanto muore se invece ha a che fare con un lumachicida? Anche in questo caso, bisogna cogliere in maniera rapida e tempestiva i sintomi con cui l’avvelenamento si manifesterà. Esso, solitamente, avviene per via orale in orti o giardini: è lì che questo tipo di veleno viene prevalentemente utilizzato, per preservare le coltivazioni.
I sintomi possono essere di natura gastroenterica, cardiorespiratoria e nervosa e possono anche avere conseguenze a lungo termine, se il nostro amico a quattro zampe riuscirà a sopravvivere. Infatti, è piuttosto comune che in questi casi vengano intaccati fegato e reni, creando non pochi problemi al gatto. Riuscire a intervenire nell’immediato, o quasi, darà maggiori chances a Miao di sopravvivere, innanzitutto, e di conseguenza di superare questa brutta disavventura indenne.
Il paracetamolo
Un veleno un po’ a sorpresa, se vogliamo, è il paracetamolo. Inutile girarci intorno, in alcuni casi esiste la tendenza a ‘umanizzare’ la gestione sanitaria dei nostri amici a quattro zampe: un gesto di enorme affetto, se non di amore vero e proprio, verso Miao che può tuttavia rivelarsi dannoso. E allora meglio fare chiarezza, a cominciare da uno dei farmaci più comuni: il paracetamolo va tenuto a debita distanza dal nostro micetto.
Se per gli umani, infatti, rappresenta un rimedio efficace in tante circostanze, tra cui l’innalzamento della temperatura corporea, per quanto riguarda i gatti bisogna fare i conti con un difetto genetico di enzimi epatici che in caso di assunzione di paracetamolo, anche in piccolissime dosi, può mettere a rischio la loro vita.
Possono, infatti, verificarsi sintomi quali difficoltà respiratorie, cianosi e ittero che possono portare al coma o, addirittura, alla morte. Il modo migliore per curare Miao da qualsiasi malessere resta quello di confrontarsi col nostro veterinario di fiducia.